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La contessa nera

Creato il 19 maggio 2014 da Paperottolo37 @RecensioniLibra

ImmagineSiamo in Lomellina, area del sud ovest lombardo, nel 1921. Il regime che dominerà l’Italia per un ventennio è agli inizi ma già fa vedere i suoi segni più tipici: violenze, angherie e soprusi di vario tipo. In questo quadro s’inserisce la vicenda de ” La contessa nera”, un bel noir all’italiana. La vicenda si svolge per la quasi totalità nel comune di Semiana. Qui, a dominare il territorio comunale vi è il Castello del conte Carminati. Il conte è un personaggio piuttosto ambiguo. Simpatizzando con il nascente regime fascista gestisce il proprio potere e i propri legami con il potere dominante grazie all’operato dell’avvenente e sessualmente molto disinibita convivente Giulia Mattavelli, la contessa nera del titolo. Un giorno d’estate, sul finire del mese di luglio, al castello Carminati viene trovato morto un giovane squadrista. Le indagini subito avviate dallo zelante maresciallo Pesenti efficacemente coadiuvato dal brigadiere Massobrio vengono però subito stoppate dai superiori del maresciallo i quali, per bassi interessi di bottega, non vogliono che la Legge faccia il suo corso. Prima i principali indagati, tra i quali lo stesso conte Carminati, vengono cortesemente invitati, o meglio consigliati, di lasciare Semiana fino a che, come si suol dire, le acque non si siano calmate. Quindi, verso l’epilogo della vicenda, quando maresciallo e brigadiere, facendo ricorso a fonti traverse vengono a conoscenza della verità sul caso della morte, meglio del delitto che ha visto come vittima il giovane squadrista, gli stessi piani alti impediscono al maresciallo di compiere una peraltro legittima perquisizione al castello, perquisizione che metterebbe definitivamente in luce la vicenda.

Tocco finale a questa vicenda è la scena finale del romanzo quando lo stesso Mussolini è chiamato a testimoniare in un processo che deve giudicare un fatto di sangue avvenuto tempo prima nel milanese. Principale imputato è un altro squadrista originario egli stesso di quelle terre. Mussolini però con la sua testimonianza non solo libera da qualsivoglia carico l’imputato, scaricando la colpa del delitto sul giovane squadrista ucciso al castello di Semiana ma, stravolgendo completamente la verità testimonia e quel che è peggio venendo creduto, che il giovane si è poi suicidato, così liberando dalle rogne i padroni di casa del castello.

E così tra intrallazzi e squallidi interessi personali Umberto De Agostino ci regala, con una prosa elegante, avvincente e scorrevole, un noir affascinante che rende appassionante persino un periodo tanto buio della nostra storia. Quanti tra voi conoscono il romanzo breve di Leonardo Sciascia “Una storia semplice” troveranno tra le pagine de “La contessa nera” una vicenda che si gioca su ingredienti simili. Anche qui come nel romanzo di Sciascia troviamo una Giustizia che non ha più speranze per via di interessi di bottega che con la Giustizia niente hanno a che vedere. Se perciò siete alla ricerca di un romanzo che vi appassioni e vi avvinca tenendovi col fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina non potete lasciarvi sfuggire “La contessa nera” di Umberto De Agostino.

La contessa nera



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