Stacco per un attimo dai sistemi di replicazione dei virus (nella vita vera sono una di quelle persone che tentano di distruggere l'umanità e/o di offendere dio e/o di minacciare la natura muovendo piccole quantità di liquidi da un contenitore all'altro per diverse ore al giorno) per scrivere qualcosa sulla copertina.
La prima cosa da fare quando si tenta di imparare a costruire qualcosa di nuovo, se non si ha un manuale a disposizione, è trovare un esempio della cosa che si vuol costruire e tentare di riprodurla. Copiare per farla breve è un ottimo mezzo per imparare (che è anche uno degli approcci principali con cui stanno avanzando alcune branche della biologia molecolare).
Quindi, guardando un po' a caso nella mia libreria non ho potuto che cominciare copiando (in maniera scarsa) le copertine della Minimun Fax.In particolare, copiando questa (tornano di nuovo Yates e la sua raccolta di racconti):
Sono riuscito a fare questa:
Che è, effettivamente, brutta. Vabbè, il problema principale è che sostanzialmente autoproducendo non avevo nulla con cui riempire le fascette sopra e sotto, le quali diventavano a questo punto completamente inutili. (sì, nella foto sono io)
Quindi perculato pesantemente dagli amici sono andato a googlare le copertine della penguin (che si sa eh son le migliori) per trovare idee e ho trovato questo sito stupendo.
http://bookcoverarchive.com/
Spinto da quel sito mi sono un po' spostato dal totem delle fascette, che prima mi davano sicurezza, per arrivare a capire che la copertina deve essere l'espressione di una singola buona idea realizzata bene (e che, soprattutto, non si possono riciclare fotografie a caso).
Ora, io di idee ne ho sempre poche e di solito le realizzo male, quindi questo era un problema. E per di più non ho neanche una macchina fotografica.
Fortunatamente ho una ragazza che ha diverse cose, fra cui una macchina fotografica. (no, nella foto non è la mia ragazza).
Visti i temi dei miei racconti, sempre abbastanza disturbanti, mi è subito venuta in mente l'associazione con lo specchio rotto. Specchio rotto come simbolo della frammentazione del sé derivante dall'impatto con le scelte che i personaggi non riescono a reggere. Comportamenti che si muovono come schegge in traiettorie imprevedibili.
Quindi vedevo un'immagine.
Il problema è che se uno vuole, in una copertina, disgiungere l'immagine dalla scritta del titolo deve avere due idee e l'ordine di complessità del design si raddoppia perché queste due idee devono comunicare fra loro e farlo in armonia.
Per facilitarmi la vita è stato logico pensare di affidare all'immagine il titolo: il rossetto.
La mia ragazza non mi ha lasciato usare il suo, quindi ne ho comprato uno apposta per l'occasione. Fortunatamente aveva uno specchio.
Era una giornata plumbea. Abbiamo parcheggio vicino ad una centralina dell'enel, lungo una strada di campagna e siamo entrati in un boschetto. Il terreno era tappezzato di foglie cadute. Abbiamo sistemato lo specchio e abbiamo cominciato a scriverci sopra.
Avremo cancellato e riscritto minimo 5 volte.
Alla fine il "fermatevi" l'ha scritto lei, e il resto io. Infatti il "fermatevi" è molto più bello del resto, ma vabbè. Sticazzi.
Dopodiché ho cominciato a dargli martellate (allo specchio) e romperlo non è stato facile.
Alla fine però è praticamente esploso, cazzo. Fate conto che la scritta si è sparpagliata in un metro quadro di foglie rosse e marroni.
E' stato come fare un puzzle di pollock rimettere assieme la scritta però vabbè, alla fine ci si è fatta, grosso modo.
Fatto nmila foto e siamo andati via.
A casa ho ricominciato a fare copertine. I primi due tentativi:
E insomma siamo ancora abbastanza lontanucci dal prodotto finale. Il nome è ancora troppo grande, ed è ancora nella posizione sbagliata. In più l'immagine non è modificata, si vedono sotto le foglie e insomma, così non rendeva.
Con Gimp mi son messo quindi a lavorarci sopra. Alla fine il risultato sono state diverse candidate a diventare la copertina. Tutte grosso modo simili alla copertina finale, soltanto una era parecchio diversa dalle altre e la inserisco perché secondo me è comunque bella:
Praticamente la macchina mi aveva messo a fuoco gli alberi dietro, sfocando la scritta. Ora, il problema principale è che la scritta così risultata più difficile da leggere (in questa foto lo è di meno perché l'ho un pò modificata) ed è quindi per questo che è stata scartata.
Alla fine come copertina finale ho scelto questa:
Anche se l'indecisione rimane ancora tanta.
Il making of della copertina è finito.
Ora torno su pubmed.
I prossimi aggiornamenti dovrebbero riguardare più da vicino le singole storie (evviva, eh).