Magazine Società

La Corte costituzionale spagnola sospende la mozione di indipendenza della Catalunya. Scontro incandescente

Creato il 12 novembre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

La Corte costituzionale spagnola ha deciso all’unanimità di sospendere in forma cautelare la mozione approvata lunedì dal Parlamento della Catalunya per avviare il processo di indipendenza da Madrid. E’ stato accolto così il ricorso presentato dal governo del premier Mariano Rajoy. La sospensione entra in vigore automaticamente e può essere estesa per un massimo di cinque mesi, tempo entro il quale dovrà essere assunta una decisione definitiva. Il Consiglio dei ministri spagnolo aveva dato ieri il via libera al ricorso sull’incostituzionalità della risoluzione del Parlamento catalano. Nel suo ricorso, il governo del premier Mariano Rajoy chiedeva che venissero sospese dalle loro funzioni 21 alte cariche catalane, tra cui la presidente del Parlamento regionale, Carmen Forcadell, ed il presidente facente funzione, Artur Mas.

Una foto d'archivio del Parlamento della Catalunya (ara.cat)

Una foto d’archivio del Parlamento della Catalunya (ara.cat)

Incandescente lo scontro sull’indipendenza catalana. Ieri è arrivata la dura risposta di Madrid alla mozione con la quale il Parlament di Barcellona lunedì ha dichiarato aperto il processo, con la proposta di risoluzione indipendentista con cui si proclamava solennemente l’inizio della costruzione della repubblica catalana. Su ricorso del premier spagnolo Mariano Rajoy in poche ore la Corte costituzionale ne ha decretato la sospensione avvertendo il President catalano Artur Mas che rischia destituzione e incriminazione.

Il governo catalano ha risposto sfidando la Corte. “Obbediamo e obbediremo al parlamento sovrano catalano” ha replicato la portavoce della Generalitat Neus Monté, accusando Rajoy di usare la Consulta come un “bavaglio” per soffocare il “desiderio di libertà e di democrazia” della Catalogna. La Corte, che sempre ha bocciato le spinte indipendentiste, ha ora cinque mesi per pronunciarsi sul merito. Intanto ha avvertito 21 dirigenti della Catalogna che potranno essere sospesi e incriminati per “disobbedienza” se non si fermano.

Appoggiato dagli altri due grandi partiti spagnolisti, Psoe e Ciudadanos, Rajoy ha avvertito che non permetterà che “si rompa l’unità della Spagna”: “Io – ha tuonato il premier spagnolo dopo una riunione straordinaria del governo – non lo permetterò”. Le politiche spagnole del 20 dicembre – Rajoy spera in un ritorno di consensi per il suo Pp nella Spagna profonda grazie alla linea dura sulla Catalogna – non contribuiscono a ridurre la tensione. Mas ha fissato il traguardo dell’indipendenza nel 2017. La mozione del Parlament dichiara che il processo di secessione non può dipendere dalle decisioni delle “istituzioni spagnole e in particolare della delegittimata corte costituzionale”.

 La stampa di Madrid non esclude perfino possibili incriminazioni per “sedizione” e “ribellione” ai 21 dirigenti catalani, con condanne fino a 25 anni. La costituzione spagnola approvata durante la transizione fra dittatura e democrazia nel 1978 e influenzata dal nazionalismo centralista franchista non consente la secessione di una parte del territorio nazionale. La procura di Madrid ha ordinato alla polizia di raccogliere prove per eventuali incriminazioni dei leader catalani.

La situazione rischia ora di avvitarsi. Diversi dirigenti indipendentisti hanno però preannunciato che non si piegheranno al nuovo ‘diktat’ di Madrid. Il leader di Podemos Pablo Iglesias, che si è dissociato dalla linea dura di Rajoy, ha detto di non credere che il governo spagnolo “mandi l’esercito” a Barcellona. Ma al momento non c’è in vista alcuna soluzione politica. Almeno fino a dopo le elezioni. La rotta di collisione potrebbe però essere deviata dalle divisioni fra le liste secessioniste di Mas e dei radicali della Cup, che hanno la maggioranza assoluta nel parlamento di Barcellona. Gli anti-capitalisti rifiutano di votare la rielezione di Mas. Domani è previsto il secondo turno. Il President ha fatto un nuovo gesto proponendo di delegare parte dei poteri, come chiede la Cup, a tre vicepresidenti, avvertendo però che se non sarà rieletto il processo verso l’indipendenza rischia di “incagliarsi”. (ANSA)


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :