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La Cina ridurrà la produzione di terre rare

Da Metallirari @metallirari

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Non è un segreto che la Cina sia il paese dominante sul mercato delle terre rare (REE - Rare Earth Elements). Detiene infatti il 90% delle forniture mondiali e il 70% del consumo globale di questi preziosi elementi.

Per questo motivo, quando il WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio) ha stabilito che le politiche cinesi di contingentamento delle terre rare violavano le norme del commercio internazionale, molti hanno sperato che la Cina non avrebbe più fatto mancare le terre rare sul mercato internazionale ("Il WTO condanna la Cina per le terre rare").

Dopo la sentenza di condanna, sembra che la Cina dovrà apportare alcune modifiche alle proprie politiche in merito alle terre rare. Anche se i prezzi non dovrebbero essere molto influenzati dalla cosa, la Cina potrebbe cancellare le tasse sulle esportazioni di terre rare, che erano state aumentate dal 15% al 20%.

Secondo il Wall Street Journal, il nuovo regime fiscale costringerà i produttori di terre rare cinesi ad aumentare i prezzi per i clienti esteri, che comunque beneficeranno dell'abolizione delle tasse sull'esportazione.

L'abolizione delle tasse sulle esportazioni potrebbe interessare anche i produttori non cinesi, dal momento che i prezzi si riallineeranno probabilmente con i prezzi interni cinesi. L'impatto non sarà di poco conto, poichè i prezzi interni sono inferiori di circa il 36% ai prezzi oltre confine.

Tuttavia, il cambiamento più significativo per la Cina sarà che il governo, anzichè controllare le esportazioni come ha fatto nel 2010, dovrà controllare direttamente la produzione, con l'obbiettivo di contenerla.

L'obbiettivo sarà quello di consolidare il settore, attualmente costituito da piccoli operatori e da miniere improduttive. Così facendo il paese potrebbe risolvere l'annoso problema della sovracapacità produttiva.

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