Mosaico di copertine realizzate da John Byrne
per The Official Handbook of The Marvel Universe
Sul suo account di Formspring, Tom Brevoort, Senior Vice President of Publishing della Marvel Comics, spiega la sua visione della continuity (croce e delizia di ogni appassionato di universi narrativi super-eroistici):
Tom Brevoort
"La Continuity è una cosa meravigliosa, ma la Continuity non è più importante delle storie - perché il contrario significherebbe avere di certo delle storie scadenti, con il colore all'interno dei bordi ma con poche persone davvero interessate a leggerle. La Continuity è anche una bestia furba, per ogni lettore la "continuity personale" è diversa da quella degli altri, e dipende da ciò che hanno letto e da ciò che hanno apprezzato. Non sono in grado di dirvi il numero esatto di volte che ho ricevuto lettere colme di rabbia da lettori che mi accusavano di aver violato la Continuity e solo perché si erano semplicemente persi la storia nella quale quella situazione era cambiata. In alternativa, quando stai parlando di cinquanta o settanta anni di storie che vanno a costituire un unico tessuto narrativo, è naturale che ci siano pezzi di questo arazzo che si trovano in contrasto tra di loro, e ci sono volte in cui una storia realizzata, ad esempio nel 1967, sia stata fatta proprio nel modo in cui la faresti adesso. In questi casi, la storia è maestra. Ed è sempre stato così - negli anni '90 ho trascorso molte ore in ufficio con Mark Gruenwald al lavoro sulle guide ufficiali del Marvel Universe e nel tentativo di dare un senso, o di far incastrare, alcune storie particolari, e allora, come adesso, non facciamo altro che il meglio che ci è possibile fare".Non posso che essere d'accordo, anche se mi sembra di poter dire che dopo anni (almeno sette) di storie Marvel interconnesse tra loro, con eventi narrativi a ripetizione e scarsa attenzione sulla caratterizzazione dei personaggi, i primi a non seguire la visione della Continuity di Tom Brevoort siano i suoi collaboratori alla casa delle idee.