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La corona di spade di Robert Jordan secondo Brandon Sanderson

Creato il 07 settembre 2011 da Martinaframmartino
La corona di spade di Robert Jordan secondo Brandon Sanderson

La copertina dell'ebook di La corona di spade

La corona di spade è l’ultimo dei romanzi di Robert Jordan per i quali non ho scritto una recensione. Però sul romanzo sono note opinioni ben più importanti delle mie e, come già detto, sono particolarmente significativi i commenti fatti da Brandon Sanderson poco prima che lui stesso si accingesse a lavorare all’ultima parte della Ruota del Tempo. Questo messaggio contiene uno spoiler relativo proprio a questo volume.

 

Una delle cose su Brandon si era interrogato è il motivo per cui diversi lettori si sentono frustrati dalla serie quando arrivano al settimo e all’ottavo romanzo.

La corona di spade in particolare contiene una delle sue scene preferite, quella in cui Nynaeve riesce finalmente a rimuovere il suo blocco, mentre Lan accorre in suo aiuto. E a questa scena è dedicata la copertina dell’ebook, con Lan e Nynaeve ancora sott’acqua.

A suo giudizio lo svolgersi degli eventi è stato accuratamente preparato, e ogni particolare si amalgama perfettamente con gli altri. Alla fine il personaggio di Nynaeve, in continua crescita negli ultimi romanzi, ne esce notevolmente rafforzato.

 

Anche Rand è tratteggiato con molta abilità, anche se lui sta andando in un’altra direzione. Sta diventando sempre più duro, e sta soffrendo sempre di più, e le sofferenze subite alla fine di Il Signore del Caos non lo hanno certo aiutato.

E anche se reputa straordinario il modo in cui il suo carattere si trasforma, si chiede se questo non sia uno dei motivi per i quali diversi lettori non amano questi libri.

Se è così, a suo giudizio stanno perdendo di vista uno degli aspetti principali della saga. Rand è eroico proprio perché pur fronteggiando così tante difficoltà, ed essendo ferito fisicamente e psicologicamente, continua ad andare avanti e a mantenere la sua nobiltà d’animo.

 

Il ritmo della storia è più lento di quanto non sia nei primi volumi. Man mano che la serie si allunga, i passaggi da un punto di vista all’altro diventano sempre più distanti.

Nella saga ci sono talmente tanti personaggi importanti, ciascuno con la sua trama, che è possibile scrivere un intero libro parlando solo di due o tre di loro.

I vari romanzi sono stati concepiti per essere letti uno dietro l’altro, e, per un lettore che li ha comprati al momento della pubblicazione, aspettare un paio d’anni per avere solo un rapido accenno a uno dei suoi personaggi preferiti può essere frustrante.

Il problema non è la qualità della scrittura stessa, che a giudizio di Sanderson continua a crescere, o il ritmo più lento, ma il fatto che non si riesce a cogliere l’intera visione della storia. Cosa particolarmente difficile quando non si ha idea di quanti libri si debba aspettare per avere una spiegazione.

L’unica cosa che si sente di dire a quanti non hanno potuto leggere i vari romanzi uno dietro l’altro, è che i punti di vista sono affiancati così bene da renderli ciascuno un capolavoro, e che quel debito è ampiamente ripagato dalla complessità della trama e dalla bellezza della scrittura.

 

Con opere di questa complessità e lunghezza, ricorda ancora Sanderson, ci sono solo due modi di alternare i punti di vista.

Il primo, quello scelto per esempio da George R.R. Martin, è di passare rapidamente da un personaggio all’altro. Questo fa percepire il ritmo della narrazione come più rapido, e fornisce abbastanza frequentemente al lettore informazioni su ogni singolo personaggio, ma non gli dedica molto spazio.

L’altro è di dedicare grosse sezioni a ciascuno. In questo modo si rallenta il ritmo, ma l’autore non si deve preoccupare che il lettore abbia dimenticato cosa stava accadendo, perché c’è abbastanza spazio per fornire tutte le informazioni del caso. Basta dare qualche indicazione all’inizio di ogni sezione.

La scelta di Jordan, per questi libri centrali, è stata la seconda, e il loro successo è dovuto alle aspettative del lettore.

Chi inizia il libro cercando la storia di alcuni personaggi principali può essere seccato dal fatto di non trovarla. Chi invece cerca una storia epica costituita da una quantità di piccole vicende che si combinano insieme fino a realizzare un quadro d’insieme molto più vasto non può che essere soddisfatto.

La visione di Jordan, aggiungo io, non può che essere definita grandiosa.



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