Credit: Gemini Observatory/AURA
Una nuova serie di immagini riprese dall'Osservatorio Gemini mostrano la cometa C/2012 S1 (ISON) in avvicinamento, verso il suo pericoloso appuntamento con il Sole.
A fine novembre e nei primi di dicembre di quest'anno, ISON potrebbe offrire uno spettacolo mozzafiato nei nostri cieli, rimanendo brillante e facilmente visibile ad occhio nudo.
Ma, dopo le osservazioni della sonda della NASA Deep Impact, del satellite della NASA Swift e del telescopio spaziale Hubble, una sequenza di immagini scattate da fine febbraio a maggio 2013, mostrano una notevole attività nonostante la distanza da Sole e dalla Terra sia ancora notevole.
La "Cometa del Secolo" avrà la stoffa giusta per sopravvivere nel suo avvicinamento al Sole?
Quando il telescopio Gemini Nord sul Mauna Kea, nelle Hawaii, ha catturato la sequenza, ISON si trovava a 730 - 580.000.000 di chilometri, oppure 4,9 - 3,9 unità astronomiche, dal Sole. Le foto, scattate verso l'infrarosso, mostrano già del materiale polveroso in fuga dalla cometa ("dirty snowball" o "palla di neve sporca").
L'ultima immagine del mosaico, sulla destra, risale ai primi di maggio ed è composta da tre scatti in diverse lunghezze d'onda, per ottenere la foto a colori.
Le immagini mostrano una parabola ben definita in direzione del Sole, che si assottiglia in una coda corta e tozza in direzione opposta. Queste caratteristiche si formano quando la polvere e i gas sono in fuga dal nucleo ghiacciato e circondano il corpo principale, formando la chioma (l'atmosfera temporanea che si forma in vicinanza del passaggio al perielio).
Vento solare e pressione delle radiazioni spingono il materiale della chioma a formare la coda della cometa.
Scoperta da due astronomi russi il 21 settembre 2012 utilizzando l'International Scientific Optical Network di 40 centimetri, vicino a Kislovodsk, la ISON sta probabilmente compiendo il suo primo passaggio nel Sistema Solare interno e proviene dalla Nube di Oort. Spesso molte comete non sopravvivono al loro primo viaggio.
L'astronomo Karen Meech, presso l'University of Hawaii's Institute for Astronomy (IfA) a Honolulu, sta lavorando ad un'analisi preliminare dei nuovi dati Gemini ma è ancora presto per capire il destino di questa cometa.