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La confindustria su Teatro Lirico

Creato il 25 ottobre 2012 da Nonzittitelarte

La confindustria su Teatro LiricoSul Teatro lirico torni a una scelta condivisa che soddisfi anche i sindacati. Dopo le proteste seguite alla nomina di Marcella Crivellenti, lo chiede al sindaco di Cagliari Massimo Zedda la Confindustria Sardegna Meridionale, secondo cui bisogna superare “la situazione fortemente conflittuale e di contrapposizione generatasi con la nomina del nuovo Sovrintendente”. Il conflitto rischia di pregiudicare il raggiungimento degli importanti traguardi cui il Teatro deve aspirare, per questo – secondo Confindustria – tutti i soggetti istituzionali, economici e sociali interessati sono chiamati ad uno sforzo comunevolto a ritrovare un indispensabile clima di collaborazione”.

Direttamente al sindaco Zedda arriva l’appello: “Sarebbe certamente apprezzabile che, a prescindere da questioni di metodo e di merito circa la legittimità ed opportunità della scelta compiuta, il Sindaco di Cagliari assumesse la coraggiosa decisione di provare a ricostruire quell’indispensabile e diffuso consenso nella scelta del nuovo Sovrintendente che, solo con una riconosciuta autorevolezza e competenza, potrà ricevere quel supporto necessario a riportare il Teatro ai successi ed all’attenzione che merita all’interno ed all’esterno della Sardegna”.

“La Confindustria Sardegna Meridionale ritiene che il Teatro lirico di Cagliari, oltre che uno degli imprescindibili capisaldi culturali della nostra isola, possa e debba divenire una delle leve principali attraverso cui rilanciare l’immagine del territorio attraendo così nuovi flussi turistici, con positive ricadute economiche sull’intera regione”.

“Non possiamo più permetterci di gestire le attività culturali senza avere ben chiari gli aspetti economici. Si può e si deve fare cultura senza pensare che possano essere dei pozzi senza fondo, ma facendo scelte coraggiose, mettendo da parte il comune sentire che la cultura debba essere un’attività assistita: non ci sono più i soldi! Pensiamo a quello che si fa in altri paesi per valorizzare siti meno importanti dei nostri con ritorni economici e occupazionali per noi impensabili! O pensiamo che gestire beni culturali significhi rivendicare risorse senza alcun obbligo di rendiconto?”

Radio Press

 

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