Un organetto in sottofondo suonava le note di un canto natalizio mentre qualche persona si soffermava a guardare le vetrine dei negozi del centro cittadino completamente vuoto.
Ero terrorizzata dall’idea di dovermi recare nel centro storico della mia città, in questo periodo sempre strapieno di gente e di conseguenza con grandi difficoltà di parcheggio.
E invece non ho avuto alcuna difficoltà a trovarlo, quasi subito , in quella strada centrale che un tempo, in questo periodo , brillava di luci e colori, di musiche e zampognari, saltimbanchi e babbi natale.
Ieri sera era quasi deserto.
Dopo aver parcheggiato mi sono avviata verso quello che ho sempre pensato come un’albero della cuccagna: la Rinascente.
Era semideserta. Tante commesse con le mani in mano attendevano, davanti alle scale mobili, il cliente di passaggio per poter presentare l’offerta del giorno.
Mi ha assalito un senso di tristezza soprattutto quando, trovandomi accanto ad una giovane coppia ho sentito il loro dialogo :
“Quest’anno i regali li dò tutti dopo l’Epifania, attendo i saldi, m’inventerò una scusa con i parenti. Non possiamo, non possiamo proprio”
La crisi c’è, ed è tanto grave, eppure qualcuno ancora sostiene che gli italiani sono un popolo di benestanti!
Costui dovrebbe farsi un giro da cittadino qualunque, in un centro qualunque di una città qualunque in questo periodo per capire che i negozi sono vuoti, che i ristoranti campano con buffet da 10 euro e che Babbo Natale quest’anno non ha neppure voglia di mettersi il vestito rosso
Che triste Natale!
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