Non più tardi di ieri, a conclusione della sintesi dell’analisi di Mediobanca sui bilanci dei 7 maggiori gruppi editoriali del nostro Paese, tra gli elementi che citavo, parlavo della necessità di un profondo ripensamento del prodotto sin qui sottoposto, sia nella versione cartacea che in quella digitale, a rivisitazioni più o meno azzeccate che ne hanno di fatto lasciata intatta la struttura di base.
Sempre ieri il Financial Times ha annunciato il lancio di FirstFT, nuovo prodotto editoriale del prestigioso quotidiano economico-finanziario che il new head of aggregation del giornale [figura professionale che al pari di molte altre non mi pare attualmente presente nelle redazioni dei nostri giornali] descrive così:
In an age of information overload where readers are shying away from the perpetual social media stream, trusted editorial judgment and aggregation is an increasingly valuable convenience for busy readers. FirstFT is carefully crafted, analysed and illustrated by our world-class journalists and provides a new way for readers to get the FT’s take on the essential news of the day.
Allo stesso tempo, Blendle, iTunes del giornalismo che propone la vendita di singoli articoli a prezzi variabili tra tra € 0,10 e € 0,80 al pezzo, annunciava di aver ricevuto la non trascurabile somma di 3.8 milioni di dollari da The New York Times Company e da Axel Springer per favorire l’espansione di questa start-up Olandese in tutta Europa.
Anche nel nostro Paese è recente il passaggio a pagamento di Good Morning Italia, servizio di accurata selezione delle notizie nazionali ed internazionali tanto apprezzato, nato da giornalisti impiegati nelle redazioni di diverse testate che evidentemente hanno avuto poco spazio e ascolto “costringendoli” ad un’iniziativa autonoma al di fuori del loro principale ambito lavorativo.
Da qualche mese, come molti certamente sapranno, esiste già l’iTunes del giornalismo italiano:Etalia [*], piattaforma che offre ai singoli giornalisti, e ad altre categorie di professionals, ma anche agli editori, la possibilità di vendere i singoli contenuti con diverse opzioni che vanno dal singolo pezzo sino all’abbonamento al giornale e/o alla rivista.
I giornali sono morti, come si proclama ormai da almeno un lustro, ma la questione non è se siano morti quelli di carta e quante speranze, quante possibilità abbiano quelli digitali/online, è l’idea di giornale come pacchetto monolitico ad essere defunta e con essa i modelli di business che l’hanno caratterizzato negli ultimi 100 anni.
La creazione di valore aggiunto per l’industria dell’informazione passa, anche, dalla sottrazione, dal non imporre contenuti che non interessano, dal selezionare per il lettore quel che è è rilevante per lui e solamente per lui e per il quale dunque crescerà la propensione a pagare per la fruizione.
[*] Disclaimer: Il sottoscritto ha operato come consulente, anche, per Etalia.