La classifica delle migliori ricerche sessiste

Dopo aver constatato e raccolto per anni su questo blog le ricerche sessiste che ogni giorno vengono pubblicate sui nostri giornali, ho pensato in chiave ironica di creare una top ten delle migliori ricerche sessiste del mese. Cominciamo:

Al #10° posto abbiamo la grande scoperta scientifica  ”le donne amano le grasse” ma solo se stressati, beh ci mancherebbe e chi lo dice poi alle multinazionali che guadagnano in cosmetici per dimagrire?

Al #9° posto secondo questa ricerca, le donne sono felici e solo noi possiamo esserlo perchè geneticamente predisposte (si fa passare cose culturali per genetiche), perchè si sa gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere…

All’#8° posto, una ricerca rivelerebbe che le femmine sono piu’ intelligenti dei maschi. Perchè? perché siamo in grado di caricarci di lavoro domestico e lavorativo, insomma una bella presa per il culo per addossarci tutto il peso sulle spalle e non prendere consapevolezza che si tratta di diseguaglianza negativa.

Si guadagna un #7° posto il Quotidiano pubblica una ricerca americana che mette in guardia alle donne sul leggere articoli che parlano sulla loro sessualità sulle riviste femminili. Secondo la ricerca, le lettrici di questi articoli rischiano di adottare rapporti a rischio piu’ di quelle che nulla sanno del sesso!

Un bel #6° posto se lo merita la ricerca made in Usa che fa un’eccezionale scoperta: Uomini e donne vedono in maniera differente. Attendo una ricerca che scoprirà finalmente che siamo due specie diverse del mondo animale.

Al #4° posto questa ricerca che mette in evidenza che Internet è una vera e propria malattia per le donne perchè ci stanno troppe ore al giorno. In realtà ci sono anche donne che stanno troppe ore al giorno a cucinare e pulire la casa, ma come mai questa non viene considerata una dipendenza o una malattia? Chissà perchè…

Al #3° posto abbiamo una ricerca americana che consiglierebbe di evitare il sesso al primo incontro, o meglio il sesso prematrimoniale per avere una storia d’amore duratura. Ovviamente il consiglio è rivolto sopratutto alle donne come ci consigliava la cara nonna.

Al #2° posto (ma solo perché è vecchia) abbiamo la scoperta di un nuovo antidepressivo che potrebbe curare le donne dalla depressione e insonnia (specifichiamolo non si sa mai che lo somministrino anche gli uomini!): lo sperma maschile e il sesso senza precauzioni (l’Aids e il pupo nella pancia ti sorridono)! Sembra una battuta da caserma rivolta alla donna acidella che non tromba ma per gli scienziati è pura realtà. Altro che Valium, chissà se è stato inserito nell’elenco dei farmaci!

Si piazza al #1° posto, vincendo la classifica la ricerca finanziata da Cancer Research UK, e pubblicato sull’International Journal of Cancer, consigliando alle donne che per prevenire il cancro al seno devono fare le casalinghe. Il  Corriere, che da risalto sempre a schifezze sessiste, intitola la ricerca come “il mestiere giusto per proteggersi al cancro al seno” titolo veramente sessista quanto i contenuti della ricerca riportati dal giornale che consiglierebbero alle donne di dedicarsi a ben  6 (SEI!) ore di lavori domestici, praticamente due ore in meno di quelle di lavoro retribuito a tempo pieno. Mi resta il dubbio: ma queste donne dove dovrebbero trovare quelle restanti tre ore di attività fisica e il tempo per lavorare?

Gira e rigira vedete il risultato è lo stesso: per la comunità scientifica e per i media che le danno appoggio le donne sono oggetti sessuali o donne di casa.

La poca attendibilità di questi studi è riscontrabile sostanzialmente in due fattori: innanzitutto le ricerche in questione sono in continua contraddizione e secondariamente si basano su campioni non rappresentativi dell’intera umanità e su metodi e strumenti di ricerca che sono stati più volte contestati e considerati non del tutto attendibili ed efficaci.

Il fenomeno in questione è meglio conosciuto come neurosessimo. Il dibattito sulle differenze di genere e sulla declinazione biologico/culturale è, infatti, appena agli esordi e pretendere di dare spiegazioni assolute e semplicistiche pare davvero un atteggiamento tutt’altro che scientifico.

C’è inoltre questo spasmodico bisogno di dimostrare che il cervello della donna sia diverso da quello maschile. Invece di indagare le motivazioni culturali sottese a determinati comportamenti definiti socialmente “maschili” e “femminili, si cerca di dimostrare come qualsiasi differenza di atteggiamenti tra sessi sia basata su caratteristiche fisiologiche e biologiche di genere.  Ogni anno proliferano quindi ricerche pseudo-scientifiche per avvalorare queste tesi, dettate dal bisogno di confermare preconcetti fortemente maschilisti.

Lo scopo ultimo di questi studi risulta essere, in definitiva, il bisogno di confermare lo status quo che vede i due generi sessuali in continua opposizione attraverso differenze congenite invalicabili o forse per mantenere meglio il mercato segmentato per target a favore degli interessi delle multinazionali? rimarrà un mistero. L’unica cosa che sappiamo è che veicolare questi preconcetti è pericolosissimo per l’affermazione dell’individuo. Se solo pensiamo che fino a qualche decennio fa il piacere sessuale femminile era completamente negato o ci leggiamo qualche saggio freudiano capiamo che la cultura vigente e il maschilismo permeano, purtroppo, anche la scienza!

Mary, Alessia