La costosa gruviera della Brebemi

Creato il 16 marzo 2015 da Cremonademocratica @paolozignani

La Brebemi non ce la fa ed ecco che spunta una nuova miracolosa bretella per raccordare la Brebemi con l’A4 ad Ospitaletto. Per Brebemi la bassa bresciana deve proprio diventare una maxi gruviera. Visti i gravi problemi ambientali di quest’area non sembra proprio il caso di recuperare cosi errori progettuali e gestionali che si stanno riversando sulle spalle della spesa pubblica. Ogni giorno un colpevole diverso del fallimento di Brebemi con 11 mila veicoli al giorno a sei mesi dalla sua inaugurazione. Prima le colpe furono addossate alla mancanza dei cartelli indicatori , poi alle incomplete interconnessioni. Ad ovest  (Melzo) con la Tem e ad est con la Corda Molle ex SP 11. Ma dalle proprietà  di Tem (controllata da Gavio e da Banca Intesa) e dalla Corda Molle (in mano gli enti locali bresciani e cremonesi che controllano l’A21) Brebemi in questi anni ha avuto la massima collaborazione. Non solo, ma quando si parla di Tem e di Centropadane è come se Brebemi parlasse di se stessa. Infatti Gavio e Banca Intesa detengono anche il controllo di Brebemi mentre il patron della direttissima Brescia Bergamo Milano è stato il maggior ispiratore della realizzazione della fallimentare corda molle (5mila veicoli al giorno ma una capacità di 90 mila) e tante grane create agli agricoltori, ancora in attesa di indennizzo, e per la cui realizzazione Centropadane ha dovuto ipotecare edifici, beni immobili e attrezzature. Tutti sapevano che la corda Molle (Montichiari-Ospitaletto) non è nata per collegare la Brebemi ma doveva servire per avere automaticamente il prolungamento della concessione autostradale dallo Stato. Non solo ma Brebemi ha pure una quota di Centropadane come lo stesso Gavio (11% del capitale) che ora è  il principale contendente della concessione messa per sventura a gara della Brescia-Cremona Piacenza assieme agli spagnoli della Sis. Non si può dimenticare inoltre che la società Itinera-Pavimental (del gruppo Gavio) è il principale fornitore della Corda molle. Come del resto è superfluo ricordare che la Centropadane detiene il 13% di Brebemi. Insomma sembra difficile pensare che qualcuno abbia voluto mettere i bastoni nelle ruote a Brebemi visti gli intrecci societari tra Tem, Centropadane e Brebemi. Inutile accampare scuse il “ramp-up” ovvero il tempo che una nuova opera ci mette ad andare a regime si conta in mesi, quelli che servono agli utenti per sapere che l’opera c’è e cominciare ad usarla, e qui ne sono passati ormai molti e molto si è parlato senza che i flussi siano cambiati. Il completamento della “corda molle” e della tengenziale est esterna  (tem)aumenteranno forse un po’ i flussi, ma non riusciranno a recuperare valutazioni irrealistiche e non aggiornate al nuovo scenario economico-trasportistico: la “corda molle” porterà poco traffico, perchè poco ne porta essa stessa se pure sarà completata e collegata con l’aeroporto fantasma di Montichiari. La est esterna completerà i collegamenti di Brebemi, ma a nord la collega alla A4, ma su quell’itinerario chi userà Brebemi al posto della A4, con quello che costa? a sud va fino alla tangenziale ovest ed alla A1, ma verso la ovest no ci sono flussi di traffico importanti, perchè chi va verso Genova da Brescia ci va dalla A21 che è libera e costa poco, e idem per la A1, quindi attribuire alla mancanza dei terminali non è sostenibile. In compenso, aspettiamo di vedere con quali numeri chiude il bilancio 2014 Brebemi e come verrà sostenuta la continuità aziendale garantendo il pagamento del debito con un traffico che non rende abbastanza. Il rischio è che si  allunghi di nuovo la mano (dopo aver incamerato 360 milioni di contributi regionali e statali) verso il portafoglio pubblico, alla faccia dell’opera premiata per il miglior project financing.

Dario Balotta

Legambiente Lombardia Trasporti


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