Due amici d’infanzia da compagni di giochi diventano compagni di avventura, soci in affari. Una volta cresciuti creano una cooperativa, una piccola produzione di divani artigianali, che dà lavoro a un gruppo di persone del luogo. I due vivono in provincia, a Sant’Ugo, un paesino al confine tra Emilia Romagna e Marche, e stanno per toccare con mano la crisi, evento che farà emergere frizioni, incomprensioni e quell’orgoglio che incrina pericolosamente i rapporti sino a quando torna la ragione.
“Tempo instabile con possibili schiarite” narra la storia di Giacomo e Antonio e di come una sera, mentre occultano rifiuti tossici, trovino il petrolio in cortile. A quel punto devono decidere se cogliere al volo l’occasione e imbarcarsi in un’impresa più grande di loro, oppure tacere e dimenticare l’accaduto, ma piegarsi all’inesorabile destino. L’indole dei due presto emergerà e per la prima volta in anni imboccheranno sentieri differenti. Anche se, si sa, l’amicizia di una vita non è un legame semplice da recidere e il raziocinio potrebbe tornare prima che sia troppo tardi (si spera).
Marco Pontecorvo, alla seconda fatica dietro la macchina da presa, presenta il suo nuovo lavoro in concorso al festival del cinema di Bari a qualche giorno di distanza dal suo arrivo in tutti i cinema in concomitanza con le festività. L’opera è una commedia drammatica, non triste né disperata, divertente ma non comica, ed ha un cast all stars che affianca talenti nostrani a quelli a stelle e strisce. Si parla di crisi economica, di amicizia guastata dal tipico orgoglio del maschio adulto, di famiglia e di cambio generazionale, quest’ultima vera chiave di volta su cui l’autore punta per distinguere il suo film dalle altre pellicole in circolazione.
All’appello del regista rispondono Lillo (del duo comico Lillo & Greg); Luca Zingaretti (recentemente apprezzato in “Perez”); e Carolina Crescentini, nei panni di un’impacciata e insicura giovane contabile, che incarna molti dei tic tipici dei timidi. Al loro fianco c’è un fuoriclasse: John Turturro (amico del regista sin da “La Tregua”) che recita addirittura in italiano, con quell’accento straniero che intriga sempre il pubblico. Peccato che, al contrario del veliero su cui il suo personaggio si diletta a pescare e pranzare in compagnia dei nuovi amici, la trama, i protagonisti e il ritmo ogni tanto vacillino. Si avverte incertezza, si vaga alla ricerca della giusta strada, i guizzi migliori svaporano rapidamente e lo spettatore rimane disorientato.
“Tempo instabile con possibili schiarite” ha un buon cast e una buona idea di fondo (per palare di problemi comuni, di umane insicurezze e di giovani speranze usa l’improbabile scoperta del petrolio e il supporto dell’animazione manga), elementi che appaiono però insufficienti a far spiccare il volo al film. Il risultato non trascina, non facciamo in tempo a sentirci in sintonia che tutto si affievolisce e ci ritroviamo ad attendere ciò che non accadrà. Ancora una volta, purtroppo, le migliori intenzioni e l’impegno non sono sufficienti a costruire una casa solida.
Vissia Menza