I sardi che hanno votato per Cappellacci saranno felici. La tanto vituperata, e abbandonata, isola della Maddalena riapre i battenti non per ospitare un altro G8, ma per una regata. La fregatura di questa ennesima farsa targata governo Berlusconi, è che per “ripristinare” le strutture lasciate andare in malora dalla Protezione Civile di Guido Bertolaso, la regione Sardegna dovrà sborsare la bellezza di 4 milioni di euro, prelevandoli da dove? Ma dal fondo per la bonifica del Sulcis ovviamente. La regata del Louis Vuitton Trophy era una di quelle manifestazioni che Bertolaso aveva fatto passare per “grande evento” (alla luce di quanto accaduto è possibile capire il perché), tanto per assicurare agli amici della cricca la prosecuzione di introiti legati all’affaire Sardegna-Maddalena-G8. A questo punto è intervenuta la Corte dei Conti che ha stabilito che il Trofeo Vuitton non è, come lapalissianamente comprensibile, un “disastro”. Probabilmente lo sarà pure rispetto all’impatto ambientale, ma paragonarlo a un terremoto anche alla Corte è sembrata una forzatura. Partendo da questa sentenza della suprema corte amministrativa italiana, ci chiediamo se i campionati del mondo di nuoto siano stati considerati alla stregua di uno tsunami tirrenico, se le celebrazioni per San Giuseppe da Copertino una calamità e i viaggi del Papa a Genova e a Loreto una catastrofe perché anche questi, per la Protezione Civile, erano e sono “grandi eventi”. Ora, tanto per non fare i soliti moralisti, ma non sarebbe possibile far passare per grande evento anche L’Isola dei Cassaintegrati dell’Asinara? Considerato lo share di cui si giovano i collegamenti televisivi con loro protagonisti, sarebbe auspicabile che i 4 milioni di euro destinati ai vipponi del Louis Vuitton, vengano dirottati su un’altra isola dove di danni non ne farebbero certamente. Gira che ti rigira amore bello, abbiamo appreso, non senza una punta di sgomento, un timido accenno di sbalordimento a cui è subentrata però una quasi crisi isterica, che il mega hotel a 5 stelle ricavato dalla vecchia caserma all’Arsenale, costato 256 milioni di euro e che doveva assicurare l’assunzione di duecento abitanti della Maddalena, è gestito a prezzo di saldo, per 40 anni, dalla Mita Resort. Qualcuno dirà, “e lo scandalo dov’è”? Infatti non c’è visto che gli assunti (stagionali) saranno comunque un centinaio, di cui pochissimi dell’isola, e che la Mita Resort fa capo al Gruppo Marcegaglia, un cognome sinonimo di garanzia, che abbiamo già sentito da qualche parte ma di cui ora non riusciamo a far mente locale. Non c’è scandalo, come non c’è trucco né inganno. Speriamo di svegliarci presto, questo incubo sta durando troppo.
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La Corte dei Conti: “Una regata non è un grande evento”. Il Papa a Loreto si.
Creato il 20 maggio 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
I sardi che hanno votato per Cappellacci saranno felici. La tanto vituperata, e abbandonata, isola della Maddalena riapre i battenti non per ospitare un altro G8, ma per una regata. La fregatura di questa ennesima farsa targata governo Berlusconi, è che per “ripristinare” le strutture lasciate andare in malora dalla Protezione Civile di Guido Bertolaso, la regione Sardegna dovrà sborsare la bellezza di 4 milioni di euro, prelevandoli da dove? Ma dal fondo per la bonifica del Sulcis ovviamente. La regata del Louis Vuitton Trophy era una di quelle manifestazioni che Bertolaso aveva fatto passare per “grande evento” (alla luce di quanto accaduto è possibile capire il perché), tanto per assicurare agli amici della cricca la prosecuzione di introiti legati all’affaire Sardegna-Maddalena-G8. A questo punto è intervenuta la Corte dei Conti che ha stabilito che il Trofeo Vuitton non è, come lapalissianamente comprensibile, un “disastro”. Probabilmente lo sarà pure rispetto all’impatto ambientale, ma paragonarlo a un terremoto anche alla Corte è sembrata una forzatura. Partendo da questa sentenza della suprema corte amministrativa italiana, ci chiediamo se i campionati del mondo di nuoto siano stati considerati alla stregua di uno tsunami tirrenico, se le celebrazioni per San Giuseppe da Copertino una calamità e i viaggi del Papa a Genova e a Loreto una catastrofe perché anche questi, per la Protezione Civile, erano e sono “grandi eventi”. Ora, tanto per non fare i soliti moralisti, ma non sarebbe possibile far passare per grande evento anche L’Isola dei Cassaintegrati dell’Asinara? Considerato lo share di cui si giovano i collegamenti televisivi con loro protagonisti, sarebbe auspicabile che i 4 milioni di euro destinati ai vipponi del Louis Vuitton, vengano dirottati su un’altra isola dove di danni non ne farebbero certamente. Gira che ti rigira amore bello, abbiamo appreso, non senza una punta di sgomento, un timido accenno di sbalordimento a cui è subentrata però una quasi crisi isterica, che il mega hotel a 5 stelle ricavato dalla vecchia caserma all’Arsenale, costato 256 milioni di euro e che doveva assicurare l’assunzione di duecento abitanti della Maddalena, è gestito a prezzo di saldo, per 40 anni, dalla Mita Resort. Qualcuno dirà, “e lo scandalo dov’è”? Infatti non c’è visto che gli assunti (stagionali) saranno comunque un centinaio, di cui pochissimi dell’isola, e che la Mita Resort fa capo al Gruppo Marcegaglia, un cognome sinonimo di garanzia, che abbiamo già sentito da qualche parte ma di cui ora non riusciamo a far mente locale. Non c’è scandalo, come non c’è trucco né inganno. Speriamo di svegliarci presto, questo incubo sta durando troppo.
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