La cintura di castità, una commedia boccaccesca da riscoprire?

Creato il 27 novembre 2011 da Persogiadisuo
LA CINTURA DI CASTITA' di Pasquale Festa Campanile, ITALIA, 1967 Genere: Commedia italiana boccacesca
Guerrando (Tony Curtis) è un cavaliere che corteggia senza sosta la bella Boccadoro (Monica Vitti), che non ne vuole assolutamente sapere e ne inventa sempre una nuova per fuggirgli. Sempra di assistere a una puntata di Tom & Jerry, tanto sono assurde le mosse dei due, fra i quali c’è anche Marculfo (Nino Castelnuovo), servo di Guerrando attratto da Boccadoro. Alla fine Boccadoro cede e sposa Guerrando, che però è costretto a partire per le Crociate senza riuscire a consumare la prima notte di nozze. Imposta la cintura di castità all’irrequieta moglie, se ne parte in compagnia di Marculfo. Boccadoro non ha però alcuna intenzione di starsene ad aspettarlo con quell’ingombrante cintura e decide di seguirlo al fronte, dove, dopo mille peripizie che coinvolgono anche un sultano e il suo harem, riuscirà a raggiungere il marito. La trama è solo un espediente per mettere in scena una serie di gag da cartone animato, ma il divertimento è assicurato.  Fu lanciato a livello planetario come la svolta sexy e comica della musa di Antonioni, come si deduce del resto anche dalle locandine straniere. In ogni caso anche all'estero none ebbe successo. Le trovate esilaranti si sprecano e non mancano alcune scene culto, soprattutto quelle di Monica Vitti con animali che hanno la sua stessa capigliatura: prima un cane, poi un cavallo. Gli inseguimenti tra i due (prima lui insegue lei, poi i ruoli si ribaltano) sono godibilissimi, Monica Vitti è di una bellezza disarmante e radiosa, Tony Curtis perfetto nei panni del mascalzone in calzamaglia, Nino Castelnuovo sembra destinato a diventare uno dei belli del cinema italiano. Le immagini poi sono impreziosite dal contributo del direttore della fotografia Carlo di Palma, che aveva sostituito Antonioni nel cuore di Monica Vitti. Eppure nonostante tutto ciò, il film fu accolto malissimo dalla critica e male dal pubblico. Ancora oggi, sfogliando dizionari e siti, si leggono solo stroncature. Possibile che solo io l’abbia trovato fresco e divertente nonostante i 45 anni che porta? È sì una commedia esile e senza pretese, eppure è altresì molto più piacevole della maggior parte delle commedie che affollano ora i nostri cinema. Io quindi consiglio di recuperarlo e rimango in attesa delle vostre opinioni. REGIA Pasquale Festa Campanile (1927-1986) Campanile, dopo una carriera di sceneggiatore e dialoghista che definire prestigiosa sarebbe riduttivo (Rocco e i suoi fratelli, Il Gattopardo), esordì come regista con commedie in costume, per passare poi alle commedie con Montesano e Pozzetto degli anni ’70 e ’80, con titoli come Porca Vacca e Il Petomane. ATTORI MONICA VITTI Protagonista irrequieta e supersexy, è alla sua seconda commedia brillante in un anno. Anche se tutti ancora oggi insistono erroneamente a dire che fu Monicelli a scoprirne la vena comica. TONY CURTIS (1925-2010). Nella carriera del divo di A qualcuno piace caldo questa breve parentesi italiana non portò particolare fortuna. NINO CASTELNUOVO Nei panni di Marculfo, è la spalla di Curtis. Nato nel ’36, dopo una lunga gavetta (tra cui un piccolo ruolo in Rocco e i suoi fratelli) riuscì a imporsi grazie a una seguitissima versione tv de I Promessi Sposi, poi la sua carriera declinò velocemente, specializzando in B-movies e rimanendo coinvolto in guai finanziari. 

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