- Kylie Minogue. 2 milioni di dollari per cantare all'inaugurazione dell'Hotel Atlantis, a Dubai, nel 2008. Se vi sembrano tanti sappiate che per i fuochi d'artificio, in quella occasione, sono stati spesi 3 milioni di dollari. Del resto, cosa aspettarsi da chi offre ai suoi invitati, secondo Q, 1,7 tonnellate di aragoste?
- Amy Winehouse. Nonostante la sua vita sempre al limite, anche ad Amy Winehouse capitava di non rinunciare a un concerto privato. Come quando nel 2008 fu chiamata da Roman Abramovich ad inaugurare la galleria d'arte Garage a Mosca, per un cachet da 1 milione di sterline. Del resto, il miliardario russo non era nuovo a questi exploit: 450 mila dollari per i Kings of Leon per festeggiare il Natale e 200 mila per i Klaxons, per il compleanno della sorella.
- Paul McCartney. Il suo primo concerto privato è stato nel 2003, anche se già dal 1996 il baronetto Paul non aveva disdegnato di farsi ingaggiare da una società finanziaria prima e da una di semiconduttori poi. Nel concerto privato del 2003 il suo pubblico era composto di 150 persone, il luogo era un ristorante vicino San Diego e colui che l'aveva assunto un tycoon della finanza: l'ingaggio, 1 milione di dollari, dicono sia andato in beneficenza.
- The Rolling Stones. Nel 2002 il gruppo ha partecipato a una festa di compleanno a Las Vegas da 7 milioni di dollari, nella quale c'erano anche John Mellencamp e Robin Williams. Replica nel 2007 al Museo Nazionale di Arte Catalana a Barcellona in cui la Deutsche Bank ha dovuto tirar fuori 5,4 milioni di dollari.
- Westlife. 400 mila dollari per cantare al matrimonio del calciatore Wayne Rooney, nel 2008. Nello stesso anno ha partecipato anche alla festa per il 18esimo compleanno della figlia di un uomo d'affari.
- Beyoncè. Nel 2009 è invitata a tenere un concerto dal figlio di Gheddafi, Hannibal, durante un capodanno ai Caraibi. I 2 milioni di dollari ricevuti la cantante ha detto di averli dati in beneficenza ai terremotati di Haiti. Come si è visto, ci sono state altre star che si sono esibite per i Gheddafi, tutte seriamente pentite quando il rais ha iniziato la sua parabola discendente.
- Elton John. Nel 2005, presentazione del catalogo natalizio di Neiman Marcus, per 1,5 milioni di dollari. Invece sono stati 2 i milioni di dollari chiesti per un concerto al matrimonio di Rush Limbaugh, commentatore politico radiofonico, famoso per una frase: "Quando un gay vi volta le spalle è tutt'altro che un insulto, è un invito". Pecunia non olet.
- Aerosmith. Hanno partecipato, insieme a 50 Cent e Kenny G al Bat mitzvah (festa dei 12 anni degli ebrei) per la figlia di David Brooks, produttore di giubbotti antiproiettile, festa costata in tutto 10 milioni di dollari, di cui 2 per il gruppo di Boston.
- Sting. Islom Karimov, presidente dell'Uzbekistan, non è certamente considerato un politico democratico.Anzi, a livello internazionale è ritenuto un dittatore, uno che fa bollire i suoi oppositori e del quale le Nazioni Unite dicono che ha istituzionalizzato la tortura. Tuttavia, quando la figlia di tale campione richiese la presenza di Sting per la sua settimana dell'Art Style, nel 2009, il cantante rispose: "io credo nel potere della musica". Si parla di un cachet a sette cifre, per oliare questo potere.
- Christina Aguilera. Ancora russi, il magnate Andrey Melnichenko, che dopo aver speso 300 milioni di dollari in uno yacht, può ben spendere 3,6 milioni per avere tre canzoni dell' Aguilera al suo matrimonio, nel 2005. Certo che due anni dopo, per il compleanno della moglie, ha speso molto meno ingaggiando Jennifer Lopez: 2 milioni di dollari.
Per dovere di cronaca dirò che le cifre riportate nell'articolo di Q The Music non so se sono sempre da prendere alla lettera. Per esempio, il Daily Record ne riporta di leggermente diverse, ma non è questo il problema. La questione è legata all'aspetto etico di certe esibizioni. Passi per i miliardari, ma con i dittatori come la mettiamo? Per quanto Sting si sforzi di compenetrarsi nel suo ruolo di ambasciatore, non è troppo convincente. Neanche l'abitudine di alcuni, sperabilmente vera, di destinare il ricavato in beneficenza, attenua la portata sociale del credito che questi artisti regalano ai dittatori. Per un capo di Stato accusato di far bollire a morte i suoi oppositori non ci sono beneficenze che tengano: non sarà certo la presenza di qualche artista strapagato a operare il ravvedimento. Ci vuole ben altro. Sebbene toccati nel profondo da queste non encomiabili esibizioni, molti di noi continueranno ad ascoltare come niente fosse le canzoni di questi artisti. Un altro caso in cui l'opinione pubblica, che potrebbe insegnare e influire su qualche comportamento, non lo fa. O forse è solo l'occasione per un pistolotto morale.