di Maria Pia Caporuscio. Festeggiare il 25 aprile per i signori della politica, è una proforma se non se ne condividono le ragioni. Il solo modo per rendere onore ai milioni di morti di quella carneficina, dai campi di sterminio a Marzabotto fino alla resistenza, è quello di rispettarne la memoria adottando i contenuti forniteci dai sopravvissuti (di quella che è stata una guerra di liberazione, civile e di classe) che ci lasciarono in eredità: La Costituzione! Se non si capisce l’importanza di questa eredità (maturata dalla riflessione, dalla sofferenza e dal sangue di chi lo ha versato per regalare a noi un mondo più giusto) diventa pura ipocrisia la partecipazione a quella che assumerebbe la connotazione di una sceneggiata, se non addirittura di una volgare sponsorizzazione di sé stessi! Nella Costituzione esistono le contromisure per evitare il ripetersi di questi crimini, precludendo la strada a chi intendesse tornare a sottomettere la nazione. I nostri padri costituenti adottarono (giustamente) un principio fondamentale fondato sull’eguaglianza (secondo comma dell’art.3) che recita. “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese”. Questo articolo, purtroppo, non è mai stato preso sul serio da coloro che si sono avvicendati alla guida del nostro paese! Ed ora questo “vangelo della civiltà” viene preso di mira proprio da chi si doveva impegnare nel farlo rispettare. Soprattutto in questi ultimi venti anni la Costituzione viene attaccata dai capi di governo che si sono avvicendati e dallo stuolo di nani e ballerine che li compongono, ma soprattutto dalla JPMorgan e dal potere finanziario. E’ proprio alla Costituzione che dovrebbe ispirarsi la politica piuttosto che a mediocri economisti e faccendieri. Se la politica avesse seguito le indicazioni dei padri costituenti, la corruzione e la partitocrazia sarebbero state soffocate sul nascere e le caste sarebbero state messe nella condizione di non nuocere. Né tantomeno ci sarebbe stata la subalternità agli alleati con spese militari inutili, per una difesa altrettanto inutile e che ci hanno fatto dissacrare quella Carta che rappresentava il nostro vanto! Chi pensa che la Costituzione debba essere smantellata, sicuramente non si sarebbe dato alla macchia se si fosse trovato a vivere i giorni della Resistenza e avrebbero scelto la viltà non l’eroismo: nascondersi, piuttosto che combattere contro gli oppressori! Se i “tecnologi” ritengono superate le norme di civiltà, di legalità, di eguaglianza che la nostra Costituzione professa, allora è giusto riportare le parole di Einstein, mai così attuali come adesso: “Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti”!
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di Maria Pia Caporuscio. Festeggiare il 25 aprile per i signori della politica, è una proforma se non se ne condividono le ragioni. Il solo modo per rendere onore ai milioni di morti di quella carneficina, dai campi di sterminio a Marzabotto fino alla resistenza, è quello di rispettarne la memoria adottando i contenuti forniteci dai sopravvissuti (di quella che è stata una guerra di liberazione, civile e di classe) che ci lasciarono in eredità: La Costituzione! Se non si capisce l’importanza di questa eredità (maturata dalla riflessione, dalla sofferenza e dal sangue di chi lo ha versato per regalare a noi un mondo più giusto) diventa pura ipocrisia la partecipazione a quella che assumerebbe la connotazione di una sceneggiata, se non addirittura di una volgare sponsorizzazione di sé stessi! Nella Costituzione esistono le contromisure per evitare il ripetersi di questi crimini, precludendo la strada a chi intendesse tornare a sottomettere la nazione. I nostri padri costituenti adottarono (giustamente) un principio fondamentale fondato sull’eguaglianza (secondo comma dell’art.3) che recita. “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese”. Questo articolo, purtroppo, non è mai stato preso sul serio da coloro che si sono avvicendati alla guida del nostro paese! Ed ora questo “vangelo della civiltà” viene preso di mira proprio da chi si doveva impegnare nel farlo rispettare. Soprattutto in questi ultimi venti anni la Costituzione viene attaccata dai capi di governo che si sono avvicendati e dallo stuolo di nani e ballerine che li compongono, ma soprattutto dalla JPMorgan e dal potere finanziario. E’ proprio alla Costituzione che dovrebbe ispirarsi la politica piuttosto che a mediocri economisti e faccendieri. Se la politica avesse seguito le indicazioni dei padri costituenti, la corruzione e la partitocrazia sarebbero state soffocate sul nascere e le caste sarebbero state messe nella condizione di non nuocere. Né tantomeno ci sarebbe stata la subalternità agli alleati con spese militari inutili, per una difesa altrettanto inutile e che ci hanno fatto dissacrare quella Carta che rappresentava il nostro vanto! Chi pensa che la Costituzione debba essere smantellata, sicuramente non si sarebbe dato alla macchia se si fosse trovato a vivere i giorni della Resistenza e avrebbero scelto la viltà non l’eroismo: nascondersi, piuttosto che combattere contro gli oppressori! Se i “tecnologi” ritengono superate le norme di civiltà, di legalità, di eguaglianza che la nostra Costituzione professa, allora è giusto riportare le parole di Einstein, mai così attuali come adesso: “Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti”!
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