La conchiglia di anna

Da Nina
Anche la conchiglia di oggi, come quella appena passata, nasce dal cuore di una donna speciale, capace di tanto amore e empatia. Io mi sorprendo quando ho la conferma della premura che avete nei miei confronti, le stesse attenzioni che metto io in quel che faccio, la stessa cura, mi tornano indietro centuplicate, con gli interessi. E' un dare e ricevere, un ciclo continuo che si autoalimenta, accrescendosi sempre più. Questa è la ricchezza più grande del blog di Nina. E la magia sta tutta qui: donne che non riescono a concepire la vita, o che faticano e lottano per riuscire a farlo, sono le stesse capaci di generarla e custodirla dentro in mille altre forme e colori, per poi farne dono al mondo.
AnnA mi aveva spedito la sua conchiglia a maggio, quando il suo viaggio nella pma era appena iniziato e il mio era ancora lontano. Poi è arrivato il suo turno e lei, con una delicatezza che mai scorderò, mi ha chiesto di aspettare a pubblicarla. Voleva saltare un paio di turni e nel frattempo preparare tutti gli aggiornamenti. Io ho acconsentito, pregando in cuor mio che fosse il segno di un meraviglioso cambiamento nella sua vita.  Invece quel che ha fatto questa dolce guerriera è stato voler attendere la mia tranquillità, voler aspettare con me il mio momento migliore: che io vedessi con i miei occhi e ascoltassi con le mie orecchie la realtà dell'esserino che mi abita. Tutto questo per non turbarmi, per non spaventarmi. Affinché la sua storia non mi trascinasse in un vortice di paure e timori. Tutto questo mentre lei stava soffrendo. E' riuscita ad andare oltre se stessa e a preoccuparsi per me, così come tante di voi prima di lei. Ora capite quanto io le devo, ora capite perché siete per me fonte di continuo stupore e meraviglia, di commozione e gratitudine profonda.  Non finirò mai di ringraziarvi per il dono che siete, che rappresentate, per me.
LA CONCHIGLIA DI ANNA

Illustrazione di Francesca Ballarini
*
Ho sempre avuto il terrore di non diventare madre… sarà il mio quinto senso e mezzo, non so, resta il fatto che questo mio incubo si sta realizzando. Laurea fatta, lavoro sicuro trovato, casa spettacolare (mutuo un po’ meno), primo anno di convivenza fuori da ogni regola: FANTASTICO. Poi un giorno “giovane cognato occhi del cielo” dice al fratello: <<Allora, mi fai diventare zio? E’ ora!>>. Da quel momento si è sentito pronto. Io lo ero già da tempo.
Ricordo la prima volta senza protezioni.
Giorno ovulazione calcolato, tutto doveva essere perfetto perché avevo quest’assurda convinzione che il piccolo sarebbe arrivato subito. Ne hai voglia.. i mesi passavano, le ansie aumentavano e le lacrime, all’arrivo del ciclo, iniziavano a farsi vedere! Dopo una anno abbiamo deciso di fare dei controlli per evitare che l’ansia prendesse il sopravvento. Ricordo perfettamente il giorno in cui sono andata a ritirare l’esame dello spermiogramma. Era il giorno prima del suo compleanno. Da sola, in macchina, con le mani che tremavano ho aperto quella busta: vuoto! Quel fottutissimo foglio era completamente vuoto. Zero spermatozoi. Poi quella parola orribile: azoospermia.  Gli stavo portando a casa proprio un gran bel regalo!
DISPERAZIONE.
Un dolore lancinante, insopportabile, che non mi permetteva di guidare perché le lacrime oscuravano tutto. Il vuoto. E ora? Come dirglielo? Nel modo più semplice, senza troppe parole, sarebbe stato meglio anche senza troppe lacrime. Purtroppo però di lacrime ce ne sono state e tante. Ritorniamo dal Gine con tutti gli esami. Sensibilità: zero.
<<Ma… ma… questo spermiogramma è vuoto! Lei non ha nemmeno uno spermatozoo! Con questo risultato non possiamo proprio farci niente!>>
Sembrava quasi lo stesse accusando di questa mancanza… ma che cazzo! Ma sono i modi questi! Lo vedo anch’io che lo spermiogramma è vuoto, non sono né analfabeta né cieca! Dimmi piuttosto cosa c’è da fare! Quali sono i passi successivi, mostra almeno un po’ di umanità e rispetto! Non siamo medici, ma non siamo stupidi, men che meno, insensibili. Bene allora adesso che si fa?  <<A questo punto, vi consiglio la Spagna!>> Cioè? Dobbiamo farci un viaggetto rilassante e caliente così magari gli spermatozoi del mio Orso, come per magia, compaiono? <<L’eterologa potrebbe essere l’unica soluzione e ho dei contatti molto validi>> Ah! Ora capisco. <<Prima però vi consiglio di andare da un bravo andrologo per capirne le cause>> Forse, mio caro Gine, senza escludere l’opzione Spagna, prima di tutto doveva consigliarmi una visita andrologica, poi con qualche informazione in più, maggior consapevolezza ed accettazione della situazione, poteva introdurre l’argomento “eterologa”. Ciliegina sulla torta?
<<Adesso ragazzi non perdetevi d’animo, siete giovani! E lei, mio caro, non si abbatta! Non le ho detto che ha problemi sessuali, cerchiamo di non confonderci le idee. La sua non è mancanza di virilità! E segua il mio consiglio: ora vada subito a bersi un bel whiskey (la virilità non è messa in discussione), ma ha subito un gran brutto colpo!>>
Unico fattore positivo? Oltre ad avergli consumato tutti i Kleenex sulla scrivania, non ci ha fatto pagare la visita. Bene, gli abbiamo fatto pena! Evvia con una sfilza di esami da portare all’andrologo, essere umano dotato di grande sensibilità, cultura… umanità appunto! Ogni volta che ci spiegava qualcosa sembrava come un padre che nel modo più semplice, tranquillo e naturale ci descriveva ed analizzava tutte le sue supposizioni!
DIAGNOSI
Azoospermia ostruttiva. L’Orso produce regolarmente gli spermatozoi, ma questi non fuoriescono perché sono completamente assenti le vie seminali. Poveri spermini intrappolati nei testicoli. Non hanno mai visto luce! La bella notizia? Si possono recuperare! Purtroppo prima di affidarci all’esperienza e professionalità del “nostro” Centro il paterno andrologo ci ha indirizzati ad un altro, il quale, oltre a farci perdere tempo e soldi, ha prelevato gli spermatozoi con una metodologia dolorosa, povero Orso, e arcaica.
Ricorderò per sempre la faccia raggiante del professionista: <<Signori, abbiamo recuperato ben 13 spermatozoi che ora congeleremo per poi darveli quando farete l’inseminazione in un Centro della vostra città!>>  Noi, poveri ignoranti in materia, eravamo anche felici. Sì, pensavamo di trovarne di più, ma se il medico è raggiante e rassicurante, vuol dire che va tutto bene! Peccato che il Gine non la pensava allo stesso modo.
<<13 spermatozoi sono il nulla, quando verranno scongelati, molto probabilmente, saranno tutti morti! Sono troppo pochi, le percentuali di riuscita sono praticamente inesistenti. Più che un’azoospermia ostruttiva, qua a me sembrerebbe secretiva! Vi consiglio un altro centro molto specializzato, il Professore è uno dei migliori e gli andrologi che collaborano con lui sono ottimi professionisti >>. Il Professore è una persona molto eccentrica, è Amore a prima vista. Inorridito dalle procedure dell’altro Centro ci spedisce dall’andrologo, prima però mi fa un’accurata visita e, soddisfatto, dice che sembra andar tutto bene e che sono veramente giovane. Giovane… insomma… una giovane donna sì, ma non proprio così giovane, i 30 li ho passati da poco anch’io! Il nuovo andrologo è un uomo “alla buona”, pratico, schietto. La prima cosa che ha detto al mio Orso? <<Ma che razza di palle (si, si ha detto proprio palle) hai? Sono enormi! Questa è sicuramente un’azoospermia ostruttiva e altro che 13 spermatozoi. Qui ne troveremo davvero tanti! >> 600.000 spermatozoi prelevati con metodo TESE!
Il 15 Marzo 2012 inizio la soppressione, il 12 Aprile la stimolazione. Dovevo iniziarla circa una settimana prima, ma il Professore, probabilmente stanco, ha preso un abbaglio. Riguardando tutti gli esami e il consenso per la Procreazione Medicalmente Assistita dice: <<Ma, ma non va assolutamente bene!!!!>> Cosa illustrissimo Professore?????? <<Vede questo valore qua?>> Siiiii????? <<Il suo compagno ha la sifilide e se andiamo a vedere anche i suoi esami… ecco! Anche lei ha la Sifilide! Questo quadro clinico non permette l’avvio della stimolazione>>. SIFILIDE???
Mi scusi Professore, ma è alquanto improbabile, il mio Orso è donatore Avis l’avremmo saputo, non le pare? E poi, non è una malattia sessualmente trasmissibile? Ma le pare? È impossibile! Ricontrollando bene i risultati ci accorgiamo, tra le mie lacrime di disperazione e gli imprechi dell’Orso, che il Professore li aveva letti male, così ci precipitiamo nel suo studio e gli mostriamo l’errore. Ma non ne ha voluto sapere, prima della stimolazione, per evitare problemi ed eliminare tutti i dubbi, prelievo di controllo!
Fortunatamente siamo una coppia poco sospettosa e gelosa, fiducia totale, altrimenti qua, l’abbaglio del Gine, metteva in crisi anche noi! Superfluo dire che i risultati erano negativi.
Il 20 Aprile Pick Up, prelevati 21 Ovociti. Fecondati 7. Crioconservati 3. Rischio iperstimolo. Niente Transfer. Il giorno del mancato transfer ero a pezzi… ma dentro di me lo sentivo che non ero pronta ad accogliere i miei embrioni, non stavo bene. Tornata a casa ho pianto… speravo di tornare con “un qualcosa” di più, invece nulla. Ora sto aspettando il ciclo. A differenza di tutti gli altri mesi attendo con ansia il suo arrivo così riprenderò con la cura ormonale e dopo una quindicina di giorni circa potrò riprendermi due dei tre pinguini vetrificati (si dice così ;) ). Spero che il percorso per noi non sia così lungo come ho letto in tanti forum… non so
se potremmo resistere a tanto. Ho pensato anche all’adozione, un giorno ad un amico ho detto che, comunque vadano le cose, IO UN GIORNO SARO’ MAMMA …Eppoi cosa volete che vi dica, sono ottimista.
Son quasi certa che i miei pinguini si troveranno bene… sento di avere un utero molto accogliente, un Hotel a 5 stelle extra lusso! E chi se ne vorrebbe mai andare?
  GIUGNO 2012
Eccoci qua, il ciclo è arrivato e si inizia il nuovo bombardamento per andare a prendere 2 dei 3 pinguinetti al freddo e al gelo. Ansia a 1000 e quei fastidiosi cerotti di estradiolo che mi fanno cambiare umore ogni secondo…
Il giorno del transfer è stato fantastico… vedere i miei due brillantini di luce appoggiarsi uno vicino all’altro nel mio utero… una lacrima e mi dico “Non sono mai stata più incinta di così in tutta la mia vita!” Che emozione.  I giorni dopo il transfer sono stati un vero delirio.
“Mi sento pizzicare qua, mi fa male là, meglio non andare in macchina altrimenti le vibrazioni possono danneggiare l’attecchimento, oddio questi sono dolori da ciclo, non è possibile quello stronzo di brufolo pre-rosse anche questo mese è arrivato, non è andata, oddio che ansia, alle beta non ci arrivo viva!” Tutto ruotava su di me… non mi sentivo capita da nessuno nemmeno dal mio Orso, tutti che cercavano di alleggerire la tensione ed io che mi sentivo sempre più sola ad affrontare “un qualcosa” che dentro di me, sentivo già, non aveva funzionato. Ho vissuto 14 giorni di crisi e nervi a fior di pelle… come potevano i miei preziosi pinguinetti trovarsi bene? Altro che Hotel a 5 stelle extra lusso, il mio utero si era trasformato nella peggiore delle dimore: Beta negative.
Tanto dolore, tanta amarezza, ma ancora una speranza: la mia pingui-blasto.
SETTEMBRE 2012
L’estate passa… un estate un po’ annoiata… un’estate senza vere vacanze. Sono ormai due anni che non si va da nessuna parte perché di soldi non ce ne sono, tutti spesi per il nostro prezioso desiderio di diventare genitori.  Ma non importa, il grande giorno è arrivato! Questa volta transfer su ciclo naturale; sono molto più tranquilla e serena perché non voglio commettere gli stessi errori della prima esperienza, tutto il resto l’ha fatto l’agopuntura! Molto scettica all’inizio, soddisfatta al termine delle sedute! Con la mia pingui-blasto resto a casa qualche giorno dal lavoro e poi riprendo… voglio evitare ogni minima paranoia! Infatti i giorni passano tranquillamente e il giorno delle beta arriva piuttosto velocemente. Sono abbastanza serena e realista, ma quella speranza dentro te non muore mai. “Il ciclo non è ancora arrivato, i capezzoli mi sembrano diversi dal solito, questa stanchezza è proprio insolita… Insomma basta paranoie e false speranza Anna… il progesterone può dare tutti questi sintomi che possono dire tutto.. o niente!” Invece no, questa volta il mio quinto senso e mezzo aveva ragione:   BETA a 339, poi a 960 e poi ancora a 2180! SONO INCINTA!
Che fantastiche emozioni… raggiungere Orso sul posto di lavoro con una rosa in mano e la certezza che il frutto del nostro amore e coraggio è dentro me… chiamare i propri genitori per renderli partecipe della nostra gioia, urlare al mondo intero che forse, questa volta, il nostro prezioso desiderio si sta avverando! Ho completamente cambiato residenza nel giro di un nanosecondo: mi sono trasferita sulla nuvole spensierata, felice… realizzata!
Poco dopo iniziano anche le prime nausee, aspettate, desiderate e la pancia gonfia da dover slacciare il primo bottone dei jeans. Passano due settimane ed osservandomi di profilo allo specchio si vede già qualcosina… che bello toccarsi la pancia e sapere che dentro te c’è un microscopico esserino, il tuo. Arriva il giorno della prima ecografia e tutti emozionati con un sorriso ebete stampato sulla faccia ritorniamo alla clinica di Milano: finalmente vedremo il frutto del nostro AMORE!
Ci chiama la Dottoressa, oh è la specializzanda dagli occhi grandi, ci accoglie con un sorriso radioso, anche lei è emozionata e per la prima volta ci visita tutta da sola. Mi metto sulla poltrona e invita anche Orso a vedere il monitor… la visita inizia, vedo sullo schermo un buco nero e la dottoressa che guarda con attenzione. Silenzio. Controlla e ricontrolla. Poi mi guarda e quelle fottutissime parole: “Purtroppo vi devo dare una brutta notizia, mi dispiace. Vedo la camera gestazionale, vedo il sacco vitellino, ma all’interno non c’è nulla, è vuoto. Probabilmente poco dopo l’ultimo prelievo delle beta è cessato tutto. Non ci sono delle vere e proprie spiegazioni. Purtroppo a volte succede. Probabilmente l’embrione ha sviluppato delle malformazioni incompatibili con la vita. C’è stato un aborto. Mi dispiace tanto.”
Il vuoto, la disperazione, le lacrime, l’incredulità, dalle nuvole in un attimo mi sono schiantata a terra. Guardo Orso e nei suoi occhi vedo dolore, disperazione e sconforto… siamo smarriti, siamo ritornati due bambini che non sanno cosa fare, non sanno come affrontare la realtà.
Poco dopo nell’ambulatorio arriva un’altra dottoressa, più anziana e più esperta nella gestione del caso, ci consiglia di guardare il lato positivo nel buon attecchimento dell’embrione… in quel momento sinceramente di lati positivi proprio non ne vedevamo… i minuti successivi sono di completa confusione, le dottoresse che ci parlano, che scrivono al computer, che ci sorridono e io che continuo a ripetermi “E’ un incubo, adesso mi sveglio e la mia pingui è ancora con me, non è possibile, non può succedere a noi, non possiamo essere così sfigati, perché, perché, perché…”.
NOVEMBRE 2012
Dopo due settimane il raschiamento. Terribile. Non volevo staccarmi da quel “qualcosa” che mi aveva fatto credere di avercela fatta. Dopo il risveglio dall’intervento un pianto improvviso, silenzioso, arrabbiato che non sono riuscita a controllare: con quell’intervento avevo messo la parola fine ai miei 23 giorni da mamma.
E’ passata poco più di una settimana dall’intervento. Ho già prenotato tre esami da rifare per ripartire verso Marzo 2013. A Gennaio riprenderò anche l’agopuntura che mi sono fatta regalare spontaneamente dai miei genitori per Natale ;) . Questa volta però ai miei familiari non dirò nulla e non perché non li voglia rendere partecipe, ma abitiamo lontano e la mia mamma vorrebbe tanto stringermi tra le sue braccia nei momenti di sconforto.  Vorrei tanto fargli una sorpresa andandoli a trovare con un’ecografia in mano: camera gestazionale, sacco vitellino e il frutto di un grande amore con un microscopico cuore che batte: tu-tum tu-tum tu-tum tu-tum.
AnnA


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