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La collezione di cartoline regionalistiche

Creato il 30 novembre 2011 da Cultura Salentina

di Cosimo Giannuzzi

La collezione di cartoline regionalistiche

Maglie 1902

Ogni collezione, se condotta secondo un percorso ben compiuto e ben definito, assume il carattere di una vera e propria passione culturale. La prima fase della raccolta è dominata dalle condizioni che ne permettono o ne ostacolano la creazione, la seconda fase dall’esigenza di porre in rapporto reciproco gli elementi che costituiscono l’insieme. I due momenti hanno lo scopo preciso di rendere visibile ed intenso il percorso nel suo aspetto conoscitivo ed emozionale.

La collezione di cartoline regionalistiche

Lecce

La collezione di cartoline regionalistiche è, fra le raccolte popolari, quella che può divenire, grazie alla loro datazione, uno strumento per documentare visivamente le trasformazioni progressi di contesti urbani lungo un arco di tempo che va dagli ultimi decenni del secolo scorso (periodo entro il quale la cartolina postale fa la sua apparizione) fino ai nostri giorni. Essa, oltre a permettere di intravedere l’evoluzione nel tempo della tecnica fotografica e dei procedimenti di stampa, è testimonianza di un luogo visitato o che si voglia far conoscere o far rivivere persone lontane, è la fonte documentaria di cui si serve il collezionista per individuare o per scoprire e datare un evento straordinario, per riconoscere l’immagine della città rappresentata una tipica condizione ambientale. Diviene cioè uno strumento di antropologia visiva per studiare con diverse chiavi di lettura un centro urbano attraverso una serie di eventi che l’hanno interessato quali per esempio la distruzione o la trasformazione di uno spazio fisico, di un monumento, di una piazza, di una strada ma anche attestazione di un uso, di un costume, di un momento memorabile o appartenente alla quotidianità.

La collezione di cartoline regionalistiche

Galatina

Vari sono perciò gli stimoli che è possibile trarre dalla cartolina. Finora quattro sono state le località salentine delineate dalla cartolina: Gallipoli (Elio Pindinelli, Gallipoli in cartolina: 1900-1950, Tipolito Pacella, Gallipoli 1985), Casarano (Luigi Marrella, I luoghi urbani: Casarano 1900-1950. Ricerca iconografica, Graficolor, Marzabotto 1990), Lecce (Federico Carlino – Aduino Sabato, Lecce in cartolina, Ediz. del Grifo, Lecce 1992) e, in ultimo, Maglie (Cosimo Giannuzzi, Saluti da Maglie. Dalla fine dell’Ottocento agli anni Cinquanta la storia della città raccontata dalle cartoline, Coop. Obiettivo Giovani, Editrice Salentina, Galatina 1999). In queste pubblicazioni, abbastanza stimolanti, si avverte il desiderio di rendere il viaggio storico-civico il più esaustivo possibile. Ma è soprattutto il testo di Lecce che per la compiutezza della ricerca e la ricchezza delle immagini quello che si propone, senza far torto agli altri, come modello e come stimolo per altre ricerche. Elegante la veste editoriale del testo in cui Alessandro Laporta auspica un approfondimento della storia della fotografia salentina e i curatori Federico Carlino e Aduino Sabato ci aiutano con più di mille cartoline a rivisitare la città dagli inizi alla metà del XX secolo. Nell’appendice la riproposizione di uno scritto di Pietro Palumbo (Corriere Meridionale, 1905) è un grazioso e piacevole affresco d’epoca.

E’ auspicabile che la comunicazione dei risultati delle ricerche divenga una pratica costante e che interessi un numero sempre più grande di collezionisti di regionalismo, come è auspicabile uno studio sui fotografi e illustratori salentini di cartolinistica perché dalla loro opera sarà possibile distinguere lo stile di ognuno.

La collezione di cartoline è spesso frenata dai prezzi esagerati del mercato antiquario e non giustificati neppure dalla rarità o dalla bellezza del pezzo. Nonostante ciò, si va sempre più radicando il valore culturale dell’immagine in cartolina e con esso la necessità di scovare questo genere di frammenti di una realtà passata prima che il tempo li cancelli irrevocabilmente.

Accanto all’aspetto conoscitivo c’è anche nella raccolta di cartoline un aspetto emozionale che può tradursi nell’adorazione feticistica della cartolina (dotata cioè di poteri magici o trascendenti). Questo modello di pensiero porterà inevitabilmente a perdere di vista lo scopo principale della raccolta: la creazione di un archivio (pubblico o privato) di cartoline riguardanti una località o una tematica specifica.


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