LA COGNIZIONE E GLI ESORCISMI DELL’INGEGNER GADDA #carloemiliogadda #letteraturaitaliana #novecento

Creato il 28 febbraio 2013 da Albertomax @albertomassazza

E’ l’esorcismo, il vero protagonista de La cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda? Il romanzo, concepito e pubblicato a puntate tra il 1938 e il 1941 sulla rivista Letteratura, solo nel 1963 arriverà all’edizione in unico volume, peraltro incompiuta, per via di un finale sospeso. Una sorta di Recherche espressionistica, disincantata, ferocemente dissacrante, in cui l’autobiografia viene traslata in un luogo altro, un immaginario paese sudamericano (il Gadda operò come ingegnere in Argentina), che nasconde, in un gioco di velamento-disvelamento, la nativa Lombardia. Ne deriva un meticciato linguistico globale, un intreccio di ispanismi maccheronici, italiano aulico e popolare, dialettismi nazionali, in specie lombardi, arcaismi e neologismi.

Dicevo, l’esorcismo; o meglio, gli esorcismi.

Il primo, il più intimo, è rappresentato dal viaggio a ritroso nella memoria, alla ricerca delle cause del sentimento rancoroso nei confronti della madre. Gonzalo, il protagonista del romanzo, è un ingegnere misantropo con velleità letterarie che rovescia le sue frustrazioni sulla madre, fino ad arrivare a minacciarla di morte. La sera stessa delle minacce, la madre viene aggredita e forse uccisa. L’incompiutezza del romanzo lascia in sospeso la questione: è stata assassinata? O solamente aggredita? E chi l’ha aggredita? Gonzalo? Un sicario assoldato da lui? Qualcun altro? Il dolore rimane irrisolto.

Il secondo esorcismo parte dal personale per divenire nazionale: è l’infatuazione giovanile per l’interventismo prima e per il fascismo poi, di Gadda e dell’Italia tutta. La temperie nazionale all’avvento del fascismo è anch’essa traslata nella geografia immaginaria dell’opera: guerra appena terminata, l’uomo della provvidenza (il generale Pastrufacio), il vate dannunziano ( Caçoncellos), il partito unico e le squadracce (nistitùos). Ridicolizzando il fascismo, Gadda tenta di espiare il senso di colpa per la sua giovanile infatuazione.

Il terzo esorcismo è squisitamente letterario. Eminenza grigia dell’opera è infatti il convitato di pietra della letteratura italiana, Alessandro Manzoni col suo capolavoro. Nel romanzo gaddiano, i riferimenti ai Promessi sposi sono molteplici, ma mai didascalici. L’atteggiamento dell’autore è sempre dissacrante, ma di una dissacrazione bonaria, mai cinica. Per chiarire quest’ultimo punto, vi invito alla lettura di questo post.



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