- La cotognata (dulce de membrillo o carne de membrillo in spagnolo, marmelada in portoghese, codonyat in catalano) è una pasta gelatinosa, soda, dolce e rossiccia fatta con la mela cotogna,con l’aggiunta di zucchero e acqua. Di origine spagnola, portoghese e italiana (qui esportata quando il meridione del paese era governato dal regno di Aragona), è molto diffusa anche in America latina (Argentina, Cile, Messico, Uruguay) e in Israele.
La ricetta della Petronilla
Allorquando il profumo delle mele cotogne si va diffondendo nelle dispense di tante cascine, e i bei frutti sfoggiano le loro grasse e ornamentali forme sui cantarani di certe case ancora all’antica… vorreste fabbricare squisita cotognata lì, sul focolare della vostra cucina?
La cosa è presto fatta! Però… quale cotognata desiderate? Quella tenerella (come si addice ad ogni marmellata), e che si mangerà servendosi del cucchiaino, o spalmandola su larghe fette di pane? Quella che assume le varie forme di vari pasticcini, e ch’è soda, e ch’è tutto zucchero cristallino, alla superficie? Quella, insomma, che fa venire l’acquolina in bocca ad ognuno che la sbirci dentro le vetrine dei pasticceri? L’una e l’altra gradite? L’una e l’altra, quindi, vorreste? Ecco, allora, la facile e spiccia maniera di fabbricare entrambe.
Mettete mele cotogne, così, quali sono, in una pentola; copritele appena d’acqua; e ponete la pentola a fuoco.
Tosto le bucce cominceranno qua e là a screpolare, togliete le mele dall’acqua; tagliatele a grossi pezzi; versate, questi, un po’ alla volta, su di un setaccio; di mano in mano setacciateli servendovi di un bicchiere; e raccoglietene la polpa in una casseruola che avrete prima pesata vuota. Setacciata tutta la polpa, ripesate la casseruola per avere così, dalla differenza fra i due pesi, quello della polpa.
Aggiungete altrettanto zucchero; mettete la casseruola a fuoco; rimescolate di continuo con cucchiaio di legno; tosto vedrete iniziarsi il bollore, guardate l’orologio; e allorchè saranno trascorsi 10 minuti, invasate la vostra squisita e molliccia cotognata.
Vorreste, invece, cotognata soda?
Pesate la polpa setacciata, mettetela allora e, senza zucchero, a fuoco basso; mescolatela assai spesso; e fatela così, per l’evaporar dell’acqua, alquanto rassodare. In un’altra casseruola, mettete zucchero in proporzione di gr. 70 ogni 100 di polpa; copritelo con acqua; fatelo bollire perchè si muti in sciroppo; unite questo alla polpa che starà lievemente bollendo; e, sempre mescolando, lasciate ancor più rassodare la cotognata fino a che la vedrete ricadere, tutta in un pezzo, dalcucchiaio nella casseruola. Stendetela, allora, alta un dito, su di un’asse; e, prima che sia tutta rappresa, tagliatela in piccoli rettangoli.
Vorreste, infine, cotognata rivestita di zucchero cristallino
Bollite, allora, zucchero, con poca acqua, fino a che, sollevandone un po’ con il cucchiaio, lo vedrete fare il filo; e con quello zucchero limpido e fluido, dipingete le vostre sode cotognate, e le avrete, così, dell’identico aspetto di quelle che, dalle vetrine, vi faranno in quei giorni l’occhiolino.
- Come STACCARE la marmellata dal tegame: occorre grasso non salato. Fatelo riscaldare. La parte bruciata si staccherà in una sola pellicola, lasciando intatta la superficie della casseruola.
- Crostata con la cotognata
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- PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»