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“La crisi di ieri, le speranze di oggi”. La conferenza alla Camera

Creato il 14 novembre 2013 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
“La crisi di ieri, le speranze di oggi”. La conferenza alla Camera

Lunedì 11 novembre, presso la Sala delle Colonne di Palazzo Marini (Camera dei Deputati), l’IsAG ha organizzato la conferenza “La crisi di ieri. Le speranze di oggi” per analizzare gli effetti della crisi finanziaria del 2008, le cause di essa e le possibili soluzioni economiche e politiche. L’evento, moderato dal Dott. Matteo Finotto di “Class News CNBC”, si è articolato in due panel che hanno permesso di analizzare le cause e le prospettive della crisi alla luce degli strumenti economici a disposizione e delle politiche da attuare a livello nazionale ed europeo.

Jurij Gromyko

I lavori sono stati avviati dall’introduzione e dai saluti del presidente IsAG Tiberio Graziani, il cui intervento ha aperto il primo Panel dedicato alla finanziarizzazione dei mercati e ai progetti di investimento a lungo termine. Ha quindi preso la parola Jurij Gromyko, direttore dell’Istituto di Ricerche Avanzate E.L. Shiffers di Mosca, che ha dato avvio al suo intervento portando i saluti del presidente della Banca Millenium, Michail Bajdakov, costretto a mancare al convegno. Gromyko ha poi descritto il progetto della Piattaforma Razvitie, simbolo della necessità di porre in essere nuovi approcci nel campo dell’economia, della finanza e della gestione imprenditoriale. I punti di forza del progetto risiedono nel suo carattere plurifunzionale, nella necessità di una nuova interazione tra enti di ricerca e imprese nell’area eurasiatica e nella modernizzazione del sistema industriale e infrastrutturale che segua un percorso di stretta cooperazione e dia la priorità agli investimenti dotati di ampia estensione temporale e territoriale.

Paolo Raimondo

A seguire l’intervento di Paolo Raimondi, editorialista di “Italia Oggi”, avviato a partire dall’analisi accurata delle cause che hanno condotto alla crisi del 2008. Raimondi ha preso in esame le recenti decisioni macro-economiche, affermando che la loro natura rende evidente e visibile l’estrema debolezza dell’attuale sistema finanziario. Si è in particolare concentrato sulle scelte che hanno condotto ad una costante immissione di liquidità e alla conseguente “Governance della liquidità” responsabile di aver creato e alimentato le bolle speculative responsabili della situazione attuale. Secondo Raimondi le risposte necessarie per correggere gli effetti della crisi sono da ricercarsi nell’economia reale e nella realizzazione dei grandi progetti infrastrutturali. Solo nei grandi progetti di sviluppo, come quello proposto da Gromyko, è possibile intravedere soluzioni valide ed attuabili per uscire dall’attuale momento di crisi.

Edoardo Reviglio

Il Panel è andato avanti con l’intervento di Edoardo Reviglio, capo economista della Cassa Depositi e Prestiti, che ha adottato per il suo intervento una prospettiva globale, descrivendo gli stravolgimenti epocali da cui l’attuale sistema economico è investito. Reviglio ha descritto il momento attuale come fase di grande convergenza della crescita dei paesi emergenti e del parallelo declino dell’economia occidentale. A partire da tale premessa – e considerando le aumentate richieste infrastrutturali di paesi come Cina ed India – il sistema finanziario non può che prepararsi a rispondere alle nuove richieste di investimenti di lungo termine. Reviglio ha poi individuato nei grandi investitori istituzionali (fondi pensione e assicurazioni), i soggetti più adatti a finanziare tali progetti di investimento. L’intervento si è concluso con un accenno alla necessità di regolamentare il mercato finanziario e con una nuova descrizione del momento di straordinaria complessità che l’economia e gli equilibri globali si trovano a fronteggiare.

Enzo Rossi

Enzo Rossi, professore di Economia politica all’Università di Tor Vergata, ha descritto i meccanismi che hanno condotto alla crisi attuale, concentrandosi sulla finanziarizzazione dei mercati e sulla responsabilità della de-regulation degli anni ’80. Rossi ha poi spostato l’attenzione sul rallentamento della crescita provocato dalla carenza di investimenti produttivi e sui vizi della distribuzione della ricchezza, evidenti analizzando la caduta della quota dei salari sul PIL. L’intervento si è concluso con una breve analisi delle possibili soluzioni alla crisi, che ha visto il Prof. Rossi concentrarsi sulla necessità di correggere gli squilibri strutturali che hanno portato alla crisi del 2008.

Daniele Scalea

Il primo panel si è concluso con l’intervento di Daniele Scalea, direttore generale IsAG, che citando gli studi di alcuni economisti italiani ha individuato tre livelli di analisi per approfondire il tema della finanziarizzazione dei mercati. Il livello macroeconomico, primo dei piani individuati, ha portato Scalea a descrivere la crescita del volume delle transazioni finanziarie, la mancanza di efficace regolamentazione dei mercati e la crescita delle attività speculative. Descrivendo il secondo livello di analisi, relativo al piano aziendale, il direttore generale IsAG ha parlato della crescente tendenza delle imprese a spostare l’attenzione sui mercati finanziari, passando dalla precedente “produzione del valore” all’attuale “estrazione del valore”, posta in essere con la riduzione progressiva degli investimenti produttivi a favore della speculazione finanziaria. L’intervento si è chiuso con la descrizione dell’ultimo livello di analisi, inerente agli aspetti psicologici e al cambiamento di mentalità che ha investito la società nel suo insieme, trasformando radicalmente i modelli di comportamento e gli approcci all’analisi economica.

Mauro Agostini

Dopo le conclusioni del presidente IsAG Tiberio Graziani, ha preso il via il secondo panel aperto dall’intervento del Senatore Mauro Agostini, già Sottosegretario al Commercio Internazionale del Governo Prodi II. Agostini ha descritto le particolarità dell’economia italiana, citando come componente positiva la performance registrata dal comparto delle esportazioni in settori chiave quali l’industria meccanica, l’agroalimentare e l’alta moda. Agostini ha individuato nelle industrie manifatturiere italiana e nell’incidenza che il comparto mantiene sul PIL, un’utile leva da sfruttare per raggiungere l’obiettivo della ripresa economica del paese. L’analisi si è poi spostata sulla finanza internazionale e sulla necessità di inserire una regolamentazione adeguata. Agostini ha criticato la politica tedesca causa di deflazione e la cattiva distribuzione del reddito che ha portato all’erosione della classe media, da sempre segmento sociale di fondamentale importanza per l’economia italiana. In conclusione l’ex sottosegretario ha parlato della spesa pubblica del paese, suggerendo la necessità di una razionalizzazione e di un miglioramento qualitativo della stessa che, mantenendone invariato il valore, ne incrementi le prestazioni.

Cristina Bargero

A seguire ha preso la parola l’On. Cristina Bargero, membro della Commissione Finanze, che ha aperto il suo intervento parlando della necessità di far ripartire la domanda interna nel rispetto degli attuali vincoli europei. Per la Bargero recuperare credibilità sul piano internazionale rappresenta un passo fondamentale in direzione della possibilità di rinegoziare tali vincoli. L’Onorevole ha descritto l’impegno della maggioranza di governo nell’attuazione di provvedimenti espansivi come lo sblocco dei fondi destinati al pagamento dei debiti delle P.A., e ha elencato i benefici fiscali presenti nella legge di stabilità. L’On. Bargero ha concluso il suo intervento citando come misure positive tanto la Service Tax quanto la Delega Fiscale, e accennando brevemente al problema della regolamentazione degli istituti di credito italiani.

Mario Lettieri

La conferenza è andata avanti con l’intervento di Mario Lettieri, Sottosegretario all’Economia del Governo Prodi II, che ha parlato della mancata regolamentazione del sistema finanziario e delle necessità di riportare lo strumento finanziario al servizio dell’economia reale correggendo le attuali distorsioni del sistema. Per Lettieri è indispensabile ripartire dagli investimenti produttivi, dalle grandi infrastrutture e dalla correzione degli squilibri sociali già esistenti. Nonostante l’alto livello delle esportazioni italiane è necessario affiancare ad esse un’aumentata capacità di consumo interno. L’On. Lettieri ha poi concentrato l’attenzione sulla necessità di riqualificare la spesa pubblica, razionalizzandola all’interno di comparti come la sanità, i fondi erogati agli enti locali e la previdenza, per recuperare risorse da indirizzare su una riduzione reale del cuneo fiscale.

Francesco Boccia

L’On. Francesco Boccia, Presidente della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione, ha avviato il suo intervento parlando della legge di stabilità come di una legge che si discosta sostanzialmente dalle precedenti, in quanto non prevede al suo interno alcun aumento della pressione fiscale, né un taglio lineare della spesa pubblica. Boccia ha descritto i temi centrali su cui si concentreranno le modifiche alla legge di stabilità, individuando tra essi la fiscalità locale e il cuneo fiscale. Per ridurre la pressione fiscale risulta indispensabile, secondo Boccia, la costruzione di un meccanismo che permetta di generare nuove entrate. Le nuove entrate da ricercare sono per Boccia quelle collegate all’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie e ai sistemi di tassazione innovativi – come la Google Tax – che permettano un graduale adattamento del sistema fiscale ai nuovi comparti tecnologici.

Alfredo Musto

La conferenza si è conclusa con l’intervento di Alfredo Musto, direttore del programma di ricerca “Economia Internazionale” dell’IsAG. Musto ha descritto le cause della crisi del 2007-2008, parlando di cause legate al mercato finanziario e di cause da ricercarsi anche nelle dinamiche dell’economia reale. L’intervento è andato avanti con l’analisi delle aziende strategiche italiane da effettuarsi tenendo conto degli equilibri e dei processi che caratterizzano l’attuale contesto multipolare. Musto ha parlato del profilo industriale e della politica industriale del paese, considerandoli come aspetti che non possono essere in alcun modo separati dal conflitto geo-economico che da circa 20 anni interessa ogni settore del sistema capitalistico.

Presente la stampa che, al termine della conferenza, ha effettuato diverse interviste ai partecipanti.


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