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La coerenza di Repubblica

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

La Repubblica colpisce ancora. Ad avvisarmi è un lettore che mi allega la prima pagina del quotidiano online completamente tappezzata da una pubblicità di una nota casa di biancheria Intima. Quello che turba è vedere questa immagine mentre veniva annunciato il bilancio dei  morti in Libia.

La coerenza di Repubblica

L’immagine che pare alleviare la protesta libica  e  porre come al solito le donne ai margini della visibilità mediatica, a mò di addobbo, ha turbato il mio lettore che mi ha inviato una mail e mi comunica di aver scritto anche alla redazione:

Salve, mi sono recato per leggere notizie sul vostro giornale e mi son trovato
sbattuto in faccia due tette. Belle, per carità, ma mi piacerebbe fossi
io a scegliere quando dedicarmi alla visione delle parti intime di una
donna, col suo consenso ovviamente, mentre reputo una violenza alla mia
persona che si tenti di vendermi un prodotto facendo leva sul mio
appetito sessuale.
Trovo sia inoltre altamente incoerente avallare un certo tipo di
comunicazione commerciale quando allo stesso tempo si propagandano
manifestazioni a difesa della dignità femminile, che trovo sia lesa da
pubblicità come queste riducendo la donna ad un mero oggetto sessuale e
svilendo la sua bellezza.
Sperando in una risposta, porgo i miei più gentili saluti. Fabio A. Il mio lettore, mette in atto un analisi interessante: non mi sento di bollare questo manifesto come sessista tout-court, ma probabilmente è il contesto a renderlo tale: in un giornale di moda ci starebbe bene, ma in mezzo alla strada e su un quotidiano di fianco alla notizia dei morti trucidati in Libia non credo proprio.

 Ho sempre ritenuto che l’esposizione del corpo femminile in pubblicità leda anche la dignità maschile e riduca il consumatore ad un essere dominato di soli ormoni. Ma veramente avete pensato che quella pubblicità sia stata messa lì per le donne solo perchè pubblicizza della biancheria?

Una ragazza pubblica un video messaggio su Facebook a proposito della pubblicità, sottolineando l’incoerenza delle testate italiane, le stesse che una settimana fa lanciavano appelli a difesa delle donne. Il video messaggio è interessante. La ragazza mette al confronto le testate straniere con quelle italiane, denunciando la tendenza di quelle nostrane a ridurre il corpo femminile a merce per vendere più copie e citando l’iniziativa CHIEDIAMO COERENZA di IONONCISTO.

La coerenza di Repubblica

Ci vuole coerenza infatti, per difendere la dignità delle donne e degli uomini che chiedono diritti.  A proposito dei morti in Libia, approfitto a mettere il video censurato della protesta con civili fatti in mille pezzettini dal colonnello amico di Berlusconi:http://informarexresistere.fr/attenzione-immagini-cruente-signori-questa-e-la-dittatura.html (il video è crudo)

Comunque sia in Libia avviene questo, mentre in Italia ci si può trastullare con le tette di Irina Sheyk per dare un tocco un pò leggero ai massacri in Libia e svilire anche chi lotta contro la libertà, certo, accade anche questo quando si è governati dall’amico di Gheddafi.

La coerenza di Repubblica



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