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La Corsa dei Ceri Gubbio

Creato il 13 maggio 2013 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

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Il 15 maggio una festa legata alle tradizioni sacre e profane di Gubbio e cara agli eugubini di tutto il mondo

LA MATTINA DELLA FESTA

5.30 : Alle prime luci dell’alba i tamburini percorrono le vie del centro storico per andare a svegliare i protagonisti della Corsa: i Capitani e i Capodieci dei Ceri.

6.00 : Il Campanone, suonato a mano dagli abili membri della Compagnia dei Campanari, sveglia tutta la città; nel frattempo ai tamburini si uniscono i Capodieci, i Capocetta e i Capitani.

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7.00: Tutte le gerarchie ceraiole in corteo, dopo essersi ritrovati presso la porta di Sant’Agostino, raggiungono il Cimitero Civico per deporre una corona di fiori a ricordo dei ceraioli defunti

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8.00: Si celebra la Messa presso la Chiesetta di San Francesco della Pace, (dei Muratori), in cima a Via Cavallotti, verso la quale il corteo è risalito dal Cimitero. Al termine della celebrazione religiosa avviene l’estrazione dal bussolotto, fatta da un bambino, dei nomi dei capitani (Primo e Secondo) che saranno in carica fra due anni.

9.00: Ha inizio il corteo dei “Santi”. Le tre statuette di Sant’Ubaldo, San Giorgio e Sant’Antonio vengono portate fuori dalla Chiesa e sistemate sull’apposita barella. In testa i tamburini, la banda, il Sindaco, i due Capitani, i Capocetta, i Capodieci, il Cappellano, i ceraioli e i cittadini, accompagnano le statue dei Santi in solenne processione per le strade della città, fino alla sala maggiore (entrando da Via Gattapone) del Palazzo dei Consoli, dove già si trovano i Ceri. I ceraioli, finito il corteo si recano nelle sale inferiori in Via Baldassini, dove consumano la tradizionale colazione con il baccalà alla ceraiola.

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10.00: Raduno a Porta Castello e distribuzione da parte delle famiglie ceraiole dei “mazzolin di fiori”, tradizionali amuleti per la buona riuscita della corsa. Inizia la grande sfilata con i tamburini, seguiti dalle bandiere e dalla banda della città di Gubbio. Seguono a cavallo i Capitani, il trombettiere e l’alfiere, poi i rappresentanti delle istituzioni e i gruppi separati dei ceraioli.

11.30:  Al segnale del Campanone ha luogo l’alzata dei tre Ceri, preceduta dal lancio di tre artistiche anfore di ceramica locale. Dopo un breve carosello al centro della Piazza della Signoria i Ceri si dividono per effettuare isolatamente in moderata corsa la “mostra” per le vie della città. L’alzata dei Ceri è uno dei momenti più intensi e affascinanti della Festa. La Piazza è gremita di folla che affluisce dalle vie laterali dei Consoli e XX Settembre, non è facile riuscire a trovare una buona e sicura posizione di osservazione.

12.00: I Ceri, ognuno per suo conto, passano nelle strette vie della città, fermandosi davanti alle abitazioni delle vecchie famiglie ceraiole, per poi essere adagiati in riposo in Via Savelli. Segue il grande banchetto in via Baldassini.

17.00: Poco  prima della corsa, si svolge la solenne e suggestiva processione con la Statua di Sant’Ubaldo, che dalla Cattedrale scende in Piazza Grande dove è accolta dal suono a distesa del Campanone. La statua percorre le vie della città solcando la folla che già attende la travolgente corsa e chiede al  Santo protezione.

ALLE 18.00 INIZIA LA CORSA

18.00: Dopo la benedizione del Vescovo inizia la tanto attesa corsa, fremente, impetuosa, drammatica come poche al mondo. Ceraioli e popolo sono tutt’uno nell’esaltazione di quei primi momenti in cui Capitani, Alfiere e Trombettiere a cavallo precedono al galoppo i Ceri.

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I Capitani dell’anno precedente danno il “via”. La folla esulta, irrompe in un grido corale, compatto, “Via ch’eccoli”. La corsa si snoda per le strette vie medievali, i Ceri oscillano paurosamente, sfiorando e spesso toccando mura e finestre. Con grande abilità e anni di esperienza i ceraioli si danno il cambio in corsa; è una prova di grande forza e abilità quella di far correre il Cero il più possibile in verticale evitando “cadute” e “pendute”. Questa è la vittoria, tenendo conto che non esiste il sorpasso e che i Ceri arrivano in cima al monte nello stesso ordine con cui sono partiti: Sant’Ubaldo, San Giorgio e Sant’Antonio. Il percorso che coprono i Ceri in corsa è di circa 4 chilometri e 300 metri, partendo dall’Alzatella fino alla Basilica in cima al Monte.

IL PERCORSO

I Ceri scendono impetuosamente per Via Via Dante, Corso  Garibaldi, Via Cairoli in fondo alla quale sostano per 15 minuti. ripartono lungo la discesa di Via Mazzatinti, poi proseguono in pianura per Piazza 40 Martiri, da lì verso il quartiere di San Martino, da cui risalgono per Via dei Consoli fino all’imbocco di Piazza Grande dove si fermano per circa 15 minuti.

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Dopo che il Primo Capitano ha riconsegnato le chiavi della città al Sindaco, questi affacciato alla finestra della Sala Consiliare, sventolando un fazzoletto bianco, dà ordine ai Campanari di cominciare a suonare e al Secondo Capitano di riprendere la corsa.

Si prosegue per Via XX Settembre, prima di affrontare la durissima salita del Primo e Secondo Buchetto, strade incassate tra mura e tanto strette da non consentire nemmeno l’utilizzo dei braccieri. Giunti in prossimità della Porta di Sant’Ubaldo i Ceri vengono appoggiati a terra per circa mezz’ora prima di attraversare la Porta stessa in posizione orizzontale dato l’angusto passaggio. L’ultimo tratto della corsa si snoda interamente sulle strade sterrate del Monte. In una manciata di dieci minuti viene coperto di corsa, anche qui Ceri in spalla, un chilometro e mezzo circa di salita, formata da nove stradoni e otto tornanti, con una pendenza media del 20% circa.

Qui la corsa raggiunge il culmine. Con un’ultima impennata i Ceri arrivano ai piedi della gradinata della Basilica di Sant’Ubaldo e qui la corsa si conclude con l’”abbassata” per entrare nel portale, la salita della scalea e la chiusura del portone in cima. L’Abbassata finale è di grande spettacolarità, perché avviene in piena corsa e ad essa è legata la competizione tra Sant’Ubaldo e San Giorgio per la chiusura della porta.

LE REGOLE

I Ceri non possono superarsi, se un Cero cade, il Cero o i Ceri che seguono devono aspettare. Il Cero si ferma solo alle soste stabilite. I Ceri devono correre alla massima velocità possibile. L’obiettivo della festa è strettamente legato alla celebrazione del Patrono S. Ubaldo. Questo è un tributo che anche gli altri due Ceri riconoscono. L’imperativo di ogni ceraiolo è quello di contribuire al successo della corsa e al rispetto delle regole. Fare una bella figura, evitare pendute, cadute e distacchi, avere una corsa spedita, superare le possibili difficoltà, sono i punti fermi della “filosofia del ceraiolo”.

LA FESTA DEI CERI NEI “BENI IMMATERIALI” DELL’UNESCO

«Unesco, inserisce la festa dei Ceri di Gubbio fra i tesori del folklore italiano . Una notizia  che il comune di Gubbio aspettava con grande trepidazione, ossia la firma delle convenzioni sulle Diversità Culturali, già avvenuta e quella imminente sui Beni Intangibili, per vedere finalmente completato il percorso che porterà la Festa dei Ceri ad essere tra le prime, se non la prima in assoluto, manifestazioni che verranno tutelate dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità. La conseguenza diretta potrebbe essere l’impegno dello Stato a tutelare e, quindi, finanziare, forme di “archeologia vivente” che testimoniano le più autentiche identità  culturali legate alla devozione popolare.



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