Scrivo questo ultimo post prima di andare a San Vito lo Capo, poi ne seguiranno altri, con minore frequenza.
Frequento questa bellissima località da quando ero piccola.
acqua cristallina
Ho ricordi di infanzia e recenti piacevolissimi.
San Vito è abbastanza conosciuta, preferisco generalmente raccontare di luoghi meno noti al pubblico e meno turistici, anche perchè per una mia personale indole, di solito rifuggo dalle località (soprattutto marittime) molto frequentate, dai lidi attrezzati con lettini e ombrelloni, dalle spiagge libere dove per conquistare il tuo metro quadro di spazio per stendere il telo mare (che qui chiamiamo tovaglia, sarà per il chiodo fisso del cibo…), devi lottare contro migliaia di persone e rischiare di trovarti il piede del tuo vicino a pochi millimetri dalla faccia, dai locali dove bisogna fare la fila per entrare, dalle viuzze affollate dal passeggio, dalla musica rimbombante etc.
Inoltre visto che le guide di tutto il mondo descrivono benissimo questa località, preferisco consigliare anche agli ospiti della nostra casa, dei luoghi alternativi e meno noti dove respirare l’essenza della Sicilia.
Però ci sono degli aspetti che,chi viene a San Vito, deve conoscere per capire e godere pienamente il posto e la gente.
Ci sono dei ricordi che mi legano fortemente a questa località.
C’è uno splendido faro che mi induce a sogni e immaginazioni.
Ci sono dei prodotti alimentari a cui non riesco assolutamente a rinunciare quando approdo a San Vito e che poi sogno e desidero per tanto tempo.
Poi ci sono delle immagini uniche.
Le casette bianche, “inquacinate” (coperte solo di calce bianca), adornate da profumatissimi gelsomini e bouganville.
Le porte delle case coperte da tende a strisce verticali bianche e blu.
Donne “incocciano” i grani di cous cous e intrecciano la “curina” con perizia fino a realizzare splendide creazioni frutto di esperienza atavica.
Una spiaggia bianchissima, il mare caldo e trasparente, lunghe passeggiate verso l’orizzonte e l’acqua sempre bassa.
La spiaggia è pulitissima, è solo molto affollata e piena di ombrelloni, lettini e massaggiatrici ambulanti dotate di olio Johnson e spugna.
Il mare è, azzurro come una piscina, limpido come se l’acqua sgorgasse da una fonte miracolosa, tiepido sempre (quindi sarebbe preferibile andare a Giugno o Settembre per non trovare tanta gente), per giungere nel punto in cui “non si tocca” bisogna camminare tantissimo (è ideale per i bambini).
Ci sono infiniti bar, ristoranti, pizzerie, locali di vario genere, internet point, self service, negozi di abbigliamento, costumi, lozioni per sole e dopo sole, scarpe e attrezzature per il mare, prodotti tipici, etc.
Bancarelle di ambulanti che colorano le vie con tessuti velati e scintillanti, e vecchie e ricche signore che passeggiano addobbate con quei camicioni trasparenti e arabeggianti e le collane di turchesi, come fossero arrivate direttamente dal nord Africa.
Ci sono eventi di vario genere, la scelta è vasta, dal Jazz alla musica pop, presentazioni di libri, mostre di foto e quadri.
Sembra strano ma c’è tanto da fare, soprattutto passeggiare.
Ma ciò che mi piace di San Vito, o meglio dei suoi abitanti è la mentalità, la lungimiranza, il senso civico.
Dispiace dirlo, ma quando si giunge in questo luogo, guardandosi intorno ci si dimentica di essere in Sicilia, non per la bellezza dei luoghi che è tutta tipicamente siciliana, ma per la pulizia.
Questa abitudine ha radici antiche, le signore anziane ogni mattina spazzavano e lavavano non solo l’interno della propria casa, ma anche le stradine su cui si affacciavano, con secchi di acqua profumata di sapone, e continuano tuttora a farlo, adesso aiutate anche dai camioncini che dotati di spazzolone e spruzzi d’acqua lavano, durante la notte, tutto il paese.
Tutto ciò può sembrare uno spreco di acqua in un paese dove la carenza di questo bene prezioso è cronica.
C’è anche un uomo che dotato di forchettone toglie ogni pezzetto di carta ed anche le cicche delle sigarette, che sono già poche, perchè anche i più maleducati non sporcano sul pulito.
A San Vito Lo Capo quasi tutti i locali come ristoranti, pub, gelaterie e bar sono accessibili ai disabili in carrozzella.
Hanno fatto delle rampe fisse al di fuori del locale, che porterà sicuramente via 1-2 tavoli a sera ma rende l’integrazione molto buona
La spiaggia viene lustrata ogni sera, quindi niente sacchetti, bucce di angurie, pannolini, bottiglie di birra, e soprattutto la spiaggia è illuminatissima tutta la notte, per la serie che la sicurezza non si fa con le ronde, ma permettendo che la gente possa appropriarsi pienamente dei luoghi in cui dimora.
Al centro di San Vito non si possono parcheggiare le auto e si circola solo a piedi o in bicicletta, non che ci siano le piste ciclabili, per quello dobbiamo ancora aspettare, però ci sono parcheggi gratuiti e bus-navetta ecologici che li collegano al centro, tutto quindi è libero, pulito e iperorganizzato.
san Vito – via savoia
A San Vito tutti i cittadini vivono grazie al turismo, avendo capito che l’amore e la cura di un luogo può anche essere fonte di guadagno, tutte le case sono curate, coperte di fiori etc, la tradizione delle anziane cuoche di cous cous è diventato ulteriore business, adesso quella semola goduriosa condita da sugo al pesce è il simbolo del paese, ne fanno anche il festival, ma non solo, ci sono anche le sagre del palamito e di altri pesci.
Insomma quegli ex-pescatori hanno capito proprio tutto, unici forse in Sicilia, ed ora si ritrovano a vivere in una perla meravigliosa, linda, civile, ed a guadagnare tanto e tutti.
Per questo penso che San Vito meriti di essere citata, sarà turistica, affollata e commerciale, ma è molto civile, anche io amante della solitudine mi sento a mio agio fra gente che rispetta il luogo in cui vive, i turisti (anche i “palermitanazzi doc” a volte temuti perchè un pò vandali e poco civili) si adattano ed il clima è di grande serenità e aggregazione, poco stress e niente traffico.
Il cous cous di pesce è la mia passione, ed è il piatto tradizionale di San Vito e di tutta la zona del trapanese. E’ rigorosamente non precotto, ossia preparato a mano dalle maestranze del paese, incocciato e cotto al vapore nelle cuscussiere, condito con mandorle tritate e da uno squisito brodo di pesce o crostacei. A Settembre c’è il festival internazionale, si può gustare il cous cous proveniente da tutto il mondo, io lo apprezzo in ogni sua varietà ma quello al pesce è sempre nel mio cuore.
couscous
Un’ altra specialità sono le busiate, un tipo di pasta fatta in casa a forma di spirale, che contiene bene il sugo.
Infine il dolce, le cassatelle, che sono dei ravioloni colmi di ricotta e fritti.
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