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La Comune di Port Said

Creato il 06 marzo 2013 da Francosenia

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Difficile rimanere indifferenti al movimento che sta interessando l'insieme delle città del delta del Nilo. La città di Port Said è fra le più interessate a quello che è diventato un vera e propria secessione di una città che si è auto-organizzata e non riconosce più il potere centrale di Morsi. Le sommosse sono iniziate alla fine del mese di gennaio, dopo  la condanna a morte di 21 persone - tifosi della squadra locale di Al Masri - accusate di aver partecipato ad una gigantesca rissa (innescata dalla polizia) che, nel febbraio del 2012, aveva provocato 74 morti, a margine di una partita che si era giocata nello stadio della città.
I manifestanti accusano il governo di essere rimasto sordo alle loro rivendicazioni e promettono di continuare la loro battaglia di "disobbedienza civile".
Oggi, la gestione del Porto della città è in mano ai rivoltosi che si sono impossessati di tre mezzi blindati abbandonati dall'esercito per la strada quando, il 4 marzo, decine di migliaia di persone hanno preso possesso della città, che è diventata il cuore pulsante della rivolta contro i Generali ed il loro alleato Mohamed Morsi, per seppellire cinque dei loro compagni, uccisi dall'esercito e dalla polizia la notte fra il 3 ed il 4 di marzo. Ben presto, la polizia ha di nuovo caricato la folla. I manifestanti hanno risposto lanciando pietre e bottiglie molotov. In questo frangente, alcuni rivoltosi hanno preso il controllo della direzione del Porto. Ora, le autorità temono un contagio che rischia di interessare tutto il canale di Suez, ed il suo eventuale blocco. L'esercito è stato costretto ad abbandonare una parte della città, e nella fuga ha abbandonato tre mezzi blindati.
Durante gli scontri è stato anche dato alle fiamme un edificio, sede dei Servizi di Sicurezza di Port Said.

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Nel filmato di globaluprisings.org, si può vedere l'utilizzo di una sorta di lanciafiamme improvvisati, da parte dei rivoltosi; creati, a partire degli estintori, hanno avuto un loro primo utilizzo da parte delle donne, per difendersi dagli stupratori, laddove, dietro queste pratiche di violenza contro le donne, volte a seminare il panico, e messi in atto utilizzando i metodi più vili, da parte della polizia e dell'esercito.


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