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La corruzione dell’anima

Creato il 12 dicembre 2014 da Vittoriano @BVittoriano
LA CORRUZIONE DELL’ANIMAIn questi giorni lo scandalo di “Mafia Capitale” tiene banco nelle cronache dei mass media suscitando l’ennesima indignazione e avversione verso la politica del malaffare che proprio non riesce a cambiare rotta e a spogliarsi di quelle infime nudità di cui è portatrice.
Il premier Renzi ha annunciato l’inasprimento delle pene per i corrottiattraverso l’innalzamento del minimo edittale e dei termini prescrizionali, introducendo nuove modalità per la confisca e il patteggiamento della pena fino ad ottenere la restituzione integrale del mal tolto. Basterà?
A due anni esatti di distanza dall'entrata in vigore della legge 190/2012, meglio nota come “legge Severino” o “dell’anti-corruzione”, si parla già di revisione di quelle misure di prevenzione che avrebbero dovuto segnare il cambiamento radicale di un sistema di mala gestione che da tangentopoliin poi si è propagato a macchia d’olio, non arrestandosi nemmeno davanti alle sbandierate svolte epocali della seconda (e terza) Repubblica.
La Corte dei conti ha definito la corruzione come sistemica, ovvero stratificata e ramificata in ogni ambito della Pubblica Amministrazione come le metastasi di un tumore il cui focolaio risiede proprio nell’anti-politica. Se c’è la mafia è perché ci sono politici e pubblici funzionari corrottie viceversa. Un’equazione che si autoalimenta fino ad ingrossarsi e ad ingrossare le maglie dei centri di poteri inquinandoli e sviandoli dall'unico fine che dovrebbe essere perseguito, ovvero l’interesse pubblico.
Se tale è il quadro (deprimente) dello scenario politico attuale, non bastano certamente misure repressive più efficaci ma occorre un’azione preventiva incisivache agisca soprattutto sotto il profilo culturale, aspetto che nemmeno la legge 190/2012, pur nata con tutte le buone intenzioni, sembra garantire.
Le misure della “Severino” incentrate soprattutto sul piano anti-corruzione che ciascuna amministrazione pubblica è tenuta a dotarsi, se da un lato appaiono lodevoli sotto il profilo della trasparenza e della tracciabilità dell’attività amministrativa, dall'altro denotano molti punti deboli fra i quali, l’assenza di controlli preventivi di legittimità, l’eccessiva procedimentalizzazione degli adempimenti e l’obbligo di redigere un piano di formazione rivolto esclusivamente ai pubblici dipendenti senza allargare la platea ai centri di poteri della politica. 
E qui s’inserisce il problema della selezione della classe politica dirigentebasata su regole ferree in grado di reclutare il meglio delle professionalità esistenti. Ma per fare questo è necessario che la società civile si rinnovi ed offra modelli comportamentali di assoluto spessore morale.
Perché la corruzione è nell'anima: di genitori che non sanno essere tali, di educatori che non sanno più educare, della scuola che non sa più insegnare, delle istituzioni che non sanno elevare a dignità morale e civile il mandato cui sono chiamati a svolgere.
Nel piano anti-corruzione che ho redatto nei comuni dove lavoro ho voluto inserire di proposito la bellissima frase dello scrittore statunitense H. Jackson Brown junior che da sola basterebbe a rappresentare la misura di prevenzione più alta e sublime: Vivi in modo che quando i tuoi figli penseranno alla correttezza e all'integrità penseranno a te.”http://feeds.feedburner.com/VittorianoBorrelliLeParoleDelMioTempo

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