Anderson vede uscire un uomo alto e magro, in maniche di camicia e cappello, con una cassa di legno tra le braccia. I suoi occhi sembrano fissarsi di colpo sul volto di Anderson. Una massa confusa di alberi verdi e dorati gli impediscono improvvisamente la visuale. Le ruote sibilano dolcemente sulla strada e Anderson si china sul volante, canticchiando mentre si inerpica lungo il versante settentrionale della Grassy Hill che porta a Rocky Mount, il capoluogo della contea. «Devo ricordarmi di questo posto», pensa. «Ci ripasserò, quando farò ritorno a Roanoke. Voglio capire cosa c’è sotto.» Ma sa bene che l’espressione sul volto degli uomini davanti alla stazione e lo sguardo dello spilungone del magazzino avrebbero reso le cose molto complicate. Anderson conosce abbastanza la Virginia rurale per capire che quello sguardo, quell’espressione sfrontata e arrogante vuol dire solo: «Pensa agli affari tuoi».
Basato sulla storia vera del nonno di Matt Bondurant, La contea più fradicia del mondo è un libro avvincente al tempo stesso straziante e magnifico che mette in evidenza la brutalità dell’epoca in cui è ambientato.
La banda Bondurant è una famigerata gang di teppisti e distillatori clandestini che gestisce il commercio clandestino di alcolici nella contea di Franklin in Virginia nel periodo del Proibizionismo e della Grande Depressione. Quando il giovane Sherwood Anderson, all’inizio della sua carriera di scrittore e non ancora il grande autore dei Racconti dell’Ohio, arriva in questa contea la battezzerà come “la contea più fradicia dei mondo” e darà la caccia alla banda Bondurant sulle strade impolverate del Profondo Sud, rivelando per primo il silenzio sulle loro gesta e sui loro scuri e lunghi silenzi.
Matt Bondurant
La contea più fradicia del mondo
(traduzione di Paolo Falcone)
Dalai
2012