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La commedia romantica Le autrici

Creato il 11 maggio 2015 da Tiziana Zita @Cletterarie

Donna scrive cappelloC’è un vasto gruppo di scrittori, ma soprattutto scrittrici, che vivacchiano scrivendo rosa. Hanno alle spalle più o meno romanzi, in parte autopubblicati, e un pubblico che li segue fedelmente. Li abbiamo incontrati a Roma in un workshop dell’Ewwa, dove sono arrivati da diverse parti d’Italia. Ecco chi sono, cosa pubblicano e come si promuovono.

Partiamo con Diego Galdino, l’unico autore maschio presente, edito da Sperling & Kupfer: “Mi sveglio alle quattro del mattino e scrivo fino alle cinque e mezza, poi scendo e faccio il barista. Se durante la giornata mi viene un’idea me la scrivo sul cellulare”.

Valeria Luzi, viaggiatrice, ha esordito con Che ci faccio a Mejugorje? Il suo secondo romanzo è con Newton Compton: “Per fortuna ora mi dedico solo a questo perché odio avere ostacoli quando scrivo. Ma anche avere tutto il tempo non è facile. Perciò mi sono data una regola: scrivo ogni giorno almeno 2000 parole, dal lunedì al venerdì. Se un giorno non ce la faccio, recupero il giorno dopo”.

Lisa Lorenzi, bolognese romanizzata, ha un libro in uscita con De Agostini, dal titolo Sognavo di sposare il principe azzurro: “Ho scritto due romanzi. L’idea mi è venuta un mattino e l’ho appuntata su un foglio. Poi ho scritto il soggetto e poi tanti file di Excel con tutte le funzioni narrative, le linee di evoluzione dei personaggi, la linea del lavoro, quella dell’amore… avevo una nonna svizzera. Faccio sempre una griglia rigida e dettagliata”.

Valeria Luzi e Lisa Lorenzi

Valeria Luzi e Lisa Lorenzi

Sarah Rabolini, insegnante e giornalista milanese, ha pubblicato l’ebook Per un’estate con Piemme. “Mi sveglio un’ora prima e scrivo dalle sei alle sette. Poi ci sono i bambini, la scuola”.

Alta marea a Cape Love
Viviana Giorgi, giornalista e scrittrice: “Parto da un’idea, da un luogo, che sia Milano o il Maine. Da lì escono la protagonista e il protagonista. Ho scritto una storia ambientata in un faro nel Maine, oppure una a New York, a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento”.

Sabrina Grementieri sta per pubblicare il suo primo romance : “Non scrivo la mattina, sono un animale notturno. Lo faccio rubando tempo ai figli e al resto. Anch’io parto da un luogo. Non scrivo tutti i giorni perché non ci riesco”.

Dell’esplosiva coppia Flumeri & Giacometti, le sceneggiatrici e scrittrici che hanno fondato l’Ewwa (l’associazione delle scrittrici europee), parla Elisabetta Flumeri: “Siamo due strutturaliste convinte e poi lavorando in due un minimo di struttura è necessaria. Ma siamo totalmente indisciplinate e lavoriamo tantissimo sotto scadenza. Il protagonista fotografo già concordato con l’editore è diventato un panettiere. Il fotografo proprio non ci veniva. Il pane c’ha salvato”.

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Simona Morani ha pubblicato Quasi arzilli con Giunti ed è il suo primo romanzo: “Parto dalle situazioni e dalle persone. Il luogo è importante perché non posso scrivere di un luogo che non conosco. Se so di dovermi svegliare presto al mattino non dormo tutta la notte, ma sono alla ricerca di una disciplina. Non riesco a scrivere tutti i giorni. Le idee migliori mi vengono guidando”.

Giulia Alberico, insegnante e scrittrice, ha all’attivo numerosi libri con diversi importanti editori: “Per caso Elvira Sellerio ha letto una mia cosa e mi ha detto: “Lei è brava e io voglio pubblicarla”. Poi ne ho scritti altri otto. Non ho mai avuto gran che soldi. Ho un mio pubblico. Faccio l’insegnante, la mamma e la nonna. Trovo molta ispirazione nelle panchine. Quando scrivo non so dove vado a parare. Non ho un tema, ho un personaggio a cui mi sono affezionata”.

La commedia romantica  Le autrici

Flumeri & Giacometti

Sentiamo come rispondono alla domanda: “come vi promuovete?”

Sarah Rabolini: “Quando ho mandato il romanzo alle varie case editrici, ho avuto tre proposte. Due a pagamento e le ho scartate, una per l’ebook da Piemme, una grossa casa editrice che ha curato e cura la mia crescita. Una persona di riferimento legge quello che scrivo, mi dà dei consigli e mi tratta come se io fossi Gramellini. La promozione quindi l’ha fatta la casa editrice. Sul sito di Piemme, dieci giorni prima dell’uscita del romanzo e per tutta l’estate c’è stata la mia copertina. Poi ho fatto la chat con i lettori appena è uscito l’ebook. I blog hanno fatto le recensioni, per fortuna positive perché con quelle le vendite salgono. Ho una pagina Facebook e poi ho aperto una pagina con il titolo del libro”.

Sarah Rabolini

Sarah Rabolini

Diego Galdino: Ho trovato un agente letterario molto importante e una casa editrice molto importante che hanno fatto della mia storia un bellissimo romanzo. Ma la mia fortuna è stata trovare Annalisa Del Vecchio. Lei ha creato la mia pagina su Facebook che da zero, dopo due anni è arrivata a 10 mila persone. Annalisa crea delle immagini con le frasi dei miei romanzi. L’importanza delle blogger è fondamentale. Forse è ancora più importante che scrivere un bel romanzo.

Valeria Luzi: Devo tutto a internet. Tre anni fa io sono stata una pioniera del self publishing. Quando chiedevo di comprare il mio ebook mi guardavano come fossi un’aliena. Io mi promuovo molto e ho provato tutti i social network. Ho anche un mio sito. Il mio social preferito è Facebook, non tanto la pagina ma il mio profilo personale. Le persone dopo aver letto il libro mi chiedono l’amicizia. I blog sono fondamentali, più dei siti e della pubblicità. Anche le recensioni negative e le critiche sono utilissime: io imparo molto. Ovviamente parlo delle critiche costruttive di chi il libro l’ha letto.

Lisa Lorenzi: “Il libro che ora esce con De Agostini lo avevo autopubblicato e devo moltissimo a internet. E’ utile per entrare nelle comunità dei romanzi rosa. Ora scrivo direttamente a tutte le blogger proponendo il mio romanzo. Ho fatto delle campagne su Google AdWords. Avevo i clik ma non corrispondevano a un aumento delle vendite. Lo stesso vale per le recensioni dei blogger. Non hanno portato a un aumento delle vendite. Invece la copertina e la sinossi sono importantissime e determinanti per entrare tra i primi 100 in classifica”.

Annalisa Del Vecchio

Annalisa Del Vecchio (a sinistra)

Viviana Giorgi: Sono partita come blogger e poi sono diventata scrittrice, quindi alle blogger ho dedicato il mio ultimo romanzo, anche se negli ebook le dediche non le legge nessuno. L’ho dedicato “alle romance blogger”. Su Facebook vedo che è molto più interessante se metto qualcosa di me, che se parlo del mio personaggio. E’ importante stare sui social tutti i giorni, soprattutto se pubblichi un ebook perché il pubblico ce l’hai sui social.

Sabrina Grementieri: “Tu, la tua vita, gli aneddoti personali aiutano moltissimo e in questo io faccio fatica. Non volevo neanche mettere la foto ma ho dovuto farlo perché è funzionale. Ho aperto un sito personale. Ho fatto tante presentazioni fisiche. Tantissime. Alcune anche con tre, quattro persone. Tutto questo mi è servito e mi ha rinforzato. Di blogger ne conosco poche, ma so che sono molto influenti e le case editrici si fidano della loro opinione. Ben vengano anche le critiche negative, ma il primo impatto è devastante. Poi quando l’hai digerita ci lavori”.

alberico Un amore sbagliato
Simona Morani: “Su Facebook ci sono da pochissimo e ho già quattro stalker. Mi ha scritto un ragazzo per firmare una petizione perché è morto il suo Beagle, secondo lui per colpa del veterinario. Mi chiedo se questi messaggi li devo cancellare. Comunque se i blogger scrivono su di me sono molto felice”.

Gabriella Giacometti: Per noi le blogger sono essenziali. Servono a restare in contatto con le lettrici che non ci conoscono. Siamo su Twitter ma lì faccio tutto con difficoltà e non so dove finiscano le mie parole. Dedichiamo alla promozione e ai social tre ore al giorno e siamo in due. Noi facciamo un lavoro capillare, con tante presentazioni, anche se a volte ti chiedi: ma perché sono venuta fino a qui? Però guardare le persone in faccia è importante”.

Giulia Alberico: “Ci sono le persone che ti hanno letto e che vogliono conoscere l’autore. E’ come se il paté volesse conoscere l’oca. Io non ho una pagina Facebook. Per me addirittura non bisognerebbe incontrare i lettori. Io non voglio parlare di me, o far vedere la mia cellulite. E’ il libro che conta”.

Diego Galdino: “Non potrei essere meno d’accordo. Per me l’emozione più grande è stata avere nel mio bar un gruppo di signore tedesche che sono venute apposta per cercarmi e farmi firmare il libro”.

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Questa è la seconda parte sulla commedia romantica, dedicata agli autori, mentre la prima parte è sugli editori.


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