La crisi che spegne i sogni | Riflessioni personali

Da Molipier @pier78

Quando si parla di crisi economica, tra le prime cose che vengono in mente c’è la mancanza di lavoro che riduce la capacità di acquisto degli italiani, creando un circolo vizioso da cui non si riesce ad uscire. Le tasse soffocano famiglie e imprese e riuscire ad arrivare a fine mese diventa un’impresa eroica. Ma la crisi ha fatto un’altra vittima illustre, di cui si parla poco: i sogni.

A proposito di missione eroica, qualche anno fa ho scritto un piccolo intervento sulla mia idea di eroe dei giorni nostri. Con il tempo il mio pensiero è mutato ancora alla luce della condizione in cui versa il nostro paese. Gli eroi, oggi, sono quelli che nonostante tutto riescono ancora a credere in qualcosa. Quelli che sanno sorridere. Quelli che quotidianamente sono sconfitti da un sistema che non va ma che non si arrendono.

La crisi ha messo in ginocchio non solo l’economia ma anche i sogni delle persone, relegandoli negli angoli più bui dell’esistenza. Un tempo, quando ancora c’erano speranze e possibilità, tra i desideri delle persone c’erano la possibilità di acquistare una casa, costruire una famiglia, avere dei figli prima di tutto il resto.

Oggi è diventato impossibile pensare di acquistare una casa, tra mancanza di lavoro, mutui negati e tasse sopra ogni limite e a risentirne non è solo il potere d’acquisto ma, più nel dettaglio, la famiglia. Le coppie, oggi, non cercano più di avere dei figli non perché non li vogliano ma perché non se li possono permettere.

Il mese scorso avevo pubblicato una breve notizia sul ritrovamento di una neonata in un cassonetto a Bologna. Qualche giorno fa ho avuto la triste conferma del mio pensiero sentendo le dichiarazioni di Costantino Romagnoli, presidente della Società Italiana di Neonatologia:

Al Policlinico Gemelli, solo negli ultimi 2 mesi, abbiamo avuto quattro abbandoni. Mamme che lasciano i loro bambini perché pensano di non poterseli permettere.

Certo, verrebbe da chiedersi il motivo per cui la coppia non ci abbia pensato prima, usando le opportune precauzioni. A questa valida e legittima domanda a me sorge spontanea un’altra domanda, perché la coppia ci deve pensare? Scegliere di dare alla luce un figlio non è forse un diritto di una coppia che si ama?

Per quale motivo la sete di potere di qualcuno deve condizionare non solo l’esistenza dei singoli individui ma anche il futuro di una coppia e, se vogliamo, anche il futuro di un paese?

Quelle persone che si siedono ad un tavolo per decidere le sorti di un paese facendo righe di calcoli su come garantirsi lo stipendio più alto con il minimo sforzo, affondando le mani nelle tasche dei cittadini, si renderanno mai conto che dalle tasche, insieme ai soldi, strappano anche l’anima delle famiglie?

Si trovano nei salottini delle trasmissioni televisive, senza vergogna, ad inveire l’uno contro l’altro, generando confusione e formulando false promesse per guadagnarsi un voto dagli elettori che, allo stremo, non si fidano più ma cercano solo il male minore. L’economia di un paese non si rilancia arraffando tutto quello che si può e soprattutto le strategie politiche non devono annullare i diritti e la dignità delle persone. Che facciano pure i loro magheggi, sono operazioni che vengono fatte da sempre e a cui siamo ormai rassegnati. Ma che venga garantita almeno la possibilità di scelta sui figli. Qualcuno faccia in modo che si possa avere ancora qualcosa in cui credere e per cui valga la pena vivere. Un figlio non deve mai essere un peso e non deve mai essere considerato un lusso che non ci si possa permettere.

No, i figli sono tanto altro. Sono persone semplici, a volte capricciose, ma oneste e sincere, candide e innocenti, con le loro idee e i loro pensieri. Cambieranno, crescendo, perché la vita vuole così ma fino a quando saranno bambini dovrebbero essere ascoltati molto più seriamente di quanto si faccia abitualmente. Perché sono puliti.

Urlano, saltano, corrono per dar sfogo a quello che sentono dentro. Piangono senza nascondersi, si divertono con poco, si stupiscono per il rumore del mare che si sente dentro una conchiglia. Non hanno filtri e non si lasciano influenzare dalle imposizioni della società.

Bisognerebbe saper cogliere il loro entusiasmo per le piccole cose prima che siano costretti a cambiare. Prima che scoprano con disappunto che il mare, dentro le conchiglie, non c’è. Loro sono la vita, loro sono il sogno di tutti.

Giorno dopo giorno ci stanno portando via tutto. La fiducia, la volontà, l’ottimismo, il lavoro, la dignità, le case. Piano piano si stanno impossessando anche dei sogni di ognuno, facendo in modo che il sorriso di un figlio si possa ritrovare solo di notte, con gli occhi chiusi, annullando il bene più grande che si possa avere.


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