Ero in ansia. Non sapevo quello che poteva capitare. Non mi ero mai trovato nella situazione di avere una “complice” o meglio una “spalla”, per così dire, nel gestire l’affitto della stanza.
Nel corso degli anni sono sempre stato solo… forse perché ero l’unico a restare in quella casa.
Sara ed Io eravamo entrambi in piedi nell’ingresso di casa ad aspettare che la porta si aprisse e ci rivelasse il volto dell’ipotetica futura coinquilina che avrebbe sostituito Carmen nella camera doppia.
Sara appariva tranquilla. Messaggiava al cellulare con qualche amica lontana. Io invece ascoltavo il rumore dell’ascensore che era appena arrivato al nostro piano.
Mi avvicinai alla porta e l’aprii lentamente. Dopo poco, vidi apparire la visitatrice della casa. Ma non era sola. Con lei c’era anche la madre e un simpatico bassotto che s’intrufolò in casa e iniziò a girovagare annusando ogni cosa.
“Pluto vieni qua!” urlò la madre.. “Scusami… di solito è più buono” disse rivolgendosi a me.
“Non si preoccupi… basta che non entra nella mia…. “
Corsi immediatamente a chiudere la porta della mia stanza sbarrando la strada al piccolo animale. Purtroppo i miei aggeggi elettronici non erano adatti a denti e unghia affilate…
Sara sorrise e colse l’occasione per presentarsi alla madre e alla ragazza.
“Piacere Sara.”
“Sono Roberta… piacere..” e disse solo quello, poi parlò la madre per tutto il resto della visita.
Iniziai:
“Le mostro la casa signora… qui c’è la cucina… qui il bagno… qui il ripostiglio…”
Feci il classico giro che facevo ormai ogni anno fino ad arrivare alla camera di Sara. La mia coinquilina prese l’occasione e continuò lei il tour. Mi fermai sulla porta ad osservare come mostrava la casa agli ospiti. Era dolce e cordiale… affabile e mansueta. Era strana… quasi un’altra persona, io che la conoscevo da quasi due anni difficilmente riuscivo ad immaginare un ghiacciaio tibetano sotto quell’aura calorosa. Dovevo ammettere però che spesso riusciva ad ingannarmi perfettamente!
Forse, quella ragazza, non la conoscevo così bene come pensavo.
“Bene… signora… ha visto la casa… se vuole altre info questo è il mio num….”
“Aspetta Ciro…” disse seria e si rivolse alla figlia “Tu che ne dici… la prendiamo?” le imboccò la scelta e la figlia annuì senza proferir parola.
“Si Ciro, per noi va bene… potremo prenderla da subito…”
“Beh… “ guardai Sara per un’istante. Lei non mi fece nessun cenno di diniego.
Tutti guardavano me.
La mia coscienza mi urlava di sbolognare la ragazzina taciturna accompagnata dai genitori. Non sembrava affatto una ragazza che sapesse come si vive da soli; ma, mentre nella mia mente comparivano “no” a caratteri cubitali, dissi:
“Va bene… Le dò il numero della proprietaria… cosi parla con lei per il contratto…”
Continua…