La Corte europea dei diritti dell’uomo sentenzia il diritto all’aborto in caso di stupro

Creato il 31 ottobre 2012 da Cagliostro @Cagliostro1743

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che un’adolescente polacca che è rimasta incinta dopo uno stupro avrebbe dovuto avere libero accesso all’aborto.
La ragazza, che allora aveva quattordici anni, è stato costretta ad avere un aborto clandestino dopo le molestie da gruppi pro-life che l’hanno costretta ad essere allontanata dagli ospedali.
Il giudice ha ordinato allo stato polacco di pagare l’adolescente e sua madre 61.000 euro a titolo di risarcimento.
La legge sull’aborto in Polonia è tra le più restrittive in Europa.
Gli aborti sono ammessi solo in caso di stupro, incesto o quando la vita della madre o il feto è in pericolo.
L’adolescente senza nome al centro di questo caso giudiziario rimase incinta nel 2008, dopo essere stata violentata all’età di quattordici anni.
In conformità con la legge, ha ottenuto un certificato del pubblico ministero che conferma che la sua gravidanza era a causa di rapporti sessuali illeciti.
La ragazza, nota solo come “P”, è andata in due ospedali diversi con la madre nella sua città natale di Lublino, nel sud-est della Polonia per cercare di ottenere un aborto.
I pro-choice polacchi vogliono che la Chiesa cattolica abbia meno influenza sulla legge sull’aborto.
A un certo punto, un prete cattolico ha tentato di convincerla ad avere il bambino. L’ospedale allora ha emesso un comunicato stampa dicendo che non avrebbe eseguito l’aborto, portando il suo caso nel dibattito in corso in Polonia sull’interruzione di gravidanza.
La ragazza si è poi recata in un ospedale di Varsavia, ma i medici hanno detto che erano sotto pressione per non andare avanti con l’aborto.
I documenti del tribunale dicono la coppia ha lasciato l’ospedale «sentendosi manipolati e indifesi», dopo che sono stati oggetto di vessazioni da gruppi pro-life e alla fine interrogati per diverse ore dalla polizia.
Le autorità hanno poi accusato la madre di cercare di costringere la figlia ad abortire e aveva posto”P” in un rifugio giovanile.
Lei alla fine è riuscito ad andare avanti con l’aborto a Danzica, 500 km da casa sua, dopo che il Ministero della Salute è intervenuto nel caso.
Nella loro sentenza, che può essere soggetta a ricorso, la corte di giudici alla Corte europea dei diritti dell’uomo ha rilevato che vi erano state numerose violazioni dei diritti della ragazza.
La corte ha ritenuto che avrebbe dovuto avere libero accesso all’aborto legale e che i dettagli del suo caso non avrebbero dovuto essere rese pubblici dalle autorità ospedaliere.
Adam Easton della BBC a Varsavia dice che è improbabile che la legge sull’aborto in Polonia diventi presto più liberale.
La Chiesa cattolica della Polonia si oppone ferocemente a qualsiasi tentativo di allentare le restrizioni e la maggioranza dei politici conserbatori sostengono lo status quo.

Traduzione dell’articolo della Bbc “Polish rape victim should have had abortion access”


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