Esiste una tecnica antica, il mandala, “dal sanscrito maṇḍala (मण्डल), letteralmente: «essenza» (maṇḍa) + «possedere» o «contenere» (la) “ ( fonte wikipedia) in uso ai monaci tibetani. Un cerchio viene disegnato e riempito di sabbie colorate, scese da piccoli coni in ferro mossi da un bastoncino di ferro. I monaci, in ginocchio e in silenzio, giorno dopo giorno, con pazienza antica, compongono figure simboliche e geometriche fino a formare un disegno minuzioso e perfetto.
Mandala
E’ un lavoro lungo, senza sosta, un capolavoro senza eguali.
Il mandala rappresenta i pensieri del mondo, del cosmo; un viaggio dal centro di sé verso l’universo intero.
Al termine del lavoro, dopo qualche tempo, il mandala viene distrutto. La forza della vita sta nel suo cambiamento, nel non restare fermi nelle cose, nei pensieri.
Il mandala distrutto rappresenta la forza di lasciare liberi, la assoluta mancanza di catene, la consapevolezza che non siamo di nessuno. Il mandala racconta dei progetti che, una volta generati, vivono di vita propria oltre a noi.
L’unica consistenza certa della vita, sono i sentimenti.
Quelli che proviamo per le persone importanti, la famiglia, i figli, gli amici.
I sentimenti non sono mandala, si costruiscono non sulla sabbia ma sulla pietra e nulla può distruggerli, se non noi stessi.
Chiara
Chiara