Pubblicato da Matteo Medugno
La tensione tra Cina e Giappone è alle stelle in queste ore. Ieri due bombardieri americani attorno alle isole contese da Cina e Giappone nel mare cinese orientale. La zona off-limits è stata definita “zona di identificazione aerea di Difesa”, anche nota come ADIZ(Air Defense Identification Zone), è stata creata dal governo cinese e viene richiesto agli aerei che la sorvolano di dichiarare la propria nazionalità presentare il piano di volo e rimanere in contatto radio con le autorità. Dalla Cina arriva ora un avvertimento, in particolare dal generale dell’aeronautica cinese Qiao Liang: gli aerei ritenuti ostili che sorvoleranno la ADIZ potrebbero essere abbattuti. Il Giappone ha dichiarato che non seguirà le regole imposte dal governo Cinese, ma le compagnie aere giapponesi hanno deciso comunque di rispettare le regole imposte per tutelare la sicurezza dei passeggeri. Shinzo Abe, premier giapponese, ha definito l’iniziativa Cinese ”molto pericolosa”.
Il comunicato del generale è arrivato dopo la notizia dei due bombardieri militari USa B-52, che ieri hanno sorvolato la zona. I due aerei militari hanno sorvolato la zona di identificazione aerea di Difesa non armati, ma la Cina non ha per nulla gradito il gesto.
Il ministero della Difesa Cinese ha spiegato di aver”monitorato” il volo degli aerei militari Usa per tutta la durata del passaggio sulla ADIZ. “Se il soggetto che si introduce nella zona -ha spiegato generale- ignora tutti gli avvertimenti, i nostri piloti hanno il diritto di abbatterlo”.
Sembra che si sia ancora spazio per negoziare però dato che Qiao Liang ha spiegato che la Cina cercherà di risolvere pacificamente le dispute riguardo alla nuova zona di identificazione aerea con tutti i Paesi coinvolti pacificamente. Qiao Liang ha infatti affermato: ”Sarebbe irrazionale combattere una guerra per la ADIZ -ha continuato il generale- dispute territoriali come questa dovrebbero essere risolte tramite negoziati”.
La ADIZ comprende anche le isole Senkaku, amministrate dal Giappone, che però Pechino rivendica come Diaoyu.
Intanto l’Australia ha convocato l’ambasciatore cinese a Canberra per ”protestare” contro la zona di identificazione che secondo la diplomazia australiana ”non contribuisce alla stabilita’ della regione del Pacifico”.
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