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Là ci darem la mano.

Da Fededragogna
Qualcosa finisce qui.
Martedì prossimo esce il nostro terzo album (sempre che viviate in una fetta d'Italia in cui i negozi di dischi non si sono estinti: nel qual caso ordinatelo al minimarket), preceduto da un mese di ansia condivisa insieme a tutti quelli che ci seguono e che spesso ci precedono (vedi pubblicazione dei video su youtube).
Finisce l'attesa - che degli innamoramenti è la parte più bella - e comincia il conoscersi - che è la parte più difficile.
E sul conoscersi e sul conoscerci, nessuno può avere l'ultima parola (noi tanto meno).
Il nuovo album è denso come una cioccolata bevuta a tremila metri, è un tomo che richiederà tempo (per chi ne vorrà avere) per essere assimilato.
Vi farà urlare e saltare sul letto, vi farà impallidire e scandalizzare.
Come molti hanno già capito, le mappe con cui ci si orientava nel mondo ministrico fino ad oggi non servono più a molto.
Nei dodici (più due, ma questa è un'altra storia) nuovi brani non facciamo altro che proseguire il nostro discorso - solo che ci inventiamo le parole.
La voglia di poter dire mi piace non mi piace è forte, un po' come quando a fine primo tempo al cinema incominciavi a pontificare con quello di fianco.
Ora che han tolto l'intervallo, si parlerà e discuterà alla fine - e chissà quando arriverà.
E' dunque il momento di dirsi addio prima di incontrarsi di nuovo (e, per la prima volta dopo anni, suonarvi dei pezzi che non conoscete ancora).
La sera dell'uscita del disco ci sarà di che festeggiare - e noi non ci tireremo indietro: alle 21.30 del 12 ottobre chiunque potrà fare un salto al release party (si accettano espressioni italiane sostitutive) di Fuori.
Non ci sarà biglietto, non ci saranno liste, non ci saranno inviti in carta bollata.
Una festa veramente inclusiva.
Solo una porta aperta da varcare chinati se si è più alti di uno e settantacinque.
A breve altri dettagli.
Adieu.

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