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La congiura della pietra nera

Creato il 11 maggio 2014 da Misterjamesford
La congiura della pietra neraRegia: Chao Bin Su, John Woo
Origine: Cina
Anno:
2010
Durata:
108'

La trama (con parole mie): la famigerata setta di assassini denominata Pietra nera è in cerca da tempo dei resti del leggendario monaco Bodhi, giunto dall'India in Cina secoli addietro, che si dice possano trasformare chi li possiede nel definitivo punto di riferimento del kung fu, oltre che in grado di curare qualsiasi malanno di natura fisica.Ucciso il ministro che ne custodiva una parte insieme al figlio, i membri più importanti della Pietra nera vengono però spiazzati dalla fuga della loro più esperta killer, che messa al sicuro la parte di resti in suo possesso decide di cambiare volto ed identità per rifugiarsi nella capitale e vivere una vita normale.Il tempo passa, e la stessa donna trova marito in un corriere onesto e gentile, conducendo un'esistenza assolutamente ordinaria: ma la Pietra nera è sempre in agguato, e quando anche la seconda parte delle spoglie di Bodhi tornerà alla luce proprio nella stessa città, il destino farà il suo corso per tutti i protagonisti della vicenda.
La congiura della pietra nera
In casa Ford il wuxia è sempre stato un genere molto apprezzato fin dai tempi in cui, travolto - fortunatamente solo per poco - dal radicalchicchismo, mossi i primi passi nel Cinema d'autore a tutti i costi: il cappa e spada cinese, infatti, non solo è da sempre tra i più importanti esempi di utilizzo di tecnica e gusto estetico al servizio della vicenda narrata che la settima arte possa offrire, ma anche uno dei generi maggiormente ricco di proposte sconosciute quanto interessanti, senza contare blockbuster come La tigre e il dragone, Hero o La foresta dei pugnali volanti, divenuti veri e propri must anche in occidente.
Probabilmente l'origine del mio amore per questo tipo di prodotti va ricercata in Ashes of time firmato da Wong Kar Wai e Dynasty Warriors 2, che non c'entra assolutamente nulla con il Cinema - trattasi, infatti, del secondo capitolo di una serie di videogiochi uscito, ai tempi, per Playstation 2 - che fu veicolo di battaglie epiche giocate nell'allora camera del giovane Ford ignaro del fatto che più di dieci anni dopo avrebbe ritrovato sul grande schermo proprio la storia portata in scena dal videogame suddetto trasposta in una grandiosa epopea da uno dei più grandi registi che la Cina abbia negli ultimi trent'anni regalato al mondo, John Woo.
Il lavoro in questione è Red Cliff - La battaglia dei tre regni, che spero di poter rivedere nella sua versione integrale e recensire da queste parti una volta o l'altra, ma ora come ora poco importa: quello che importa è il nome del suo narratore, l'appena citato Woo, accreditato come co-regista di questo interessante La congiura della pietra nera, uscito ovviamente in ritardo nelle nostre sale un paio d'anni or sono e recuperato con piacere qui al Saloon.
Sfruttando un intreccio che mescola il cambio d'identità che fu alla base del più riuscito lavoro a stelle e strisce di Woo, Face/Off, al romanticismo alla base di must del wuxia come il già citato La tigre e il dragone, il regista Chao Bin Su racconta una struggente storia di sentimenti, sangue e vendetta costruita su duelli coreografati con precisione millimetrica - e che ricordano più la grande tradizione delle arti marziali, che non il cappa e spada tradizionale - ed una fotografia di eleganza sopraffina, che ha il suo apice nel meraviglioso confronto tra la protagonista ed il monaco che lei stessa ha amato prima del duello che sarà fatale proprio a quest'ultimo: elementi quasi shakespeariani si mescolano ad un'ironia di fondo mai dimenticata - il personaggio scanzonato del corriere pare quasi figlio della tradizione dell'eroe "underdog" dei manga giapponesi - per completare un cocktail decisamente interessante, sia dal punto di vista tecnico, che emozionale.
Certo, a remare contro il risultato finale c'è sempre l'impressione di assistere ad una versione montata ad uso e consumo del pubblico occidentale, una sorta di riassunto di quella che potrebbe essere la vicenda nella sua interezza - come fu per il già citato Red Cliff, uscito in Italia in un'edizione di poco superiore alle due ore ed in Cina in quella originale da sei - che a tratti trasmette la spiacevole sensazione di essere entrati in sala a spettacolo già iniziato, e che soprattutto nelle sequenze di raccordo manifesta un uso decisamente eccessivo dell'accetta in fase di montaggio, ma purtroppo è una realtà con la quale dovremo continuare a misurarci almeno fino a quando i distributori - questa volta non solo nostrani - si convinceranno che il pubblico è abbastanza intelligente per digerire anche prodotti impegnativi provenienti da culture molto diverse dalla propria.
Nell'attesa che quel momento giunga, il sottoscritto si gode con grande piacere titoli eleganti, ben girati ed interessanti come questo, in bilico tra la spettacolarità dei calci rotanti ed il romanticismo di un matrimonio costruito su una doppia menzogna e divenuto focolare di un amore più forte perfino del Destino.
MrFord
"Black pearl - my kinda girl
just the kind of thing to rock my world
black pearl - she's my kinda girl."Bryan Adams - "Black pearl" - 

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