La comunicazione digitale nel mondo moderno.

Creato il 08 giugno 2010 da Trinat

In questi ultimi anni (dal 2000 in poi) si sente spesso parlare di "digitale": Fotocamera digitale, TV digitale, Digitale terrestre, Musica digitale , ecc. ... ma qual'è il significato di questa parola? Perchè conviene tanto utilizzare il "digitale"? La parola digitale sostanzialmente nell'ambito della tecnologia indica il metodo con cui vengono codificate e trasmesse le informazioni in contrapposizione all'altro metodo, quello "analogico" dominante fino ad oggi per le trasmissioni televisive e radiofoniche. La differenza sostanziale tra i due metodi è che l'analogico codifica le informazioni imitando il comportamento del fenomeno naturale che si vuole riprodurre ( come per esempio quando un Dj parla al microfono quest'ultimo converte l'onda sonora che è la sua voce in un'onda radio che imita la voce del Dj nel senso che ha una forma d'onda più o meno simile all'onda sonora della voce), il digitale invece opera in maniera diversa: digitalizzare un fenomeno naturale significa "convertirlo in simboli"; attualmente la codifica digitale utilizzata è quella binaria per cui convertire un fenomeno naturale in digitale significa convertirlo in una sequenza di bit. Questo avviene essenzialmente nei processi di " campionatura" e " quantizzazione". Ma entrare nei particolari tecnici di questi termini ci porterebbe lontano, nè sarei in grado di semplificare un argomento così vasto e complesso con parole mie: ogni termine ha una sua collocazione ben precisa e un significato specifico che non può essere manipolato. Secondo gli esperti del settore le trasmissioni digitali sono meno soggette alle interferenze rispetto a quelle analogiche; i supporti di memorizzazione digitali sono più duraturi di quelli analogici e se correttamente conservati mantengono assolutamente inalterata l'informazione contenuta. Inoltre in genere i supporti digitali contengono molta più informazione digitalizzata di quella che i supporti analogici contengono in forma analogica. La somma di questi fattori e l'esplosione dei PC, dei telefonini e di altri apparecchi audiovisivi tecnologicamente avanzati, hanno determinato l'inizio del dominio del digitale, che tutt'ora domina la scena mondiale della comunicazione. A proposito di PC : recentemente il Tribunale di Milano ha condannato Google per violazione della privacy di un ragazzo down, sbattuto alla berlina su YouTube. Naturalmente c'è chi ha visto in questa sentenza il principio della fine della libertà della rete, ma , secondo me, non è così: la sentenza del Tribunale di Milano rappresenta un forte segno culturale che determina il punto di partenza di ogni serio confronto sulla comunicazione digitale. La rete, se vuole sopravvivere, deve uscire dal senso di onnipotenza coltivato fino ad oggi. "Nell' interesse stesso di Internet - scrive Giovanni Valentini su Repubblica del 25 febbraio 2010- della sua libertà e creatività neppure la moderna cultura digitale può eludere il principio di responsabilità verso terzi. La libertà personale è assoluta, ma trova un limite invalicabile nel rispetto della libertà altrui". A questo punto qualcuno potrebbe obiettare che Google è come un "muro" sul quale il popolo della rete lascia i propri messaggi e quindi non ha alcuna responsabilità sul loro contenuto, ma la sentenza del Tribunale di Milano introduce il concetto che il proprietario del "muro" è almeno in parte responsabile di quello che c'è scritto sopra e nello specifico Google con un sistema di filtri e un adeguato personale da destinare a compiti di controllo potrebbe ridurre la possibilità di danneggiare persone ed imprese. Certamente tali strumenti di controllo costano; ma essendo Google un colosso che guadagna sei, sette miliardi di dollari all'anno, potrebbe, volendo, sopportare facilmente il peso economico di una simile operazione di salvaguardia e di tutela della privacy. all'interno di un sistema di scambio di informazioni e quant'altro , articolato in maniera corretta e leale nei confronti della rete, sempre più incisiva nella vita di tutti i giorni. Ecco perchè si fà largo l'idea che Internet non può svilupparsi al di fuori di una logica che contempli non solo diritti e doveri, ma anche la necessità di porre delle regole nel Far West digitale del mondo moderno. Solo così il "digitale" acquista la sua funzione di veicolo preferenziale nello sviluppo tecnologico e progresso civile della nostra Società.

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