La copertina di lana

Creato il 18 maggio 2012 da Irvi
Appuntamento con il Writing Tuesday  di  Silbietta di INTERNO 105.

La copertina di lana
Stavo seduta sulla sedia di legno e ti guardavo. L'inverno me ne stavo vicino al radiatore di ghisa per non sentire freddo. Dividevo questo spazio con il mio "Ruro" , il pastore tedesco Yuri che ha accompagnato i miei primi dieci anni di vita Il mio migliore amico. Il mio primo dolore grande quando se n'è andato via. Ti guardavo mentre mi preparavi la merenda , mentre sgranavi i pisellimentre passavi i pomodori a mano per farmi la pomarola che mi piaceva tanto. Ti guardavo e non vedevo l'ora che la pomarola fosse pronta per poterla rubare a cucchiaiate dalla pentola .A volte ti aiutavo ,o perlomeno credevo di farlo, ti aiutavo a pulire i fagiolini , a lavare i piatti o a stirare i fazzoletti di stoffa, ormai dimenticati dai più .In realtà i piatti non li lavavo mai, riempivo la grande ciotola di plastica bianca con acqua e sapone e facevo montagne di schiuma con il detersivo per i piatti. Mi piaceva schizzare tutta la cucina con il sapone. Ma non ti arrabbiavi quasi mai. Le nonne son così.Non si arrabbiano mai,
le devi proprio combinare grosse per farle arrabbiare. . Mi piaceva tanto stare a casa tua,mi piaceva guardare Bim Bum Bam e mangiare pane burro e zucchero nel divano di casa tua, mi piaceva quando mi coprivi con la coperta di lana fatta da te. Una coperta grandissima , formata da tanti quadrati di lana ,ogni quadrato un colore…era semplicemente una coperta fatta con gli avanzi della lana,perché non si buttava via nulla a quei tempi. Non come ora, che si butta via quasi tutto, anche le persone… Stavo li sul divano, bevevo il latte e mangiavo il pane con il burro e lo zucchero e poi insieme disegnavamo. Mi disegnavi gli animali della fattoria in quell’agenda con la copertina di pelle rossa bordò che ogni tanto , ancora oggi mi capita fra le mani. La sfoglio, osservo le strane pecore e le strane galline che ci sono disegnate dentro e rivivo il fascino , la delicatezza e l’affetto di quegli anni.
Rivivo il calore di quella casa, il calore delle cose semplici come la pomarola che bolle sul fuoco  o l'aroma del minestrone fatto con le verduere dell’orto del nonno. Quell'odore che mi è entrato nelle narici e che è ormai è l'odore della tua casa. Quell'odore di acqua di rose e cera di cupra che ormai è il tuo odore. E quando sono giù di morale ripenso a quei momenti. Mi faccio scaldare da quei ricordi. Dal calore della mia infazia. E tutto diventa più semplice. 
S. 
Dedicato alla mia nonnina...


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :