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A Sebastopoli la folla festeggia la vittoria del referendum per l’annessione della Crimea alla Russia. (Baz Ratner, Reuters/Contrasto)
Migliaia di persone hanno festeggiato tutta la notte nelle piazze delle principali città della Crimea dopo i risultati del referendum del 16 marzo: secondo le autorità locali, con il 97 per cento di voti favorevoli la penisola ha chiesto l’annessione alla Russia. Il parlamento di Sebastopoli ha già dichiarato l’indipendenza dall’Ucraina e ha formalmente chiesto l’unione a Mosca.
“Entreremo a far parte della Russia in tempi brevissimi, ma rispettando tutte le procedure giuridiche. Oggi abbiamo preso una decisione molto importante, che entrerà nella storia”, ha commentato il premier della Crimea Sergej Aksionov. Ma Stati Uniti e Unione europea si preparano a imporre sanzioni a Mosca.
La richiesta del parlamento di Crimea sarà discussa il 21 marzo dalla duma di Mosca. Intanto il governo di Kiev ha ordinato la mobilitazione dei militari riservisti.
Ecco secondo Le Monde alcuni scenari futuri per la regione.
Quale statuto per la Crimea?
Sarà un oblast (entità amministrativa) come Novgorod e Kaliningrad? Una repubblica con un parlamento, una costituzione e un presidente, come la Cecenia o Inguscezia? Non si sa ancora quale potrebbe essere lo status giuridico della Crimea russa. La Russia ha infatti diversi livelli amministrativi, più o meno autonomi.
Le nuove frontiere
A parte Mosca, nessuno stato sembra pronto a riconoscere il voto del 16 marzo. Gli Stati Uniti e paesi europei hanno tutti condannato il referendum come illegale, “contrario alla costituzione dell’Ucraina e al diritto internazionale”.
Se la duma ratifica l’annessione della Crimea, l’Unione europea potrebbe decidere nuove sanzioni economiche e commerciali. Anche sealcuni funzionari intravedono alcuni rischi, visto che molti paesi europei sono fortemente dipendenti dal gas russo. Un’altra misura di ritorsione potrebbe essere un boicottaggio della prossima riunione del G8 a Soči.
Il futuro di tatari e ucraini
I tatari (circa 260mila, il 12 per cento della popolazione della Crimea) erano i più contrari al ritorno della Crimea alla Russia. Già vittima delle collettivizzazioni di Stalin, questa comunità di origine turco-mongola ora teme il futuro sotto l’autorità di Mosca. Aksionov ha cercato di rassicurare la minoranza garantendo una loro rappresentanza nelle istituzioni future e un riconoscimento ufficiale dei loro diritti. Ma il messaggio inviato dal parlamento della Crimea non ha convinto i tatari, alcuni dei quali hanno avuto le case contrassegnate con una croce e ora temono per la loro sicurezza.
Per quanto riguarda gli ucraini di Crimea (circa il 25 per cento della popolazione), sarà loro offerto un passaporto russo. Non saranno costretti ad andarsene, ma se rifiuteranno la cittadinanza russa non potranno votare alle elezioni.
I militari ucraini
I soldati ucraini dispiegati nella penisola dovranno giurare fedeltà alle autorità filorusse, altrimenti saranno considerati appartenenti a una “formazione armata illegale”, ha spiegato Aksionov. Il premier assicura che i soldati potranno scegliere se dimettersi dall’esercito, ma chi sosterrà la fedeltà a Kiev dovrà lasciare la penisola.
La regione più povera della Russia
Con un salario medio di 250 euro, la penisola è tra le regioni più povere della Russia e molti analisti si aspettano un flusso migratorio nelle zone più ricche della Federazione. La Crimea abbandonerà la grivna, la moneta ucraina, per adottare il rublo. Le banche locali sembrano già aver avviato questa attività: un paio di giorni prima del referendum era già difficile trovare la moneta ucraina nei bancomat della Crimea.
Un parlamentare russo ha annunciato che le autorità di Mosca sono pronte a sostenere la Crimea con più di 700 milioni di euro. Il costo dell’integrazione nel medio termine potrebbe essere pari a 20 miliardi di euro.
Nuove infrastrutture
La penisola, geograficamente isolata e senza una frontiera terrestre con la Russia, ha bisogno di infrastrutture costose. Anche la fornitura di energia e acqua dovrà essere rivista, visto che attualmente l’85 per cento dell’energia elettrica e l’82 per cento delle risorse idriche sono stati assicurati finora dall’Ucraina. La Russia potrebbe fornire il gas via mare. Simbolicamente, le centrali termoelettriche installate a Soči per le Olimpiadi e Paralimpiadi potrebbero essere trasferite in Crimea.
Fonte: Internazionale
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