Questo post ha corso il rischio di essere assai lagnoso e anche lievemente incazzoso (si potrà dire lievemente sul blog? mah..).
Perchè la verità è che, stamattina, mi sentivo esattamente così.
Se c’ è una cosa che ho capito della sottoscritta è che, periodicamente, mi tocca affrontare dei momenti (per fortuna brevi) nei quali sono semplicemente odiosa e un filino insopportabile.
E me lo dico da sola.
In alcuni casi anche ad alta voce.
Cioè, se fossi un’altra persona, con una come me, soprattutto in certi giorni, non ci uscirei nemmeno se venissi pagata per farlo.
Però, a conti fatti, questo post non si rivelerà noioso, o lagnoso o arrabbiato.
Il motivo?
Il mal di testa.
Questa mattina ero arrabbiatissima, forse anche un po’ demoralizzata, spaventata. E, non lo so, forse mi sentivo come imprigionata.
Poi mi è venuto questo mal di testa allucinante.
E di solito non sono una che si lamenta.
Soffro di mal di testa da una vita, oramai.
E riesco a resistere al dolore anche forte.
Ma quello di questa mattina era semplicemente atroce.
Talmente tanto che mi è venuta la nausea.
Non riuscivo a stare seduta, tantomeno sdraiata.
E avevo un freddo boia.
Nemmeno l’unico medicinale che prendo di solito sembrava funzionare.
Poi, non so come è successo, mi sono addormentata.
Sarà stato anche merito del marito che, da bravo padre premuroso, mi ha rifilato 4-5 coperte e mi ha preparato come se dovessi entrare nel sarcofago di Tutankamon…
Ma, che vi devo dire?
Il freddo è passato, i muscoli hanno iniziato a rilassarsi, lo stomaco è come caduto in catalessi e mi sono addormentata.
Sono stata svegliata con dolcezza dal marito che mi chiedeva se mi andava di pranzare.
Riso in bianco, ovviamente eh…
Ecco.
Mi sento decisamente meglio.
Niente mal di testa, niente nausee, nessuna tristezza.
“Ma, scusa, scrivi un post sul mal di testa?”
In effetti, no.
Lo scrivo sull’importanza degli affetti.
Perchè quel mal di testa era figlio delle mie insicurezze, delle mie paure, di questo carattere tanto strambo da farmi credere, a volte, di non valere a sufficienza per il mondo esterno.
E, se fossi stata sola avrei ancora quel malessere, quelle insicurezze, quel maledetto mal di testa.
Solo che io non sono sola.
E mi sento fortunata.
Perchè so che, qualunque cosa succeda, ci sarà sempre qualcuno al mio fianco pronto a far passare il freddo, a tenermi la mano per consolarmi.
O soltanto a sedersi accanto a me per ascoltare i miei sfoghi.
Ecco.
E’ importante avere, nella propria vita, una o più persone che ti passano la coperta quando senti freddo.
Pensato da