Vi dobbiamo un disclaimer: la classifica di questa settimana è dopata.
Chi frequenta le librerie con cadenza quasi giornaliera avrà potuto osservare, generalmente vicino alle casse, una iniziativa editoriale di Newton che propone grandi classici della letteratura all’incredibile prezzo di 0,99 eurozzi. Ricorderete i “Millelire” di qualche anno fa, l’idea è la stessa con l’adeguamento alla moneta unica (“con l’euro è raddoppiato tutto!”). Bene, la classifica settimanale NON riporta queste vendite, che si stima occuperebbero 7 delle dieci posizioni in graduatoria.
Posta la premessa di cui sopra, la cinquina che va dalla decima alla sesta posizione riflette con una certa precisione la situazione storica e politica di questi giorni. Vi ritroviamo infatti sia “Sua Santità” di Nuzzi – che scatenò il caso Vatileaks – che “Il grillo canta sempre al tramonto” di Grillo, Fo e Casaleggio (addirittura quinto). In questo gruppo mantengono alta la bandiera della narrativa due autori decisamente abituati alle graduatorie dei libri più venduti: Wilbur Smith con “Vendetta di sangue” – che perde diverse posizioni rispetto alle ultime rilevazioni – e Patricia Cornwell con “Letto di ossa”, promettente thriller con l’ormai mitica Kay Scarpetta sempre protagonista.
Saliamo un po’ ed ai piedi del podio ritroviamo l’ormai eterno Massimo Gramellini con “Fai bei sogni” (quinto) preceduto alla quarta piazza dall’ultima fatica letteraria di Jo Nesbo: “Il cacciatore di teste” promette bene, con una trama che appare avvincente e la qualità generalmente assicurata dallo scrittore rocker norvegese.
Al terzo posto, spinto con decisione dall’omonima pellicola approdata nelle nostre sale per la direzione di Salvatores (di cui V. ci ha raccontato qui), ecco ritornare “Educazione siberiana” di Nicolai Lilin. Un romanzo – biografia (?) che seppe suscitare una serie infinite di polemiche di cui, francamente, ci interessa poco. E’ sicuramente una vena narrativa nuova ed interessante.
Sale al secondo posto Simonetta Agnello Hornby, che fa ancora una volta centro con “Il veleno dell’oleandro”, già definito sicuro, normanno, arabo, e tremendamente attuale.
Come da tradizione ormai consolidata, si installa al primo posto l’ultimo romanzo di Andrea Camilleri, “La rivoluzione della luna”. Confesso che la scottatura presa con “Il tuttomio” me ne ha fatto restare prudentemente lontano, ma non escludo che il fascino di una storia ambientata nella Sicilia del 1677 si faccia sentire a breve