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La cravatta? un accessorio da non trascurare…

Creato il 27 settembre 2014 da Lillyslifestyle @LilianaNavarra

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Siamo arrivati all’appuntamento mensile con il blogger Antonio Volpe di thefashionistile.wordpress.com. Oggi Antonio ci parlerà di un accessorio maschile (per me non solo) “da non trascurare…”. Buona lettura!

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“Una cravatta ben annodata è il primo passo serio nella vita” diceva Oscar Wilde. Ma qual è la larghezza “giusta” per una cravatta oggi? E quale nodo scegliere?
Accessorio imprescindibile del guardaroba maschile classico, caldamente consigliata nei colloqui di lavoro e sempre meno richiesta – ahinoi – in alcune grandi aziende, la cravatta nasce come fazzoletto da collo ed ottiene asilo nel vestiario del gentiluomo solo a partire dalla seconda metà del XVII secolo.

Le guide allo stile maschile raccontano di un’evoluzione anche nel taglio: inizialmente dritta e foderata con altro tessuto, si deteriorava in fretta e creava problemi con i nodi.
Status symbol già dai primi del ‘900, veniva indossata dai membri di un ceto sociale emergente, che volevano dimostrare di essere diventati abbienti. La cravatta regimental, invece, identificava in base ai suoi colori l’appartenenza ad un determinato college o club, motivo per cui, in alcuni Paesi, bisognerebbe fare sempre attenzione prima di indossarne una.

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Gli uomini eleganti alla lettura converranno sicuramente sul fatto che il tipo di nodo dipende dal materiale e dalla composizione della cravatta. A parità di nodo, una cravatta in lana ed una in seta possono dare risultati diversi. Scapino, windsor, mezzo windsor, “trinity”, una cosa è certa, l’icona senza tempo dello stile maschile, l’Avvocato Agnelli, era solito fare un nodo a “due giri”, facendo passare la cravatta solo sotto il giro più esterno.

Sulla grandezza del nodo, anche qui, le scuole di pensiero divergono: c’è chi considera il nodo una “creatura che deve respirare”, c’è chi lo preferisce ben strizzato, in modo da far sfioccare la cravatta al di sotto. In compenso, tutti almeno convengono sull’effetto antiestetico di un nodo senza “fossette”.

Quanto alla larghezza, infine, siamo passati dal “padellone” di 15 cm negli anni 80 a delle sottilissime ed insignificanti cravattine da 5 cm negli anni 90. Oggi, per fortuna, è pacifico ritenere opportuna una larghezza di 8 o 8,5 cm. Foderata? Sfoderata? 3, 5, 7, 12 pieghe? Anche qui si sprecano le corse al rialzo. Un trend molto elegante è, a modesto parere di chi scrive, la cravatta sfoderata, con una leggera teletta all’interno, tagliata a coda di rondine, più corta della cravatta stessa, con travetto a 24 cm dalla punta. Così leggera che sembrerà un foulard!

Volete saperne di più di Antonio Volpe?

Vi invito allora a visionare il suo blog

thefashionistile.wordpress.com



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