Lasciate tutti i pregiudizi, evitate pensieri scontati rivolti alla disabilità, o all’autore del libro, Franco Bomprezzi, deceduto qualche mese fa, ma afferrate La contea dei ruotanti e immergetevi nella lettura, senza curarvi di nulla se non della storia.
Perché quando un libro regge, regge indipendentemente dai contorni, dalle correnti, dalle aspettative, funziona e basta. Se decidete di leggere La contea dei ruotanti vi renderete conto di avere tra le mani un bel romanzo, una storia romantica, avvincente, che meriterebbe un film per capacità narrativa, pulizia della parola e originalità. Non conoscevo personalmente Franco Bomprezzi, ma lo seguivo online, lo leggevo spesso, quindi la bellezza di questo libro non mi ha colta impreparata, perché Franco prima di ogni altra cosa era uno scrittore, uno di quelli bravi, un paroliere e un giornalista, un professionista che si faceva leggere, non per dovere, non per supponenza, ma per il semplice piacere di farlo.
Torniamo al romanzo, la storia è talmente irreale da conquistare fin dalle prime pagine. Tempo fa un mio carissimo amico in carrozzina dall’età di quattordici anni, mi spiegava che avrei, forse, compreso la difficoltà di vivere su due ruote solo quando mi sarei riscoperta mamma, barriere e ostacoli li si possono comprendere solamente quando non puoi superarli; il passeggino aiuta a capire come sia incivile parcheggiare sul marciapiede, quanto siano fastidiosi i gradini, come sia difficile una semplice passeggiata sulla spiaggia. Aveva ragione.
La Contea della Sacra Ruota è una cittadina a misura di disabile, tanto da non consentire l’accesso ai camminanti. Non ci sono gradini, ne barriere, i soffitti sono ad altezza ridotta (a che serve sprecare spazio se si vive sempre seduti?), le rampe sono ripide, non ci sono auto, niente inutili poltrone o altre diavolerie utili solo a chi può vantare l’uso delle gambe.
Paolo, soldato dei Signori di Milano, è prigioniero dei ruotanti, lui cammina, è giovane, è sano. Paolo viene costretto ad usare la sedia a rotelle, deve venire riabilitato. Francesca è la sua carceriera, suo il compito di cambiare Paolo, di tramutarlo da camminante a ruotante.
Ma Francesca si innamora…
L’idea di fondo del romanzo è davvero interessante, una contea per soli disabili, capace di reggere su regole ferree e forti convinzioni, reggere a fatica, ma pur sempre solida e concreta; si coglie il sarcasmo e l’ironia dell’autore, che certo non si è mai pianto addosso, né tanto meno ha mai chiesto pietà, e si intuisce il bisogno di creare una società alla portata di tutti, quello si, quello Franco lo ha sottolineato per tutta la vita, non per pietà, appunto, e nemmeno per favori richiesti, ma solo ed esclusivamente per garantire una vita dignitosa a tutti.
Un romanzo d’amore, una storia surreale, un racconto capace di far riflettere tutti, disabili e non. Credo che chiunque dovrebbe leggere La contea dei ruotanti per andare oltre stereotipi e convinzioni saldamente ancorate alla nostra società. Un futuro diverso è possibile, ma creare barriere su barriere, fisiche e sociali, non è la strada giusta.
Titolo: La contea dei ruotanti
Autore: Franco Bomprezzi
Editore: il prato
Anno: prima edizione 1999; seconda edizione 2015
Prezzo: 10 Euro (segnalo che il romanzo può essere acquistato online direttamente dal sito dell’editore: http://narrativa.ilprato.com/libro/la-contea-dei-ruotanti/)