In tempi recenti, sempre maggiore impulso è stato fornito allo sviluppo di una disciplina, il cui nome è, da un punto di vista etimologico, molto chiaro e indicativo: la cliodinamica. Lo snodo fondamentale di ricerca di quest’area di studi multidisciplinare, e interdisciplinare, è la costruzione di modelli matematici basati sulle dinamiche storiche. Uno degli scopi, e non secondario, è quello di poter individuare dei pattern di sviluppo e potere così fare delle previsioni su cosa succederà in futuro in determinati contesti.
Le acquisizioni a cui questo tipo di ricerche hanno condotto si devono in massima parte al biologo Peter Turchin, dell’Università del Connecticut, e al suo team; risultati che confluiscono regolarmente nella rivista «Cliodynamics: The Journal of Theoretical ad Mathematical History». In effetti, scorrendo solo il sommario dell’ultimo numero, vediamo titoli come Evolutionary Decomposition and the Mechanisms of Cultural Change o Seeing the Forest of Secular Cycles.
A conti fatti, l’individuazione di “regolarità” in un immenso flusso di fatti storici è, forse non ancora una necessità, ma quantomeno potrebbe rappresentare un valido aiuto, nel contesto di una lettura scientifica a metà fra storia e matematica, tra scienze umanistiche e sociali, e hard sciences.
Tutto molto bello, sì; ma vorreste davvero sapere il vostro futuro?
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