Una nuova analisi dei dati raccolti da Bonilla sembrerebbe stabilire che ciò che l'astronomo osservò quasi 130 anni fa era una cometa, i cui frammenti passarono a distanza estremamente ravvicinata dalla Terra.
Bonilla riuscì a contare oltre 450 oggetti, apparentemente circondati da un alone che li rendeva sfocati, lungo l'arco di due giorni. Dato che nessun astronomo dell'epoca riuscì ad osservare il fenomeno, l'episodio passò quasi inosservato, con tanto di battutine sul fatto che Bonilla potesse aver contatto uccelli o insetti.
In realtà, quello che il telescopio di Bonilla riuscì ad inquadrare era probabilmente una nuvola di frammenti di una grossa cometa, dalla massa superiore di ben 8 volte a quella della cometa di Halley.
Sembra strano che Bonilla riuscì ad osservare un fenomeno che gli osservatori astronomici più vicini, a poche centinaia di chilometri di distanza, non furono in grado di vedere; ma la posizione ravvicinata della nuvola di frammenti avrebbe fatto in modo, secondo la nuova analisi, che la cometa potesse essere visibile solo alla latitudine del Messico. La stessa di Sahara e Sud-Est Asiatico, località note per non essere sede di numerosi osservatori astronomici.
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Secondo i calcoli dell'astronomo Hector Javier Durand-Manterola e colleghi della National Autonomous University of Mexico di Città del Messico, la cometa si sarebbe spezzata in oltre 3.000 frammenti a partire da un oggetto largo tra i 46 e i 795 metri e lungo tra i 68 e i 1.022 metri.
I frammenti avrebbero creato una nuvola di roccia ampia da 50 a 800 km: miliardi di tonnellate di materiale lanciate ad una velocità di diversi chilometri al secondo. Le osservazioni del 1883 durarono circa quattro ore a sessione, il che ha portato a pensare che il disco solare fosse attraversato da 131 oggetti ogni ora, per un totale di 3.275 oggetti che hanno solcato il punto di osservazione di Bonilla durante l'arco di due giorni.
Questa pioggia di materiale cometario avrebbe sfiorato la Terra distanza estremamente ravvicinata, tra i 500 km e non oltre gli 8.000 dalla superficie del nostro pianeta. Pensare alle possibili conseguenze dell'impatto di una pioggia di roccia del genere fa rabbrividire, anche con la consapevolezza che i frammenti più piccoli sarebbero bruciati nell'atmosfera.
Un corpo della giusta composizione, del diametro di soli 10 metri e lanciato alla velocità di 10 km/s, potrebbe infatti rilasciare tanta energia (20 kT) quanto Fat Man, la bomba atomica sganciata a Nagasaki. E non è molto confortante sapere che la probabilità statistica che uno di questo bolidi possa esclodere nell'alta atmosfera, anche senza la presenza di una nuvola di frammenti di cometa, sarebbe pari ad un evento del genere ogni anno.
Ogni frammento sarebbe stato grande quanto l'oggetto che avrebbe scatenato l'evento di Tunguska. "Se fossero precipitati sulla Terra avremmo avuto 3.275 eventi come Tunguska nel giro di due giorni, probabilmente un evento che avrebbe portato all'estinzione di massa" dice Manterola.
Ma da dove provenivano questi frammenti? Pare che appartengano alla cometa periodica 12P/Pons–Brooks, il cui prossimo passaggio dovrebbe avvenire nel 2024. Ma in base ai dati in nostro possesso, non si può confermare o scartare l'ipotesi: potrebbe infatti trattarsi della cometa C/1883 D1, o di un oggetto ancora sconosciuto.
Billion Tonne Comet May Have Missed Earth By A Few Hundred Kilometres in 1883