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La costituzione economica della repubblica federale del brasile
Creato il 13 febbraio 2014 da Fabrizio64Dall'inizio della colonizzazione del Brasile ad opera dei portoghesi nel XVI secolo, il “patrimonialismo”, il clientelismo e l’oligarchia erano dominanti, costituendo una sorta di socialità basata sull'esclusione, la violenza e la disuguaglianza sociale. Nonostante abbia intervallato momenti di democrazia e dittature nella sua storia, solo nel 1985, dopo ventuno anni di dittatura militare, il Paese ha trovato una democrazia formale solida, sostenuta dalla società civile e positivizzata nella Costituzione federale del 1988. Questo documento ha inaugurato una nuova era per la vita istituzionale della Repubblica Federale del Brasile, sia in materia di diritti fondamentali della persona, che in ambito economico.Due sono i momenti peculiari della Costituzione del 1998: la garanzia e tutela dei diritti civili, sociali e politici dei cittadino e l’inserimento di un approccio fortemente economicista. Il costituzionalismo brasiliano si va a collocare, pertanto, nel rapporto tra costituzionalismo ed economia così come conosciuto, in maniera differente, nel mondo nordamericano e nel “vecchio continente”.Mentre negli Stati Uniti, come fu affermato da C.Beard([1]), la Costituzione è stata vissuta come il portato di una concezione della economia riflessa sulle libertà proprietarie dell’individuo nel mercato, da garantire limitando il potere statuale ([2]), in Europa, come insegna C.Schmitt([3]), il solco è stato segnato dalla parabola del nesso tra mutamento territoriale tra Stati e mutamento costituzionale dentro gli Stati, con il reciproco riconoscimento, maturato nel XIX sec., del rispetto di uno “standard costituzionale intrastatale”, appartenente all’area del privato non statale, ossia ai rapporti economici, non modificabili da poteri e forme di governo conseguenti ai mutamenti territoriali. In entrambi i casi, tuttavia, il potere politico si occupa della sua Costituzione, senza poter o voler disporre dei rapporti economici interni al proprio spazio di governo. E’ di qui che nasce il dualismo ottocentesco tra Costituzione/Stato ed economia.E’ in seno all’argine tracciato dalle Costituzioni europee che si staglia il rapporto fra Costituzione brasiliana del 1988 ed economia.Il golpe del 1964 e le costituzioni del 1967 e del 1969 che ne furono figlie, sancì la “dottrina della sicurezza nazionale”, appoggiando – contraddittoriamente – le aziende nazionali vincolate ai gruppi industriali internazionali.Il risultato di tale filosofia costituzional-produttiva si rinviene nella concentrazione di reddito nelle mani di una parte ristretta della popolazione, nella raccolta di fondi a favore i Stati stranieri e nello smantellamento dello Stato brasiliano.Il modello economico della Costituzione brasiliana del 1988 – novellata per ben 82 volte, delle quali sei volte per revisione costituzionale (art. 3 A.D.C.T.) e settantasei per emendamento costituzionale – è basato su quello dello “Stato di benessere sociale”.Si richiama nelle sue fondamenta al costituzionalismo europeo del dopoguerra e, segnatamente, alla costituzione italiana del 1948, a quella tedesca del 1949, a quella portoghese del 1976 e spagnola del 1978.Quella brasiliana è una costituzione lunga, suddivisa in tre parti: il preambolo, la “parte permanente” con 250 articoli e, infine, l’A.D.C.T. (Ato das Disposicoes Constitucionais Transitorias) con 97 disposizioni, che regolava la transizione tra il periodo costituzionale militare (costituzioni del 1967 e 1969) e quello democratico attuale.Il progetto di ristrutturazione di sviluppo sociale ed economico contenuto nella Costituzione, si rinviene in special modo negli artt. 1, 3 e 179.L’art. 1(principi fondamentali della Repubblica), che interviene sulla sovranità, sulla cittadinanza, sulla dignità umana, i valori sociali del lavoro e della libera iniziativa privata, nonché sul pluralismo politico.L’art. 3 (obiettivi della Repubblica – clausola trasformatrice), il quale incarna in una società libera, giusta e solidale, lo scopo che la Carta si propone di attingere, garantendo uno sviluppo nazionale e promuovendo il bene di tutti senza discriminazioni, sradicando la povertà e la emarginazione e riducendo le diseguaglianze sociali e regionali. Le clausole trasformatrici si riscontrano nei testi delle costituzioni europee del secondo Novecento, che coniugano la programmazione progettuale sociale de futuro ([4]), con la permanenza di una visione assiologica dei valori, intesa – all’opposto della prima posizione - come i valori dell’individuo che prevalgono sulla realizzazione di sistemi di emancipazione sociale vincolanti per il futuro ([5]).La Costituzione brasiliana, quindi, in forza della clausola trasformatrice contenuta nell’art. 3, assume essa stessa funzione trasformativa ([6]), che vincola il potere politico, non per inibirlo, bensì per orientarlo, in funzione di irrinunciabili presupposti sociali ed economici. Il “trasformativismo” costituzionale coincide, allora, con la concretizzazione dei contenuti normativi della Costituzione([7]).Art.170 (principi fondamentali dell’Ordine economico): l’ordine economico fondato sui valori del lavoro umano e sulla libertà di iniziativa economica, ha come scopo garantire a tutti una esistenza degna, in accordo con la giustizia sociale. La disposizione in parola garantisce la proprietà privata e la sua funzione sociale; tutela la libera concorrenza e la difesa del consumatore, unitamente alla difesa dell’ambiente e alle azioni per la riduzione delle diseguaglianze sociali e regionali. Infine, si rafforzano le discipline per ricercare la piena occupazione e il sostegno alle piccole imprese.Di grande rilievo è la prefigurazione nella testo del 1988 di una struttura economica di matrice interventista.“La Costituzione Dirigente” o dirigismo costituzionale(8), si sostanzia in un ordine economico programmatico, id est in un cambiamento della società per il tramite del diritto, la cui finalità è il superamento del massivo sottosviluppo ancora presente nella società del grande Stato sudamericano.Il dirigismo costituzionale si trivarica secondo le seguenti valutazioni ermeneutiche della Carta Costituzionale:
[1] C.Beard,“Una interpretazione economica della Costituzione”(1913), trad.it.,Milano, Feltrinelli, 1959. [2]F.McDonald, “We, the People:the Economic Origins of the Constitution”, Chicago UP, 1958. [3]C.Schmitt, “Il Nomos della terra” (1950), trad.it.,Milano, Adelphi, 1991 [4]M.Hartwig, “La Costituzione come promessa del futuro”, trad.it.,in R.Bifulco, A.D’Aloia (cur.), Un diritto per il futuro, Naoli, Jovene, 2008, 57 ss. [5] Q.Camerlengo, “Contributo ad una storia del diritto costituzionale cosmopolitico”, Milano, Giuffrè, 2007 [6]J.de Esteban, “La funcion transformadora en las Constituciones occidentales”, in L.Diez Picaro (cur.), Constitucion y economia (la ordenacion del sistema economico en las Costituciones occidentales), Madrid, Cec, 1977,151 ss.; J.J. Gomes Canotilho, “Costituçao dirigente e viculaçao do legislador”,Coimbra, ed., 1982. [7]M.Contreras, “Sobre las transformaciones constitucionales y sus limites”, in Rev.estudios pol,.16, 1980,165 ss.. [8]M.Carducci, “Una Costituzione da reinventare, Temi brasiliani di critica costituzionale”, Lecce-Cavallino, Pensa, 2005. [9] A.D.P.F. 45 - distrito federal ,relator: min. celso de mello dj data-04/05/2004 p - 00012 argte.(s): partido da social democracia brasileira – psdb,adv.(a/s): gustavo arthur coelho lobo de carvalho e outro(a/s),argdo.(a/s): presidente da república,adv.(a/s): advogado-geral da união.
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