La copertina di Time: così Enrique Peña Nieto sta salvando il Messico

Da Rottasudovest
Non è la prima volta che l'edizione internazionale di Time mette in copertina un presidente messicano: è già successo a Lázaro Cárdenas, Manuel Ávila Camacho, Miguel Alemán, Miguel de la Madrid, José López Portillo. Il Messico, il più popoloso Paese ispanico, che occupa tutta la frontiera meridionale degli Stati Uniti, dopo le sanguinose guerre del XIX secolo, e che è la patria d'origine della maggior parte dei latinos residenti negli USA, legalmente o illegalmente, è per evidenti ragioni uno dei Paesi che gli Stati Uniti osservano con maggiore attenzione.
Se anche non è il primo presidente messicano a ottenere la copertina di Time, questa è la seconda volta che Enrique Peña Nieto vi arriva (la prima è stata a dicembre 2012, subito dopo la sua elezione alla presidenza della Repubblica); e, ad aprile 2013, è stato inserito nella lista dei 100 uomini più influenti del mondo. Dunque, un occhio di riguardo, da parte di Time, per il giovane uomo politico (ha 47 anni), che guida il popoloso e problematico vicino del Sud. Saving Mexico (Salvando il Messico) è il titolo scelto dalla testata statunitense per presentare Peña Nieto, che appare in posizione autorevole e presidenziale.
L'articolo, firmato da Michael Crowley, ricorda le riforme promosse dal Presidente messicano in questo primo anno di potere: riforme politiche di grande impatto economico e sociale come quelle nei settori dell'insegnamento, delle telecomunicazioni e, soprattutto, dell'energia. Quest'ultima riforma è stata ottenuta "per la prima volta in 75 anni", causa resistenze che il Paese ha sempre mostrato a ogni tentativo di ingresso del privato nel settore petrolifero, considerato gelosamente settore pubblico, ma non gestito con la trasparenza che ha, per esempio, il governo norvegese, che distribuisce i guadagni provenienti dal petrolio a uno degli Stati Sociali migliori del mondo.
Riuscirà il giovane Peña Nieto a cambiare il Messico? si chiede Crowley. La sua impressione è positiva, perché, sebbene il Paese nordamericano abbia un'immagine internazionale spesso negativa, a causa della violenza del narcotraffico e dell'insicurezza nelle strade, "gli allarmi sul Paese si stanno sostituendo con gli applausi. Dopo un anno di potere, il presidente Enrique Peña Nieto è riuscito a far passare il più ambizioso pacchetto di riforme sociali, politiche ed economiche che si ricordi". Il che non indica necessariamente che la strada del Messico per un futuro migliore sia spianata: il Paese continua a essere danneggiato dalla corruzione, uno dei suoi problemi più gravi, dalla cattiva gestione della cosa pubblica, dal narcotraffico, che porta con sé violenza e criminalità. Tutti fenomeni che la nuova presidenza non è ancora riuscita a controllare. Ma Enrique Peña Nieto si dichiara ottimista nell'articolo: "Le condizioni sono molto favorevoli alla crescita del Messico" assicura.



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