LA CONCHIGLIA DI SVEVA SOGNANDO e la sua dolce PERLA

Da Nina
Una conchiglia che ho atteso con trepidazione, sia di leggere che di pubblicare.
Una conchiglia che amo e che mi è molto cara.
La testimonianza di un amore che va oltre, che supera le barriere e gli ostacoli, che guarda e vede solo l'essenziale, come insegna la volpe al Piccolo Principe.
La dimostrazione che la forza e la determinazione, la convinzione, sono il motore più potente che esista: quello che porta a destinazione. Questa conchiglia è un inno alla vita, che vince su tutto. Sempre.

LA CONCHIGLIA DI SVEVA SOGNANDO

Illustrazione di Francesca Ballarini
*  
Da che ho ricordi, ho sempre sognato di diventare mamma.
Mi ricordo che da piccola avevo la famiglia cuore, ve la ricordate? Facevo partorire quella povera bambola mille volte al giorno, e dicevo a mia mamma che io sarei diventata ostetrica. Poi per motivi economici non sono riuscita a fare l'università e quindi ho optato sul lavoro per cui avevo studiato, sono diventata educatrice in un asilo nido. Insomma i bambini sono sempre stati al centro della mia vita. Poi ho incontrato mio marito, siamo andati a convivere e dal primo giorno di convivenza ( avevo 25 anni ) abbiamo smesso di prendere precauzioni. Non facevamo calcoli, ci amavamo liberamente ma senza l'idea di ossessionarci per avere un figlio. Poi ci siamo sposati e dopo un anno abbiamo deciso di iniziare seriamente a fare qualcosa per avere un bambino. A quel punto io ho 29 anni, mio marito 27. Inizia lui con il classico spermiogramma e io intanto prenoto l'isterosalpingografia. Arriva l'esito dello spermiogramma ed è un fulmine a ciel sereno: azoospermia. Cominciano le visite dagli specialisti, l'operazione per rimuovere il varicocele, la biopsia testicolare, la MESE, la TESA, la TESE e l'esito è sempre quello : zero spermatozoi. Azoospermia inspiegata. Nel frattempo avevamo deciso che avremo comunque preso in considerazione l'idea dell'eterologa, e per i miei 30 anni andiamo a fare il primo colloquio in un centro di PMA in Svizzera. Mi servono dei mesi per accettare l'idea di entrare nel vortice della PMA, punture, visite mediche, controlli, viaggi della speranza all'estero.. Partiamo a maggio 2011 ( e io ho 31 anni ) , faccio subito 3 IUI eterologhe, e ogni volta le beta sono a zero. Non me ne faccio una ragione, le mie tube sono pervie, i dosaggi ormonali vanno bene, perchè non riesco a rimanere incinta? Decidiamo di provare con la FIVET, e di mia inziativa intanto vado a fare il cariotipo. Ma ci vado tranquilla, tanto con tutta la sfiga che abbiamo avuto penso che il mio cariotipo sarà perfetto! E invece no. Mi chiama il genetista e mi dice di presentarmi il giorno dopo, accompagnata dal marito. Quando arrivo inizia a parlarmi di Traslocazione Bilanciata complessa, praticamente il cromosoma 3 e il cromosoma 8 si sono scambiati dei pezzi di materiale, e hanno ben pensato di farlo in modo complesso ( un braccio del cromosoma è girato di 45° rispetto a come dovrebbe essere ). Tradotto in parole povere : 1 figlio sano ogni 4. Mi parlano di Fivet con diagnosi pre-impianto. Passo il mese successivo a piangere e a chiedermi il perchè, perchè il mio corpo non è fatto per avere naturalmente un figlio? Perchè proprio a me? Ma dopo comincio a pensare, il destino/fato ha voluto che io e mio marito, due persone infertili, ci incontrassimo, forse doveva andare così? Piano piano mi tranquillizzo e me ne faccio una ragione e intanto capisco che non sono pronta psicologicamente per fare Fivet con diagnosi pre-impianto. Non sono pronta a "scegliere" gli embrioni sani e scartare gli altri, non sono pronta a mettere al mondo un figlio che magari è sano ma ha la mia stessa traslocazione, sapendo già da ora che un giorno avrà difficoltà a procreare. Non posso fare questo a mio figlio. Allora comincio a informarmi sull'embriodonazione, e da li ricomincio a respirare. Ci informiamo, valutiamo, e prendiamo la nostra decisione. Andiamo a Praga, facciamo il primo colloquio, la preparazione ed eccoci a marzo 2012, primo tentativo di embriodonazione e transfer di 2 embrioni congelati, ottenuti dal seme di un donatore e dall'ovulo di una donatrice, con lo stesso gruppo sanguineo e fenotipo mio e di mio marito.Mi sento incinta già dal giorno dopo il transfer, e quando le beta risultano a zero  piango così tanto che ho paura di non riuscire più a riprenderemi. Passa un mese e decidiamo di riprovarci, questa volta per dare un aiutino in più, il centro mi suggerisce di provare l'irritazione dell'endometrio: con un catetere particolare graffiano la parete dell'endometrio e sembra che le sostanze rilasciate per riparare questi graffi favoriscano l'attecchimento. Ciclo il 2 maggio, 10 maggio voliamo a praga per fare isteroscopia+irritazione dell'endometrio il giorno successivo. Il 16 ripartiamo per praga e il 17 facciamo il transfer di 2 embrioni. Il giorno dopo vado a lavorare, questa volta voglio fare vita normale (nel tentativo precedente avevo passato i 14 giorni della cova a letto). Ma la notte tra il 19 e 20 maggio, il terremoto colpisce la zona in cui abito. E da li ogni tentativo di stare tranquilla è pressochè inutile. Siamo fortunati, abbiamo la casa agibile e non abbiamo subito danni. Ma viviamo continuamente in tensione e io penso che i miei piccolini non si attaccheranno mai con tutta questa tensione. Sabato 26 ho dei capogiri e una sensazione strana, faccio il test ed è debolmente positivo. Stessa cosa la domenica 27. Lunedì 28 faccio le beta e sono positive : 210! Siamo ancora cautamente felici, ma sono incinta! Aspettiamo l'eco del 21 per vedere se è tutto ok ma dalla prima eco del 6 giugno abbiamo visto due camere gestazionali.
Ottobre. Uno dei gemellini, il maschietto, vola in cielo Dicembre. A metà dicembre alla 32esima settimana nasce *svevina* 1.850 x 43 cm 

(Appena ho visto questa foto che mi ha mandato Sveva ho subito pensato che le sue due piccole dita sembrano mimare il segno di Vittoria! Sembrano voler dire 'Ce l'ho fatta!'. Anche questa volta ha vinto la vita).


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