Scorrendo la classifica del Senato, sono siciliani i primi due classificati: il messinese Gianpiero D’Alia (Udc) al primo posto e il palermitano Carlo Vizzini (Pdl) al secondo. Per trovare un altro siciliano, bisogna scendere al dodicesimo dove si attesta il trapanese Antonio D’Alì (Pdl). Ma ai siciliani, oltre alla testa, va anche la coda della classifica: gli inquilini di Palazzo Madama meno produttivi sono, infatti, il siracusano Sebastiano Burgaretta Aparo (Pdl) e l’ennese Vladimiro Crisafulli (Pd). Da segnalare che, nelle prime cento posizioni, gli isolani sono soltanto dieci.
Di gran lunga peggio va alla Camera, invece, dove il primo siciliano (con esclusione quindi di Rita Bernardini, eletta nell’Isola ma romana) è solo al ventiduesimo posto: si tratta del saccense Giuseppe Francesco Marinello (Pdl). E per trovarne qualche altro, bisogna scendere ancora più in basso, arrivando al catanese Giuseppe Palumbo (Pdl) e alla palermitana Alessandra Siracusa (Pd) oltre il sessantesimo posto. Nelle prime cento posizioni, si piazzano appena cinque siciliani. Risultati non proprio lusinghieri, che dimostrano come i parlamentari isolani, a parte qualche eccezione, non riescano ad incidere più di tanto nei lavori d’Aula e ad essere particolarmente produttivi.
Guardando alla classifica delle semplici presenze, a Palazzo Montecitorio il più assente fra i siciliani è Calogero Mannino (629°) del Misto mentre il più presenzialista è il catanese Salvatore Torrisi, del Pdl, con appena 75 assenze su 9114 sedute.
Al Senato i più assenti fra i siciliani sono il messinese Domenico Nania (Pdl) e il catanese Giovanni Pistorio (Misto quota Mpa) che si classificano, rispettivamente, al terzultimo e penultimo posto fra tutti gli inquilini di Palazzo Madama. Il più presente fra i siciliani, alla Camera alta, è il lercarese Mario Ferrara (Forza del Sud).
(Livesicilia)
Non pervenuti gli onorevoli Leoluca Orlando e l’altro saccense Ignazio Messina
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