Brescia si è scoperta "città del dialogo", dopo la prova muscolare dei giorni della gru, il dialogo tra sordi, le cariche di polizia, la città spaccata, ecco arrivare in questi giorni, il documento congiunto del consiglio comunale, l'impegno comune che solleciti il ministro dell'interno Roberto Maroni a dirimere l'eterno contenzioso sui permessi di soggiorno negati perchè ritenuti viziati da una denuncia per clandestinità, ora che il presunto reato non ha trovato giustificazione nei pronunciamenti della Corte di Giustizia.
Nella "città del dialogo", quella che ha voglia di risolvere i problemi e non di strumentalizzare i disagi, i migranti hanno riavvolto i loro striscioni e liberato il sagrato del Duomo, oggetto del nuovo presidio, della nuova istanza di chiarezza. Certo, osserva su Bresciaoggi Massimo Tedeschi in una precisa analisi della situazione, rispetto ai giorni della gru i margini di manovra, complice l'orientamento europeo, sono più ampi, ma resta il dato forte che oggi, alla demagogia si è preferito il dialogo, allo slogan il ragionamento. Certo, il salto di qualità è arrivato dal contributo forte di un vescovo come Luciano Monari sceso sul sagrato del Duomo di Brescia a raccogliere le istanze dei migranti e dalla consapevolezza degli stessi migranti che la protesta deve andare, prima o poi, all'incasso, altrimenti non è servita a nulla. L'autorevolezza di un vescovo ha vinto gli steccati ideologici, il gioco di squadra ha fatto il resto, la politica solleciterà il governo ad esprimere un orientamento precisio sull'argomento, così che chi deve decidere in concreto (la Prefettura) abbia tracciata la strada che fino ad ora è apparsa tanto confusa da essere impercorribile.
Brescia, finalmente, si riscopre città unita nello sforzo di risolvere i problemi, città dove si parla di più di quanto si vieti, città moderna che affronta le criticità e non le elude.
Ci mancava questa città del dialogo, oggi l'abbiamo ritrovata almeno un po'. Certo in prima fila abbiamo trovato al solito Chiesa, sindacati e associazionismo e la politica defilata e un po' distratta, ma bisogna sapersi accontentare: nella città del dialogo anche la politica, forse, avrà spazio per crescere "in sapienza e grazia".